Liquidati statuto dei lavoratori e contratto nazionale. Aboliti 25 aprile e 1 maggio
redazione | Il 13, Ago 2011
Il governo chiede agli italiani 120 miliardi di euro
Liquidati statuto dei lavoratori e contratto nazionale. Aboliti 25 aprile e 1 maggio
Il governo chiede agli italiani 120 miliardi di euro
ROMA – Un governo allo sfascio, morale e materiale, dopo aver approvato una finanziaria da 70 miliardi un mese fa ne ha approvata un’altra da 45 miliardi come pensiero di ferragosto.
Complessivamente si tratta di un un mese di manovra da 120 miliardi di euro circa. Il più grande colpo all’economia del paese che un governo in Italia, non a caso commissariato dalla Bce, abbia mai assestato alla popolazione.
Nel decreto, che andrà analizzato nel dettaglio nei prossimi giorni, c’è di tutto. Tasse ai lavoratori autonomi, congelamento delle tredicesime, privatizzazione dei servizi locali (che così costeranno di più e non saranno controllati dalla popolazione), azzeramento dei servizi sociali tramite il mancato trasferimento di fondi a regioni, province, comuni.
Inoltre tra le pieghe del decreto emerge l’attacco più pesante che un governo abbia mai portato a chi lavora.
Come conferma Sacconi, il decreto liquida in un colpo solo contratto nazionale di lavoro e statuto dei lavoratori. Introduce infatti il modello giuridico Marchionne, la deroga ai contratti nazionali, come norma e prassi.
Siccome l’arroganza inqualificabile di questo governo non ha limiti oltre all’abolizione, di fatto, del contratto nazionale il prossimo 25 aprile non sarà festa. E neanche il primo maggio. Per la prima volta dal governo Mussolini.
Una norma voluta, viste gli scarsissimi effetti sull’economia del provvedimento, per azzerare culturamente ogni tradizione di sinistra di questo paese.
Il bello, si fa per dire, è che queste norme rischiano di non servire a nulla. I mercati finanziari promettono ulteriori bagni di sangue. Sull’opposizione istituzionale, politica e sindacale, inutile parlare. Stiamo parlando di relitti che non fanno nemmeno ridere. Un mese fa il PD aveva fatto approvare la manovra finanziaria da 70 miliardi, Napolitano aveva parlato di “miracolo”. Bel miracolo, impoverire il paese e dare fiato ad un governo che ha liquidato decenni di diritti in una serata di metà agosto. Con quello che tecnicamente è un golpe, come conseguenza del commissariamento della maggioranza da parte della Bce.
L’auspicio è che, appena possibile, il paese ruggisca.
Questo ceto politico di disperati, che ha agganciato il proprio destino al delirio dei mercati finanziari, è capace di portarci al medioevo