Meredith: la parola all’accusa
redazione | Il 23, Set 2011
Oggi requisitoria della procura generale nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox
Meredith: la parola all’accusa
Oggi requisitoria della procura generale nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox
(ANSA) PERUGIA – Oggi requisitoria della procura generale nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox, in corso a Perugia, per l’omicidio di Meredith Kercher.
I due imputati, che stanno scontando 25 e 26 anni di reclusione, sono entrambi presenti in aula. Entrambi si proclamano innocenti. La procura generale ha presentato appello contro la sentenza di primo grado, chiedendo il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi per il delitto e l’esclusione delle attenuanti generiche.
Le richieste di condanna della procura generale potrebbero arrivare domani. L’aula di udienza e’ oggi particolarmente affollata di giornalisti, fotografi e teleoperatori come non accadeva da tempo. Meredith Kercher venne ferita alla gola con un coltello e uccisa a Perugia la sera del primo novembre del 2007.
PG, EVIDENTI LACUNE IN PERIZIA TRACCE DNA – Ha manifestato la sua “piena adesione” a tutte le questioni sollevate dai magistrati nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, in particolare a quelle legate alla “nuova perizia” sulle tracce di Dna fatta svolgere dalla Corte d’assise d’appello, il nuovo procuratore generale di Perugia, Giovanni Galati. Il magistrato che ha assunto da poco la guida dell’Ufficio si è presentato stamani in aula accanto ai suoi colleghi impegnati nella requisitoria. “Piena adesione a tutte le questioni sollevate – ha detto il procuratore – in particolare quelle legate alla nuova perizia le cui conclusioni sono infondate e presenta evidenti lacune. Mi auguro che la decisione sia frutto di un sereno confronto tra le parti”. La perizia sulle tracce di Dna ha definito “non attendibili” i risultati ottenuti dalla polizia scientifica. Le conclusioni sono state però contestate dai pubblici ministeri. Il primo a prendere la parola per la requisitoria è stato il sostituto procuratore Giancarlo Costagliola che ha affrontato le questioni giuridiche e cominciato a esaminare le testimonianze acquisite nel processo d’appello.
PM ATTACCA CONCLUSIONI PERIZIA DNA – E’ “attendibile e affidabile” il clochard che sostiene di avere visto Raffaele Sollecito e Amanda Knox poco lontano dalla casa del delitto la sera del primo novembre del 2007 quando Meredith Kercher venne uccisa. Lo ha sostenuto il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola che ha portato un primo attacco alle conclusioni della perizia sul Dna. “E’ una falsificazione scientifica della realtà – ha detto il magistrato – negare l’esistenza del Dna della Kercher e di Sollecito sul coltello (considerato l’arma del delitto – ndr) e sul gancetto di reggiseno (indossato dalla studentessa inglese quando venne uccisa – ndr)”. Costagliola ha spiegato che le questioni genetiche saranno approfondite dal pm Manuela Comodi. Ha anche annunciato che la procura generale rinnoverà nelle sue conclusioni la richiesta, già respinta dalla Corte, di una nuova perizia genetica. Riguardo alla testimonianza di Curatolo, Costagliola ha definito “preciso” il suo racconto. “Il clochard – ha affermato il magistrato – ha visto con assoluta certezza gli imputati la sera del primo novembre”. Il sostituto procuratore generale Costagliola ha definito la perizia sulle tracce di Dna “frutto di un esame superficiale e dal piglio innocentista”. A suo avviso c’ è quindi “l’assoluta necessità” di analizzare le tracce sul coltello individuate dagli esperti nominati dalla Corte. “Un esame invece non fatto dai periti – ha aggiunto Costagliola – nonostante fosse il primo quesito posto dalla Corte”.
PM A GIUDICI, SENTITEVI UN PO’ GENITORI MEZ ‘- “Mi auguro che nel decidere vi sentiate un po’ genitori di Meredith Kercher, una ragazza seria e discreta alla quale Amanda e Raffaele hanno impedito di vivere”: il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola si è rivolto così ai giudici della corte d’Assise e d’Appello di Perugia nel corso della sua requisitoria. Secondo il magistrato “c’é stata una campagna ossessiva, in particolare da parte di giornali e tv italiane, che ha fatto sentire tutti genitori di Amanda e Raffaele, due ragazzi di buona famiglia tenuti in carcere dall’ostinazione della Procura”. “Mi auguro invece – ha concluso Costagliola – che nel decidere vi sentiate un po’ genitori di Meredith”.
SENTENZA A INIZIO OTTOBRE, DEFINITO CALENDARIO – Definito il calendario delle prossime udienze del processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. La requisitoria dei pm cominciata oggi proseguirà anche domani. Lunedì la parola passerà alle parti civili. Martedì è previsto l’avvio delle arringhe della difesa della Knox. Mercoledì il processo si fermerà in quanto l’aula sarà occupata per per un altro procedimento. Poi sarà la difesa Sollecito a prendere la parola. Tra venerdì e sabato le repliche e lunedì tre ottobre per la camera di consiglio e la sentenza.
PM MIGNINI, AVRO’SEMPRE CON ME I SUOI OCCHI SBARRATI – “Ho ancora nella memoria gli occhi sbarrati di Meredith. Me li porterò dentro per sempre”: a ricordare la vittima dell’omicidio di via della Pergola è stato Giuliano Mignini, il sostituto procuratore che ha coordinato dall’inizio, sul posto, le indagini della polizia. Il pm ha parlato di un “processo mediatico”, “fiction”, parallelo a quello che si è svolto in aula. “Quando entrerete in camera di consiglio – ha aggiunto – dovete dimenticare tutto questo clamore mediatico. Gran parte dei mezzi d’informazione hanno assunto una posizione contraria all’accusa”. “C’ è stato – ha quindi sottolineato Mignini – un assoluto e vergognoso oblio calato sulla vittima. Oblio ancora più intollerabile per l’esaltazione mediatica dei due oggi sul banco degli imputati”.
PER PM PAROLE GUEDE PESANO COME MACIGNO – Le parole di Rudy Guede “pesano come macigni” nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo hanno sottolineato i pm nella loro requisitoria. L’ivoriano è stato condannato definitivamente a 16 anni di reclusione per il concorso nel delitto. Ha sempre ammesso la sua presenza nella casa del delitto mentre la studentessa inglese veniva uccisa negando però di avere partecipato direttamente all’aggressione. Guede ha invece sostenuto che Sollecito e la Knox si trovavano nella casa di via della Pergola mentre la Kercher veniva uccisa. “L’accusa di Rudy rende secondario perfino l’esito della perizia” ha detto il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola. “In questo processo – le parole del pm Giuliano Mignini – non ci sono solo il gancetto di reggiseno e il coltello. C’ è la testimonianza di Guede che era sul luogo del delitto e ha accusato gli imputati”.