Polistena, la Dia confisca 48 milioni di euro all’imprenditore Tassone
redazione | Il 19, Mag 2011
Noto imprenditore della zone di Polistena, è stato sottoposto alla confisca di oltre 48,5 milioni di euro in beni, imprese e proprietà, a seguito della condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa (è ritenuto contiguo alla cosca Versace-Longo)
Polistena, la Dia confisca 48 milioni di euro all’imprenditore Tassone
Noto imprenditore della zone di Polistena, è stato sottoposto alla confisca di oltre 48,5 milioni di euro in beni, imprese e proprietà, a seguito della condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa (è ritenuto contiguo alla cosca Versace-Longo)
Dopo la condanna, la confisca. Salvatore Domenico Tassone, noto imprenditore della zone di Polistena, è stato sottoposto alla confisca di oltre 48,5 milioni di euro in beni, imprese e proprietà, a seguito della condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa (è ritenuto contiguo alla cosca Versace-Longo) e per avere costretto le ditte appaltatrici dell’autostrada A3 Salerno- Reggio Calabria a rifornirsi di calcestruzzo e inerti presso le proprie aziende e ai prezzi da lui imposti. L’operazione, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, e presentata alla stampa questa mattina dal colonnello Francesco Falbo, arriva a seguito dell’indagine del luglio 2007 chiamata ‘’Arca-labirinto’’ , con la quale squadra mobile e DIA avevano scoperchiato il sistema dei subappalti e del pizzo nei cantieri della tormentata arteria calabrese. Il Tassone, già ampiamente noto alle autorità per essere stato condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio di Pierino Rullo, avvenuto nel 1993, si avvaleva dei beni confiscatigli per perpetrare questo sistema di imprenditoria illecito, le cui principali attività erano, secondo gli inquirenti, quelle tipiche dell’estorsione mafiosa.
Al fine di ricavare guadagni illeciti, e di sottrarsi alla normativa antimafia, Tassone aveva intestato tutte le proprie aziende, anche la Edil-Moviter, alla figlia Laura e, quando questo non era più stato sufficiente, aveva evitato di sottoporsi ai controlli per la certificazione antimafia, controllando, non più gli appalti, ma le subforniture di materiale. ‘’E’ un grande risultato – ha detto il direttore della DIA Francesco Falbo – per tutti coloro che hanno condotto le operazioni che nel 2007 avevano portato al sequestro giudiziario, oggi arriva la condanna che rimette questi beni nella disponibilità della cittadinanza’’.
Tra i beni confiscati, oltre alle aziende Costruzioni Generali srl, Edil-Moviter snc, Facep srl, Sud appalti sas e parte della Pregranulati snc, gli uomini della DIA hanno definitivamente spogliato Tassone della proprietà di tre cave, ottantasei appezzamenti di terreno tra Cinquefrondi e Giffone, numerosi immobili siti nella zona e delle disponibilità finanziarie della famiglia che ammontavano a circa 5 milioni di euro, assieme a due autovetture di grossa cilindrata.