Magarò,“Sono felice di partecipare a una manifestazione religiosa dall’enorme valore simbolico, religioso, civico e popolare”
redazione | Il 24, Apr 2011
Il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, oggi presente, assieme al vicepresidente della Commissione Bruno Censore ed al consigliere regionale Alfonso Dattolo, all’Affruntata di Sant’Onofrio nel Vibonese
Magarò,“Sono felice di partecipare a una manifestazione religiosa dall’enorme valore simbolico, religioso, civico e popolare”
Il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, oggi presente, assieme al vicepresidente della Commissione Bruno Censore ed al consigliere regionale Alfonso Dattolo, all’Affruntata di Sant’Onofrio nel Vibonese
VIBO VALENTIA“Sono felice di prendere parte a una manifestazione religiosa dall’enorme valore simbolico, religioso, civico e popolare”.
L’ha detto Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta, oggi presente, assieme al vicepresidente della Commissione Bruno Censore ed al consigliere regionale Alfonso Dattolo, all’Affruntata di Sant’Onofrio nel Vibonese.
“Le polemiche – ha aggiunto – anche recenti, su questa importantissima processione, in cui la mafia ha inteso esibire la sua presenza arrogandosi il diritto di portare in giro le statue della Madonna, di Gesù e di San Giovanni, oggi sono state stroncate dalla presenza di un popolo di fedeli che si muove, e intende sempre più farlo nel prossimo futuro, dentro i confini della legalità e della democrazia. Perché è chiaro a tutti che le mafie sono portatrici di disgregazione e sottosviluppo. Secondo alcuni autorevoli osservatori, in Calabria la ‘ndrangheta sarebbe ormai un potere criminale, economico e politico che non accetta di essere messo in discussione. Ebbene, a questa organizzazione che è stata paragonata all’organizzazione terroristica di Osama Bin Laden, Al Qaeda, le forze dell’ordine e la magistratura stanno assestando colpi straordinari. La mafia insomma si può sconfiggere”.
Ancora il presidente Magarò: “Tocca anche alla società civile nella sua complessità, però, fare adeguatamente la propria parte, se davvero si vuole affrancare la Calabria da questa malapianta e garantire un futuro ai nostri figli. In questo caso specifico, oggi e in questa processione dove tutti sanno bene cosa avveniva negli anni scorsi, tutti noi abbiamo dimostrato che si può tenere lontana la mafia e che senza la mafia il rapporto tra i fedeli e Dio è decisamente più limpido e sano”.
Ha concluso Magarò: “Se, come spiegano spesso i teologi e gli antropologi più accreditati, la religiosità popolare svolge una funzione di ponte tra l’umano e Dio e se giornate come questa possono aiutare a far ridiventare i calabresi arbitri del proprio destino, allora è chiaro che presenze invasive e dirompenti come la ‘ndrangheta non possono che essere viste come avversarie irriducibili. Dove c’è la ‘ndrangheta, direttamente o indirettamente, non solo lo Stato è debole e quindi sono deboli i diritti dei cittadini, ma anche la religione subisce una grave trasformazione, perché le stesse rappresentazioni della Settimana Santa, qualora, come pure è accaduto, dovessero registrare presenze criminali, subirebbero un’influenza che rovinerebbe lo stesso rapporto tra la persona umana e Dio. La ‘ndrangheta anzitutto distrugge la libertà degli individui! E la libertà è un bene non solo laico e costituzionalmente garantito, ma anche profondamente religioso. Noi siamo qui oggi per testimoniare che un evento così seguito e cosi popolare, deve essere affrancato dalla mafia e che gli uomini della mafia, come ricorda la stessa Chiesa, non possono accampare alcun privilegio. Abbiamo detto che la ‘ndrangheta non può entrare nei comuni attraverso una targa che stiamo collocando dappertutto e diremo a breve, attraverso un manifesto, la stessa cosa per i beni confiscati. Che la ‘ndrangheta è indesiderata nelle ricorrenze religiose lo diciamo noi stessi, tutti noi, con la nostra presenza fisica…”