Arrestati gli aggressori della donna di Montebello Jonico
redazione | Il 14, Mar 2011
Si tratta di due fratelli di Roghudi, Santoro e Leone Pangallo. Il movente dell’aggressione potrebbe essere stato il tentativo della donna di rubare, alcuni giorni prima, una forma di formaggio dalla rivendita di frutta e verdura dei Pangallo
ORDINANZA DI ARRESTO INTEGRALE
Arrestati gli aggressori della donna di Montebello Jonico
Si tratta di due fratelli di Roghudi, Santoro e Leone Pangallo. Il movente dell’aggressione potrebbe essere stato il tentativo della donna di rubare, alcuni giorni prima, una forma di formaggio dalla rivendita di frutta e verdura dei Pangallo
Alle prime ore di oggi i militari della Stazione Carabinieri di Saline di Montebello Jonico e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Melito Porto Salvo, hanno dato esecuzione ad unordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di PANGALLO Santoro 56enne e PANGALLO Leone 45enne, due fratelli di Roghudi, ritenuti gli autori di una violenta aggressione consumatasi a novembre 2010 in Roghudi Nuovo ai danni di una donna di Montebello Jonico. La vicenda ha inizio il 25 novembre scorso quando, nottetempo, militari della Compagnia CC di Melito Porto Salvo intervengono nella popolosa frazione Caracciolino di Montebello Jonico presso labitazione di una donna (la vittima del delitto, appunto) su richiesta della figlia di costei. Ciò che si para davanti ai Carabinieri è la figura di una donna devastata in viso da numerose ferite e in stato di shock. La complessità del quadro lesivo della vittima (che veniva trasportata durgenza presso lospedale di Melito Porto Salvo e da qui, a causa delle gravi condizioni in cui versava, trasferita presso il reparto di Neurochirurgia degli OO.RR. di Reggio Calabria ove giungeva in prognosi riservata), unita ai primi elementi investigativi acquisiti sullautovettura della donna, che presentava nellabitacolo numerose tracce ematiche e i segni, su entrambi i lati della carrozzeria, di sfregamenti ed urti, portavano ad escludere da subito laccidentalità dellevento, ipotesi inizialmente prospettata agli investigatori dalla stessa vittima, facendo propendere per la tesi che il grave atto fosse da ricondurre alla mano delluomo e non alla casualità di un incidente. I risultati investigativi, confortati nella ricostruzione degli eventi anche dalle dichiarazioni della vittima che, dopo essere stata reticente sulle circostanze dei fatti, giorni dopo confermava completamente quanto si andava accertando, consentiva di porre allattenzione del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. TRIPODI (titolare del fascicolo procedimentale) una considerevole mole di circostanziate fonti di prova che, condivise completamente dal G.I.P. di Reggio Calabria, confluivano nella misura cautelare eseguita questoggi. Ma qualè il movente di questo assurdo evento? Ciò che si ipotizza (e che sarà oggetto di ulteriore approfondimento investigativo) è che la causa scatenante dellaggressione potrebbe essere stata il tentativo, posto in essere dalla donna, di sottrarre, dalla rivendita di frutta e verdura di PANGALLO Leone (sita a Roghudi Nuovo), una forma di formaggio, azione non andata a buon fine per lintervento degli odierni indagati.
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