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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

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Estorsione a premier Lecce indaga su Bari

Estorsione a premier Lecce indaga su Bari

| Il 02, Set 2011

Intercettazioni, premier a Lavitola: ‘Vado via dall’Italia’. Direttore Avanti!: ‘Teniamolo sulla corda’

Estorsione a premier. Lecce indaga su Bari

Intercettazioni, premier a Lavitola: ‘Vado via dall’Italia’. Direttore Avanti!: ‘Teniamolo sulla corda’

 

(ANSA) ROMA – La Procura di Lecce ha in corso indagini preliminari per verificare eventuali profili di rilievo penale legati all’operato di magistrati in servizio alla procura di Bari in relazione all’inchiesta che riguarda Giampaolo Tarantini.

Questi è stato arrestato ieri per ordine del gip di Napoli per estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed è indagato nel capoluogo pugliese con l’accusa di aver procurato prestazioni sessuali di giovani escort al presidente del Consiglio.

La procura salentina è competente ad indagare per fatti che riguardano magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Bari. Non è noto se siano già state fatte iscrizioni nel registro degli indagati.

L’inchiesta è affidata al pm Antonio De Donno, il quale oggi si troverebbe a Roma proprio per lo svolgimento di attività legate all’indagine.

Nei giorni scorsi la Procura di Lecce avrebbe ricevuto documenti ed intercettazioni telefoniche dai pm di Napoli Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sull’estorsione al premier, reato per il quale hanno chiesto ed ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Giampaolo Tarantini, la moglie Angela De Venuto e Valter Lavitola.

I primi due sono stati arrestati ieri a Roma dalla Digos di Napoli e sono ora detenuti nel carcere di Poggioreale in regime di isolamento e con divieto di colloqui con i difensori fino all’interrogatorio di garanzia. La misura cautelare nei confronti di Lavitola non è stata eseguita perché quest’ultimo – secondo quanto egli stesso ha fatto sapere – si trova all’estero per motivi di lavoro.

BERLUSCONI: INCHIESTA PURA FANTASIA – L’inchiesta relativa alle intercettazioni di Tarantini? “E’ pura fantasia quanto ipotizzato dai pm. Ho dato una mano ad una famiglia con figli e lo faccio come avviene con una miriade di persone. Lo faccio perchè me lo posso permettere”. Lo ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, poco prima di lasciare Parigi dopo il vertice sulla Libia.

BERLUSCONI, RESTO PER CAMBIARE QUESTO PAESE – “Io resto per cambiare questo paese”. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prima di lasciare Parigi risponde ai cronisti che gli chiedono se davvero abbia intenzione di lasciare l’Italia, come riportato nelle intercettazioni pubblicate oggi sui quotidiani. “E’ una di quelle cose che si dicono così al telefono di tarda sera, magari in un momento di rilassatezza, con un sorriso – spiega il premier – io resto qui per cambiare questo paese, anche per questo”.

LO SFOGO DI BERLUSCONI A LAVITOLA, ME NE VADO VIA … – “Tra qualche mese me ne vado …vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”. E’ lo sfogo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una conversazione intercettata la sera del 13 luglio scorso sull’utenza panamense di Valter Lavitola, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sulla presunta estorsione al premier.

Secondo il gip di Napoli – che ha disposto l’arresto dello stesso Lavitola, di Giampaolo Tarantini e della moglie per estorsione a Berlusconi – la conversazione in questione è “rilevante” in quanto attesta la “speciale vicinanza” tra il premier e Lavitola e la “natura dei rapporti” tra i due, “rivelandosi Lavitola impegnato sostanzialmente quale attivo e riservato ‘informatore’ su vicende giudiziarie che, benché riguardanti terzi, appaiono di specifico e rilevante interesse dello stesso Berlusconi”.

Viene quindi riportato il contenuto della conversazione nella quale, scrive il gip, “al di là del merito delle considerazioni che provengono dal Lavitola, è soprattutto di procedimenti giudiziari che egli discorre, riferendosi in particolare a quello condotto qui a Napoli sulla cosiddetta ‘P4’ nonché ad altri potenziali procedimenti riguardanti fatti accaduti a Bari e di cui il Lavitola sembra avere notizie”.

E’ Berlusconi a contattare Lavitola sull’utenza panamense di quest’ultimo alle ore 23 e 14 del 13 luglio facendosi introdurre da un tale ‘Alfredo’. La telefonata dura più di 13 minuti, durante i quali si parla di vari argomenti, in particolare di vicende giudiziarie.

E’ in questo contesto che si coglie l’amarezza del premier. “…anche di questo – dice Berlusconi, a proposito di alcuni aspetti della vicenda P4 – non me ne può importare di meno… perché io …sono così trasparente..così pulito nelle mie cose..che non c’é nulla che mi possa dare fastidio..capito?..io sono uno..che non fa niente che possa essere assunto come notizia di reato…quindi..io sono assolutamente tranquillo…a me possono dire che scopo..é l’unica cosa che possono dire di me…é chiaro?..quindi io..mi mettono le spie dove vogliono..mi controllano le telefonate..non me ne fotte niente…io..tra qualche mese me ne vado per i cazzi miei…da un’altra parte e quindi…vado via da questo paese di merda…di cui…sono nauseato…punto e basta…”.

PREMIER, CONTRO ME RAPINA DI GIUDICI TALEBANI – “Mi hanno fatto una cosa troppo terribile…troppo grande…venticinque anni di lavoro mandati in fumo…”. Così il premier Silvio Berlusconi, facendo riferimento alle sue vicende giudiziarie, in un passaggio della conversazione con Valter Lavitola.

“E una porcata inverosimile..davvero è una porcata (…) basata sul nulla…”, replica il direttore dell’Avanti, destinatario oggi di una delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli. “Sì..un rapina..una rapina basata..non basata sul nulla…basata su due giudici talebani di sinistra..eh..eh..é quello che continuo a dire..questo è..”, afferma Berlusconi.

Nell’intercettazione vi sono riferimenti anche alla vicenda delle escort, che costituisce un punto centrale dell’inchiesta in quanto, secondo l’accusa, vi sarebbe stata la minaccia, “implicita e larvata”, di Tarantini nei confronti di Berlusconi di un “cambio della strategia processuale fino a quel momento seguita” nel processo di Bari dove è accusato di aver procurato prestazioni sessuali di giovani donne. In cambio, gli indagati avrebbero ottenuto dal premier somme di denaro.

Lavitola dice: “ma qui..con le balle…perché lei..tutti i casini che ha avuto…non li ha avuti per delle gran balle…e lei..che ha fatto..pagava le puttane…o..per caso…faceva le droghe ..o le cose..le porcherie che dicevano loro…io.. sinceramente…non credo che ci sia una donna al mondo…che se lei la telefona…dice vieni qua..a farmi una pompa…quella non viene correndo…dottore..lei mi perdoni se mi permetto..però..in questa cosa..é troppo Berlusconi…”

Berlusconi sembra glissare sull’argomento: .:”eh..tu stai bene?…”, infatti replica. La telefonata, durata circa un quarto d’ora, si conclude con saluti affettuosi (“le voglio bene”, “ciao anche a te”) e con Lavitola che invita: “tenga gli occhi aperti..”.

ESTORSIONE A BERLUSCONI: LAVITOLA, ‘TENERLO SULLA CORDA’ – Appaiono incontrovertibili ed univoche le lunghe conversazioni telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini dalle quali si evince chiaramente come in particolare il Lavitola si prefigga di tenere sulla corda il presidente Berlusconi fino a metterlo “con le spalle al muro”, o di metterlo “in ginocchio, “andargli addosso”, “tenerlo sulla corda” – “tenerlo sotto pressione”. E’ quanto si legge nell’ordinanza del gip di Napoli sulla presunta estorsione al premier. Secondo il giudice “il tenore e il significato” delle “espressioni letteralmente utilizzate da Lavitola nel corso delle conversazioni”, risultano “inequivocabili e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove Lavitola e i coniugi Tarantini”.

ARRESTATI TARANTINI E LA MOGLIE – La Digos della Questura di Napoli, in collaborazione con quella di Roma, ha arrestato Giampaolo Tarantini, di 34 anni, e la moglie, Angela Devenuto, di 34, per il reato di estorsione ai danni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’arresto è stato eseguito in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli, Primavera. L’imprenditore barese e sua moglie Angela Devenuto sono stati arrestati dalla polizia alle prime ore dell’alba nella loro casa di Roma, nel quartiere residenziale dei Parioli.

L’inchiesta che ha portato all’arresto di Tarantini – l’imprenditore barese che nel 2008 aveva portato Patrizia D’Addario a palazzo Grazioli – era stata al centro di una anticipazione, il 24 agosto scorso, del settimanale Panorama. Secondo quanto riportato dal settimanale, la procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati più persone: tra loro Valter Lavitola, direttore ed editore del quotidiano online Avanti!.

L’inchiesta è condotta dai sostituti procuratori Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli. Secondo Panorama, l’estorsione ai danni del Cavaliere sarebbe consistita in un versamento di 500 mila euro a Tarantini e in altre somme versate ogni mese. Il presidente del Consiglio ha negato di essere vittima di un’estorsione e a Panorama ha dichiarato: “Ho aiutato una persona (cioé Tarantini, ndr) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio”. L’ipotesi della procura di Napoli, secondo la ricostruzione di Panorama, è che Tarantini abbia ricevuto il compenso per continuare a dichiarare, nel processo barese in cui è indagato, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste escort prezzolate dallo stesso imprenditore pugliese.

Secondo l’accusa, il mezzo milione sarebbe dovuto servire, soprattutto, a convincere Tarantini a scegliere la strada del patteggiamento in un procedimento in cui sarebbe l’unico imputato, evitando così un processo pubblico con la conseguente diffusione di intercettazioni telefoniche ritenute imbarazzanti per il premier. Gli inquirenti sospettano inoltre l’esistenza di un raggiro di Lavitola ai danni di Tarantini, con il primo che avrebbe trattenuto 400 dei 500 mila euro destinati al secondo.

PERQUISIZIONI IN CORSO. PROCURA: ‘INDAGINI COMPROMESSE DA FUGA DI NOTIZIE’ – Le indagini sulla presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi “sono tuttora in pieno svolgimento, anche con perquisizioni domiciliari”. Lo rende noto la procura di Napoli. Tutto ciò, si legge in una nota a firma del procuratore aggiunto Francesco Greco, malgrado le indagini stesse siano state “fortemente compromesse dalla criminosa sottrazione di numerosi e rilevanti contenuti della richiesta cautelare ad opera di ignoti, cui ha fatto seguito nei giorni scorsi la pubblicazione degli stessi su alcuni giornali nazionali”. Il riferimento è alle anticipazioni uscite la settimana scorsa su Panorama, e poi riprese dagli altri media.

VALTER LAVITOLA LATITANTE – Il gip Amelia Primavera ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere anche nei confronti del direttore ed editore dell’Avanti, Valter Lavitola il quale, a quanto si è appreso, risulterebbe irreperibile e dunque latitante. Lavitola si troverebbe da diverso tempo all’estero. I coniugi Tarantini sono stati arrestati a Roma e saranno trasferiti in mattinata a Napoli. L’imprenditore sarà rinchiuso nel carcere di Poggioreale e la moglie in quello femminile di Pozzuoli.

LAVITOLA, NON SONO LATITANTE MA ALL’ESTERO PER LAVORO – “E’ passata sui media la notizia che sono latitante. Non è vero. Sono all’estero per lavoro”. Lo dichiara Valter Lavitola, direttore dell’Avanti!’ in una nota. “Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere – prosegue Lavitola nella nota – è mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Infine, ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare il presidente Berlusconi, né di impossessarmi di presunte somme destinate ad una famiglia in difficoltà”.

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