I precari presidiano Montecitorio
redazione | Il 20, Giu 2011
In centinaia per protestare contro il “decreto sviluppo”
di DOMENICO GIOVINAZZO
I precari presidiano Montecitorio
In centinaia per protestare contro il “decreto sviluppo”
«Non vogliamo che il Governo cada per le manovre di palazzo, vogliamo che siano i cittadini a mandarlo via». Sono le parole di Daniela Amore, lavoratrice precaria della scuola pubblica italiana. Esponente a pieno titolo di quella “Italia peggiore”, per usare le parole di Renato Brunetta, che da domenica sera sta presidiando piazza di Montecitorio per portare davanti al palazzo della politica il Paese reale, con i suoi problemi e le sue rivendicazioni.
L’obiettivo è di rimanere davanti alla Camera «almeno fino al 22 giugno – spiega Daniela – per gridare dal basso che la fiducia a questo governo non va data. Perché con le politiche per il lavoro che sta portando avanti ha dimostrato di non meritarsela». L’oggetto principale della protesta è il cosiddetto decreto sviluppo, la cui approvazione alla Camera è prevista per domani, con il voto di fiducia richiesto dall’esecutivo. «E’ un provvedimento che si abbatterebbe come una scure su migliaia di lavoratori precari della scuola», prosegue Daniela che denuncia il tentativo di «sovvertire quanto stabilito da una direttiva europea, e cioè il diritto a vedere il proprio rapporto di lavoro stabilizzato dopo tre anni di contratti precari. Non possiamo tollerare questa ennesima aggressione ai nostri diritti, e per questo abbiamo deciso di mantenere un presidio davanti al Parlamento».
I precari sono molto determinati nel portare avanti le loro rivendicazioni, e annunciano altre iniziative. Un’assemblea aperta si terrà nel pomeriggio di oggi a piazza di Montecitorio, per discutere su come nuovo impulso alla protesta cercando il massimo coinvolgimento di cittadini. In serata i precari dello spettacolo, che da giorni stanno occupando il teatro Valle, daranno vita a una rappresentazione sul precariato che verrà ripetuta anche nelle serate successive. Domani è previsto anche l’intervento di Ulderico Pesce, che sempre davanti a Montecitorio leggerà dei brani sul diritto allo studio.
Intanto, pare inizino ad arrivare già i primi risultati di questa battaglia. Infatti, il maxi-emendamento introdotto dalle commissioni Bilancio e Finanze, sul quale il ministro per i Rapporti col Parlamento, Elio Vito, ha posto la fiducia, cancellerebbe proprio la norma che danneggia i precari della scuola. Un fatto positivo per il coordinamento dei precari, che tuttavia intende mantenere alta l’attenzione sul governo. Perché al di là di questo singolo provvedimento, secondo Daniela «va cambiato radicalmente l’atteggiamento dell’esecutivo: non si può pensare di fare cassa tagliando i diritti».
Alla base della protesta c’è quindi una più ampia aspirazione al cambiamento. A confermarlo è il fatto che non si trovino solo i precari della scuola a manifestare. Al loro fianco, oltre ai precari dello spettacolo, di cui abbiamo già detto, ci sono anche dei liberi cittadini come Gaetano Ferrieri, il quale è al 17° giorno di sciopero della fame, e dal 4 giugno è in presidio insieme ad altri davanti alla Camera dei deputati. Le loro proposte (si trovano in dettaglio sul sito www.presidiomontecitorio.it) mirano a ridimensionare i privilegi della casta politica e a ridistribuire in maniera più equa la ricchezza, in modo da poter contrastare gli squilibri sociali che negli ultimi anni, anche per effetto della crisi economico-finanziaria, non hanno fatto che aumentare. L’indignazione non ha ancora raggiunto le dimensioni delle piazze spagnole, ma il malcontento tra i cittadini è molto diffuso anche nel nostro Paese. Se il mondo politico non saprà dare risposte adeguate in tempi brevi, anche le piazze italiane rischiano di esplodere.
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