Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge?
Mirella Maria Michienzi | Il 04, Apr 2011
Le riflessioni della nostra scrittrice
DI MIRELLA MARIA MICHIENZI
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge?
Le riflessioni della nostra scrittrice
Di Mirella Maria Michienzi
Gentile Direttore,
abbiamo studiato, e facciamo ancora studiare, che una volta non c’era la democrazia e che i regnanti, con la di loro corte, vivevano in lussi sfrenati, mentre il popolo soffriva per i sacrifici necessari alla sopravvivenza.
Queste affermazioni fanno sorridere di felicità gli studenti; come pure hanno fatto sorridere i loro genitori, naturalmente per lo scansato pericolo, e…tutti ringraziano il Signore di essere nati in un’altra epoca.
Forte delle suddette assicurazioni, l’uomo perde la capacità di giudizio… e se qualche insegnante cerca di intavolare un discorso critico…rischia grosso, perciò è meglio presentare la storia pedissequamente, così come ci viene propinata nei libri.
La Costituzione viene appena letta ed è doverosamente accettato che viene ben applicata !
Eppure basterebbe soffermarsi con spirito critico sull’ art. 3 che sancisce l’uguaglianza, formale e sostanziale, tra tutti i cittadini e che conseguentemente non ammette l’emanazione di leggi che creino disparità di trattamento per alcuni , siano essi semplici cittadini che governanti!
Bellissimo e giustissimo quanto detto dall’art. 3, però è possibile che nessuno contesti che non sia adeguatamene applicato ?
Oggi, 2011, ci sono tanti onesti lavoratori che, pur avendo versato 40 anni di contributi, percepiscono una pensione di circa 700 euro. Sono i nostri bravissimi artigiani, i nostri operai che si sono spaccati la schiena per tutta una vita ed ora sono costretti per sopravvivere a fare ( anche a 85 anni ) i lavascale, assunti a nero da ditte “regolari”. Ma non è di questo che voglio parlare , perché questi poveretti sarebbero ulteriormente penalizzati ( e ciò non è nelle mie intenzioni) e non saprebbero davvero come sbarcare il lunario, soprattutto se vivono in città del nord.
Oggi punto il dito su quell’infame legge che permette ai deputati ed ai senatori di percepire pensioni megagalattiche pur non avendo dovuto versare i 40 anni di contributi, come richiesto a tutti i lavoratori.
Addirittura ci sono 3 parlamentari che, per aver presenziato un solo giorno, percepiscono 3 mila euro al mese di vitalizio; altri per aver “ lavorato “ un po’ di più, cioè 68 giorni contro l’1 di prima ( Chi sa poverini come sono stanchi! ), percepiscono sempre 3 mila euro.
C’è anche la vedova di un parlamentare, che materialmente non ha mai messo piede in Parlamento, che percepisce comunque l’assegno di reversibilità.
Di contro, quanti onesti lavoratori hanno lasciato le vedove e i piccoli figli senza un minimo sostegno, perché i contributi non erano maturati ? !
E questa mi si viene a dire che sia democrazia !
Inoltre i parlamentari, pur avendo stipendi elevatissimi,usufruiscono di un servizio bar, e pare anche del barbiere e del parrucchiere, a prezzi irrisori, perché evidentemente non ce la possono fare a pagare come i comuni mortali!
Sarebbe utile che qualcuno, che voglia davvero il bene degli italiani, si svegliasse e portasse avanti questo discorso che dovrebbe investire anche gli stipendi dei parlamentari.
Se tali stipendi si abbassassero a somme umane , cioè a somme che può percepire un onesto lavoratore ( al massimo, per quello che fanno, 2500 euro e …sarebbe anche troppo ), innanzitutto avremmo posto fine alla frenetica corsa verso la poltrona, perché chi ci aspirerebbe non lo farebbe per fini di lucro ma per il bene della collettività .
Il 6 ottobre 2010 è stata presentata una mozione soltanto per ridurre la pensione ai parlamentari.
Tra 525 votanti la maggioranza è stata di 498 ! E’ stata rifiutata la riduzione, figuriamoci se avessero dovuto votare quanto da me auspicato.
Quando mai c’è stata questa maggioranza in parlamento? In questo si sono trovati tutti d’amore e d’accordo…soprattutto nel mettere sotto i piedi l’art. 3 e le altre leggi che regolano i diritti e i doveri dei lavoratori e che ben chiaramente parlano di 40 anni di contributi.
E’ questa uguaglianza di uno stato democratico ?
A tutto questo lusso sfrenato si aggiungono altri ingiusti aspetti; per esempio: i benefici di una doppia pensione, quella come parlamentare e quella derivante dal proprio lavoro; le macchine blu e le scorte che competono anche ai senatori a vita o a chi ha rivestito nel passato alte cariche; la vergogna di pensioni elevatissime ( tipo 35mila euro al mese) di cui ogni tanto si parla e tutto finisce lì ( In questi giorni si è parlato di Amato, nel passato di Dini e Prodi, e, poi, di tanti altri “della bella casta”, sia di destra che di sinistra .) ; e naturalmente l’acquisto di case a prezzi competitivi, chi le intesta a parenti, chi addirittura non sa chi gliela abbia comprata; non possono mancare all’appello i fondi d’investimento all’estero…e qui mi fermo, perché provo vergogna io stessa, però loro no…e pensano di accusarsi a vicenda, come in un mercato, senza tenere presenti i veri bisogni e le urgenze dell’Italia che in questo momento è letteralmente abbandonata a se stessa anche dall’Unione Europea. La Francia sembra che cambi quella politica altezzosa di cui ho parlato nei giorni scorsi.
Di fatto c’è da dire che non siamo tenuti in considerazione, perché “fare politica in Italia” sembra essere la corsa verso l’insieme di tutti i suddetti aspetti del bengodi, escludendo il bene e il rispetto per l’Italia e gli italiani tutti.
Io non conosco molte cose, è vero, dico soltanto ciò che ho visto.
E ho visto:
-che la culla dell’uomo è dondolata con le favole…
-che le grida d’angoscia dell’uomo sono soffocate con le favole…
-che il pianto dell’uomo è tamponato con le favole…
-che la paura dell’uomo…ha inventato le favole.
Io conosco pochissime cose, è vero ,eppure m’hanno addormentato con tutte le favole…e le conosco tutte, le favole.
Leon Felipe