Nato assume comando operazioni. Inviato: ribelli a 40 km da Brega
redazione | Il 31, Mar 2011
Obama a Napolitano: “Grazie all’Italia”. Scomparso peschereccio italiano
Nato assume comando operazioni. Inviato: ribelli a 40 km da Brega
Obama a Napolitano: “Grazie all’Italia”. Scomparso peschereccio italiano
(ANSA) Gli Stati Uniti esprimono ‘profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilita’ in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Natò. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama nel corso di una telefonata al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Intanto Obama, secono l’agenzia Reuters, avrebbe già autorizzato, firmando un ordine segreto, operazioni di appoggio ai ribelli libici da parte della Cia che, secondo il sito web del New York Times, sono già iniziate “da alcune settimane”, con agenti disseminati sul territorio libico per individuare obiettivi per i raid aerei e per contatti con la ‘rivoluzione’ assieme a colleghi dell’MI6 britannico. Ieri sera il ministro degli esteri libico, Mussa Kussa, è volato dalla Tunisia in Gran Bretagna, dove ha annunciato la sua defezione e l’intenzione di abbandonare Muammar Gheddafi.
NATO HA PRESO COMANDO OPERAZIONI – La Nato ha completato le operazioni di trasferimento del comando dalla ‘coalizione dei volenterosi’ in Libia, alle 08:00 di questa mattina. Lo ha detto un portavoce dell’Alleanza a Bruxelles.
SULLA STRADA TRA AJDABIYA e BREGA – E’ completamente deserta tutta la strada tra Ajdabiya e Brega, cosi’ come quella tra Bengasi e Ajdabiya. In un clima di forte tensione e di attesa poche centinaia di insorti sono fermi a 40 km. dalla citta’ petrolifera di Brega in un punto che viene chiamato Arbayin, che vuole dire appunto 40. I ribelli attendono di capire se si possono muovere o meno, e cantano ‘Allah U Akbar’ quando sentono passare i caccia della coalizione. Sono arrampicati su tecniche con mitragliatrici e kalashnikov e hanno un po’ di rifornimenti sui pick up. Tutto intorno le solite carcasse di mezzi e rottami di auto. SCOMPARSO PESCHERECCIO ITALIANO, RICERCHE – Dalla scorsa notte non si hanno più notizie del peschereccio ‘Mariella’, iscritto alla marinare di Siracusa, con tre persone a bordo, che stava svolgendo attività di pesca a 50 miglia al largo di Bengasi del golfo della Sirte. Dal motopesca è partito un sos con il sistema satellitare che collega tutte queste unità al comando generale delle capitanerie di porto, ma del motopesca poco dopo si sono perse le tracce. Tutte le ipotesi vengono alla stato prese in considerazione: dall’incidente al sequestro. I fatti risalgono alle 22.30 di ieri, quando il peschereccio ha lanciato un sos con il proprio sistema satellitare. Alla sala operativa della guardia costiera hanno visto l’unità spostarsi velocemente e poi scomparire: forse perché il sistema di localizzazione è stato spento, si è guastato, o per altre cause. Per tutta la notte sono stati tentati dei contatti radio da parte delle capitanerie di porto, ma inutilmente. Nessuna risposta. Il peschereccio – di venti metri – era impegnato in attività di pesca nel golfo della Sirte già dallo scorso 24 marzo. A bordo ci sono tre persone: il capobarca Angelo Miraglia, di 43 anni, Ernesto Leni, di 62, e Giuseppe Gennuso, di 56. Il peschereccio italiano si trovava in acque libiche al momento in cui ha lanciato l’Sos. E’ quanto si apprende al comando generale delle Capitanerie di porto, dove confermano la localizzazione: 50 miglia al largo di Bengasi, nel Golfo della Sirte. Alle 22.30 il motopesca ha lanciato l’allarme con la ‘bluebox’, il sistema di rilevamento satellitare che collega le unità da pesca con la Guardia costiera. Sugli schermi della sala operativa è stato visto il peschereccio prima spostarsi al massimo della propria velocità, poi scomparire. Nelle ricerche le Capitanerie di Porto hanno coinvolto tutte le navi militari e mercantili presenti in zona.
FRATTINI, LUNEDI’ A ROMA RAPPRESENTANTE INSORTI – Lunedì sarà a Roma il rappresentante della politica estera del Consiglio nazionale transitorio libico per un colloquio con il ministro degli esteri Franco Frattini. Lo ha annunciato lo stesso titolare della Farnesina intervistato da Maurizio Belpietro.
OBAMA A NAPOLITANO, GRAZIE ITALIA PER APPOGGIO – Barack Obama ringrazia l’Italia per “l’appoggio costante alle operazioni della coalizione in Libia sotto il comando Nato”. Ieri al termine di una giornata forse chiave per la crisi libica, dopo la fuga del ministro degli esteri libico in Gran Bretagna, il presidente degli Stati Uniti ha chiamato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da qualche giorno in visita a New York. Una conversazione i cui contenuti sono stati resi noti da un comunicato ufficiale della Casa Bianca. Traendo spunto dai recenti festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, Obama è tornato a congratularsi con Napolitano e con tutto “il popolo italiano” per questa importante ricorrenza. Obama ha quindi affrontato con Napolitano il tema di maggiore risalto sulla scena internazionale, la crisi libica. “Barack Obama – si legge nella nota diffusa dalla presidenza Usa – ha espresso il suo profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilità in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Nato”. Il presidente americano, sottolinea il comunicato, “ha riconosciuto la competenza e la conoscenza dell’Italia della regione libica e ha ribadito la volontà di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni 1970 e 1973 approvate dalle Nazioni Unite”.
UGANDA, DISPOSTI AD ASILO PER GHEDDAFI SE LO CHIEDE – “Se Gheddafi farà richiesta di asilo in Uganda, prenderemo in considerazione la sua domanda come facciamo con tutti coloro che cercano riparo in Uganda”: lo ha detto alla Reuters il sottosegretario agli Affari esteri ugandese, Henry Okello Oryem, riferendosi alle informazioni diffuse in proposito da Al Arabiya. Il responsabile ha comunque premesso che per ora si tratta solo “di voci” e che in una seduta del consiglio dei ministri svoltasi oggi “abbiamo discusso della Libia ma non dell’asilo”.
redazione@approdonews.it