Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Per le parole pronunciate a Venezia, Bossi sia sollevato dall’incarico di ministro

Per le parole pronunciate a Venezia, Bossi sia sollevato dall’incarico di ministro

| Il 18, Set 2011

Luigi Pandolfi: “Di fronte alla gravità delle parole pronunciate a Venezia dal leader del Carroccio la reazione delle Istituzione doveva essere immediata, risoluta, operativa. Come ai tempi della lotta al terrorismo. E invece no. Passano le ore, si ode qualche timido starnuto, qualcuno abbozza un’espressione sdegnata. Niente di più”

di Luigi Pandolfi

Per le parole pronunciate a Venezia, Bossi sia sollevato dall’incarico di ministro

Luigi Pandolfi: “Di fronte alla gravità delle parole pronunciate a Venezia dal leader del Carroccio la reazione delle Istituzione doveva essere immediata, risoluta, operativa. Come ai tempi della lotta al terrorismo. E invece no. Passano le ore, si ode qualche timido starnuto, qualcuno abbozza un’espressione sdegnata. Niente di più”



COSENZA – Ebbene sì, in Italia siamo proprio alla frutta. Sentire il ministro Bossi inveire contro lo Stato unitario, richiamando in servizio la parola d’ordine della secessione del Nord, fa non tanto rabbrividire quanto vomitare. Ma ciò che maggiormente indispettisce è la solita indolente reazione del mondo politico ed intellettuale e delle più alte autorità della Repubblica.

Di fronte alla gravità delle parole pronunciate a Venezia dal leader del Carroccio la reazione delle Istituzione doveva essere immediata, risoluta, operativa. Come ai tempi della lotta al terrorismo. E invece no. Passano le ore, si ode qualche timido starnuto, qualcuno abbozza un’espressione sdegnata. Niente di più.

Da cittadino di questa Repubblica, prim’ancora che da intellettuale che su questi temi conduce ormai da tempo una battaglia politica e culturale, mi sento tradito, umiliato, impotente, frustrato, avvilito.

Ci hanno detto che l’apertura delle sedi ministeriali a Monza è stato un atto illegittimo, contra legem e in spregio alla Costituzione. Mi sarei aspettato che dopo una simile constatazione qualcuno avesse agito per ripristinare la legalità nell’interesse della nazione. Se a Monza è stata violata la legge, qualcuno l’avrà pur violata! E invece no, tutto in cavalleria, a tarallucci e vino.

Mi chiedo: cosa accadrebbe se domani aprissi a casa mia una sede del ministero degli esteri? O se mi proclamassi sindaco del mio comune, con tanto di targhetta sul portone di ingresso della mia abitazione? Sarei certamente denunciato. E magari trasportato coattivamente al più vicino centro di igiene mentale.

Poi ci sono ministri della Repubblica, che esercitano la loro funzione sotto giuramento, che dovrebbero soggiacere all’imperativo costituzionale della disciplina e dell’onore nella conduzione del proprio alto ufficio, che contravvenngono platealmente, impudentemente, con insolenza, ai doveri loro imposti dalla Legge fondamentale dello Stato, e sono ancora lì, ancora a sfidare quelle Istituzioni che formalmente dovrebbero rappresentare.

Bene: per le parole pronunciate oggi a Venezia mi aspetto che il ministro Bossi sia sollevato dall’incarico che ricopre nel governo del paese. Attendo con ansia che il Presidente della Repubblica si adoperi perché questo scempio delle Istituzioni repubblicane abbia presto fine.

I ministri, nel nostro ordinamento, ancorché indicati dal  Presidente del Consiglio, sono nominati dal Capo dello Stato, nelle cui mani giurano fedeltà alla Repubblica “prima di assumere le funzioni”.

E non è certo un caso che l’art. 87 della Costituzione reciti testualmente che  “Il Presidente della Repubblica  è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale”. Si, avete letto bene…l’unità nazionale! Quella che stamattina un ministro in carica ha messo platealmente in discussione……

Luigi Pandolfi