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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Se i bronzi decidono di andare in vacanza

Se i bronzi decidono di andare in vacanza

| Il 11, Giu 2011

Le  polemiche suscitate dallo spot istituzionale della Regione hanno finalmente fatto uscire i due Guerrieri di Riace dal buio del Museo reggino e dal pressoché anonimato. E la Calabria ci guadagna. Nostra idea per il sequel del filmato

di SALVATORE LAZZARO

Se i bronzi decidono di andare in vacanza

Le  polemiche suscitate dallo spot istituzionale della Regione hanno finalmente fatto uscire i due Guerrieri di Riace dal buio del Museo reggino e dal pressoché anonimato. E la Calabria ci guadagna. Nostra idea per il sequel del filmato

 

Fa bene Scopelliti a farsi una sonora risata delle contestazioni (tante, ma non la maggioranza) mosse allo spot sui Bronzi di Riace. Uno spot divertente, ironico, ideato da giovani calabresi e costato una manciata di spiccioli ove si consideri il costo di quelli precedenti.

Stavolta non si è voluti ricorrere alle stucchevoli cartoline o alle retoriche tirate di Gattuso sul “cuore dei calabresi”.  Stavolta la pubblicità istituzionale della Regione ha voluto andare sul leggero e sul divertito, grazie ad un’abile animazione in computer grafica che ha fatto agire e parlare i due guerrieri. Che decidono di giocarsi al “tocco” la scelta di andare in montagna o al mare per godersi le agognate vacanze dopo settemila anni di forzato immobilismo.

I creativi del gruppo che hanno ideato la campagna turistica hanno avuto davvero una bella pensata.

Piaciuta moltissimo – e non solo ai bambini -, come si può verificare andando a contare su You Tube le migliaia e migliaia di persone che hanno cliccato lo spot (e sicuramente non tutti calabresi).

Tuttavia, in tanti, soprattutto i cosiddetti intellettuali, si sono indignati e hanno alzato alti lai per lo “sconcio” dell’iniziativa. Qualcuno ha chiesto a muso duro (commercianti  e imprenditori in primis) il ritiro della réclame.

Una vera esagerazione, che continua a relegarci nel nostro già angusto provincialismo.

Ma davvero in Calabria non si può scherzare coi Bronzi?

Adesso che si può perfino parlar male di Garibaldi, non si possono toccare le due creature di Fidia (o chi per lui)? Pensavamo che dopo i baffi appioppati alla Gioconda da Marcel Duchamp nella sua provocazione dadaista si fosse dato un colpo mortale all’idea dell’arte intesa come sacralità officiata da un’oligarchia di sacerdoti saccenti e impenetrabili alle esigenze e alle conoscenze del vulgo.

Vulgo che restava semplice fruitore, a volte entusiasta quando si trattava di arte classica, a volte stupefatto quando di trattava di arte non figurativa. E anche quando si incominciò a parlare di “arte popolare”, fu subito chiaro l’inganno,  poiché  essa sarebbe stata  prodotta  per il popolo e non dal popolo. Un modo per indottrinarlo (si pensi al “realismo socialista”) più che per farlo riflettere o dargli gli strumenti per divenire esso stesse facitore d’arte.

Il Governatore ha citato altri casi di opere “contaminate” dalla pubblicità, che le ha utilizzate per veicolare i brand dei propri committenti. Come la statua della Libertà vestita con i jeans. O la Monna Lisa (sempre lei!) liscia gassata naturale della Ferrarelle.  Ma i pubblicitari hanno fatto irruzione anche nel religioso, come è accaduto con il volto di Cristo effigiato sul sinuoso lato B di una splendida modella (con l’azzeccatissimo  claim in tema evangelico: “Chi mi ama mi segua…”), a dimostrazione del fatto che, insomma, si può scherzare anche con i Santi, oltre che con i fanti (a ridicolizzare benevolmente questi ultimi sono state sufficienti le infinite barzellette sui carabinieri. E non ci risulta che qualcuno se la sia presa).

Per tornare alle due statue nostrane, permetteteci di citarci addosso. Molti anni fa, lo scrivente, sulle pagine di un settimanale chiamato Oggi Sud (in seguito divenuto quotidiano, diretto da Nino Doldo, davvero un buon giornale, peccato abbia avuto vita breve…) riempiva una pagina di battute sull’attualità nazionale e calabrese pronunciate dai Bronzi in dialogo tra di loro. Nessuno allora ebbe da ridire (forse perché nessuno ci leggeva?  Ci deprime profondamente il solo pensarlo…).

Un progetto  che, magari, potremmo riprendere su approdo news. La tentazione è forte.

Intanto, ci sia concesso di suggerire a Scopelliti non solo di non cancellare il discusso spot, ma di dargli un sequel per la prossima stagione. L’idea (offerta al prezzo di un euro, per non essere meno di Santoro) è questa:  si vedranno i due Bronzi andare in giro (sempre regolarmente nudi, per carità) con la macchinetta in mano  a fotografare i posti e i monumenti più belli della Calabria. Attorniati da una moltitudine di persone entusiaste. Le quali  faranno concitatamente a gara per fotografare non le bellezze architettoniche e paesaggistiche  che hanno vicino (e che dovranno essere bene in mostra) ma proprio loro due, i Bronzi, divenuti – ora sì, dopo tanto parlarne come testimonial – finalmente popolari!

redazione@approdonews.it