Tragedia “Marcinelle”, presentata una proposta di legge per l’ Istituzione del museo del Minatore
redazione | Il 07, Ago 2011
In occasione dell’anniversario dell’8 agosto 1956 l’incidente provocò 262 morti su un totale di 274. L’aerea individuata i comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro (KR) e Motta S. Giovanni (RC)
Tragedia “Marcinelle”, presentata una proposta di legge per l’ Istituzione del museo del Minatore
In occasione dell’anniversario dell’8 agosto 1956 l’incidente provocò 262 morti su un totale di 274. L’aerea individuata i comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro (KR) e Motta S. Giovanni (RC)
REGGIO CALABRIA – In occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle, avvenuta la mattina dell’8 agosto 1956 in una miniera di carbone situata a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio (L’incidente provocò 262 morti su un totale di 274 uomini presenti nella miniera e rappresenta la terza sciagura più cruenta – dopo quella di Monongah e il disastro di Dawson – dell’emigrazione italiana) è stata presentata una proposta di legge per l’ Istituzione nei Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro (KR) e Motta S. Giovanni (RC) del Museo del Minatore. A firmarla: i consiglieri regionali di Idv, Domenico Talarico, Giuseppe Giordano e Emilio De Masi(capogruppo), il capogruppo del Pdl onorevole Luigi Fedele (che da Presidente del Consiglio regionale contribuì a rendere pubblica la tragedia di Monogah occultata per circa un secolo e dove morirono moltissimi calabresi), il capogruppo dell’Udc Alfonso Dattolo ed il capogruppo del Pd Sandro Principe L’istituzione di un Museo del minatore nei Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro –Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC) è finalizzata alla valorizzazione, sia storica che turistica, degli aspetti di un fenomeno di grandi proporzioni che ha interessato le comunità e le aree di diretta afferenza dei medesimi: quello dell’emigrazione extra regionale ed europea avente come sbocco il lavoro in miniera. In questi comuni, costituenti dei casi paradigmatici di una più generale situazione che riguardò anche altri territori della regione, dove le “tracce” della vicenda sono peraltro più facilmente percepibili, la partenza dei minatori verso talune località italiane ed europee ebbe per decenni le caratteristiche di un vero e proprio fenomeno di massa. “Alla base di questo enorme esodo – spiegano i firmatari – c’era ovviamente l’aspirazione a migliorare la propria vitae quella dei propri familiari: andare a lavorare in miniera o nelle gallerie significava sottrarsi al destino che una società rigidamente strutturata ed immobile imponeva generalmente ai ceti subalterni. Da questo punto di vista non vi è dubbio che quelle partenze, aumentando il livello di benessere delle famiglie, contribuirono a dare un forte impulso alla mobilità sociale delle generazioni che seguirono. Nella relazione della legge, “che siamo sicuri sarà esaminata dal Consiglio regionale nel più breve tempo possibile – hanno sostenuto gli esponenti di IdvTalarico, Giordano e De Masi – si chiarisce che “Per i minatori la vita fu però un teatro di privazioni e di sacrifici. Tanto che spesso, e non a torto, si è parlato di vero e proprio “eroismo” a proposito della loro esperienza lavorativa e umana.Esperienza che merita di essere opportunamente elaborata e offerta alla comprensione delle nuove generazioni. Il Museo, da questo punto di vista, può rappresentare quello che potremmo definire uno “scrigno” di testimonianze sulla storia e sui sacrifici compiuti dai minatori di ieri e di oggi, ma anche un’occasione per offrire alle nuove generazioni uno strumento che permetta loro di ricomporre la memoria del passato a fini identitari. L’idea è di creare un rapporto di identificazione tra la tematica del lavoro in miniera ed il territorio dei Comuni cui la presente proposta di legge si riferisce. Ciò anche al fine di relazionare, in una logica di rete, di governance territoriale e regionale, tale progetto con altre esperienze, anche di tipo museale, di valorizzazione a fini turistici delle risorse culturali della Calabria. Il valore sociale dell’iniziativa è senza dubbio nel messaggio che essa intende veicolare: il lavoro quale fondamento del nostro vivere civile, della realizzazione personale di ciascuno, nonché fonte insostituibile per la soddisfazione dei nostri bisogni. In un passaggio storico in cui la ricerca del successo senza sacrifici, anche a detrimento della dignità personale, costituisce un fenomeno sempre più diffuso nell’ambito delle relazioni sociali, il richiamo al valore sociale ed alla funzione del lavoro deve essere un punto chiave della pedagogia istituzionale. In questo quadro – si legge ancora nella relazione al progetto di legge – il Museo costituirà un’occasione importante per sensibilizzare le nuove generazione sulla dignità del vivere “lavorando”. Tale affermazione potrebbe apparire beffarda stante la grave crisi occupazionale che attanaglia i giovani, soprattutto nel Mezzogiorno. Ritornare sul tema dell’esodo ha, in questo senso, anche il significato di un monito rivolto alle Istituzioni per inibire, attraverso politiche occupazionali efficaci, nuove e più insidiose forme di spopolamento del territorio e delle aree
Si allega il testo della PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE Art. 1. (Istituzione del Museo del Minatore). 1. Nei Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC), che ne stabiliscono la sede, è istituito il Museo del Minatore, di seguito denominato «Museo». Art. 2. (Finalità). 1. Il Museo si propone i seguenti compiti: a) valorizzare a fini storici e turistici gli aspetti di un fenomeno molto diffuso nelle comunità di Colosimi (CS), di Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e di Motta S. Giovanni (RC) e nelle aree di loro diretta afferenza: emigrazione e lavoro in miniera; b) rappresentare una testimonianza della storia e dei sacrifici compiuti dai minatori, ma anche un’ occasione per offrire alle nuove generazioni uno strumento che permetta loro di ricomporre la memoria del passato a fini identitari; c) effettuare acquisti, scambi e prestiti con altri musei tematici in Italia e nel mondo, nonché con soggetti privati per l'incremento della dotazione repertuale ed iconografica; d) promuovere iniziative e attività culturali, anche attraverso il coinvolgimento di scuole di vario ordine e grado, idonee a favorire la conoscenza del fenomeno oggetto della propria missione istituzionale; e) istituire premi e borse di studio in favore di studenti e di giovani che si impegnano a effettuare ricerche e studi riguardanti la tematica dell’emigrazione e del lavoro in miniera. Art. 3. (Percorsi tematici) 1. In linea con le finalità esposte all’Art. 2 sono implementati i seguenti percorsi tematici: a) Contesto socioeconomico e culturale nel quale prende le mosse il fenomeno, con particolare attenzione alle implicazioni dello stesso sull’andamento demografico della popolazione; b) Le rotte dell’emigrazione. Motivazioni alla base della scelta delle destinazioni; c) Condizioni di lavoro in miniera ( Situazione contrattuale, sicurezza sul lavoro, ecc.), anche attraverso uno sguardo ai livelli di sindacalizzazione degli operai ed alle esperienze di lotta; d) Implicazioni esistenziali della “partenza” ed autorappresentazione dell’idea di “ritorno”; e) Il ruolo, la funzione sociale e sostitutiva delle donne. Art. 4. (Organizzazione del Museo). 1. L’organizzazione del Museo è demandata ai Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC), alla quale provvederanno con appositi regolamenti, prevedendo tra l'altro: a) servizi di accoglienza comprendenti una sezione bibliografica ed un punto di ristoro; b) aree espositive e didattiche interattive, finalizzate alla riproduzione di scenari inerenti la tematica; c) un'area dedicata ad attività espositive temporanee; 2. L’approvazione dei regolamenti da parte dei Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC), avverrà previo parere favorevole della Regione Calabria. Art. 5. (Comitato scientifico) 1. Al fine di stabilire le modalità di realizzazione ed i contenuti del Museo, la presente legge istituisce, per ciascun Museo, un Comitato scientifico formato da 5 studiosi ed esperti scelti fra persone di riconosciuta competenza nel campo della ricerca storica, della museologia e della didattica, sostenuta da specifici titoli o da attività inerenti la tematica del Museo. 2. Il Comitato ha i seguenti compiti: a) definire con metodo scientifico i filoni tematici che costituiranno gli assi del Museo; b) contribuire al reperimento ed alla selezione del materiale espositivo; b) stabilire le modalità di allestimento degli spazi espositivi e di catalogazione della dotazione museale; c) provvedere alla formulazione del corredo narrativo e didascalico dell’apparato iconografico e repertuale; 3. Il Comitato, nominato dai Consigli comunali dei Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC) rimane in carica un anno a partire dal suo insediamento. 4. Ai membri del Comitato scientifico è corrisposto un compenso per il lavoro svolto nella misura autonomamente definita dai Comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro – Pagliarelle (KR) e Motta S. Giovanni (RC). Art. 6. (Copertura finanziaria) 1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, pari a € a decorrere dall'anno 2011, si farà fronte attingendo al Fondo Unico per la Cultura di cui all’art. 4 della legge regionale 12 giugno 2009, n.19. f.to Domenico Talarico (gruppo consiliare IdV) Luigi Fedele (capogruppo consiliare PdL) Alfonso Dattolo (capogruppo consiliare UdC) Sandro Principe (capogruppo consiliare PD) Emilio De Masi (capogruppo consiliare IdV) Giuseppe Giordano (gruppo consiliare IdV).