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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Manifesto per il cambiamento

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| Il 07, Ott 2011

I Democratici cristiani e i Popolari e liberali nel Pdl verso il Ppe

Manifesto per il cambiamento

I Democratici cristiani e i Popolari e liberali nel Pdl verso il Ppe

 

Riceviamo e pubblichiamo: 

In un momento di grande disorientamento di fronte ad una severissima crisi economica e mondiale in cui nulla tornerà come prima e quasi tutto è distrutto, e di crescente sfiducia nella politica e nella sua classe dirigente, ci rivolgiamo a tutti coloro che credono che i valori cristiani, radicati nella storia e nella coscienza del nostro popolo e dei popoli dell’Europa, possono illuminare ancora una nuova politica e il nostro futuro.

La finanziarizzazione dell’economia ha espulso l’uomo e l’etica del lavoro dal mondo economico. Il profitto ha sostituito la produzione, ma poi anche il profitto, a sua volta, è stato espulso da tutto.

Sta finendo un’epoca e forse ne sta iniziando una nuova. Siamo in mezzo alle macerie economiche, finanziarie, antropologiche ed etico-politiche e dobbiamo ricostruire.

Come? Vogliamo portare nel PdL ed innovarla, la grande tradizione del popolarismo italiano ed europeo nonché la tradizione culturale e politica dei democratici-cristiani, da Sturzo ad Helmut Kohl, da De Gasperi fino ad Aznar. Essi hanno ricostruito l’Europa sopra le sue macerie e consentito 60 anni di pace, di libertà e di sviluppo.

Il rinnovamento di tale tradizione ha creato già nel PdL il luogo di una nuova sintesi tra la cultura liberale del mercato e la cultura comunitaria della solidarietà. Tra la cultura riformista e umanista e quella della destra sociale e democratica.

Non è più il tempo delle divisioni, delle baruffe interne, dei giochi della vecchia politica. Il popolo dei moderati e dei riformisti italiani non tollera più tale spettacolo. Vuole cambiare e vuole un nuovo spazio politico aperto ai giovani, alle donne, ai movimenti, alle associazioni di categoria, ai professionisti, a tutti i lavoratori stanchi del fallimento di chi si oppone alle riforme che servono al paese.

E’ insomma il momento propizio, con la fine prossima dell’antiberlusconismo, per mettere in campo lo sforzo adeguato per riscoprire e ridefinire le “idee ricostruttive” della politica e di un nuovo soggetto popolare all’altezza delle brucianti ed inedite sfide del tempo di crisi presente.

Pensiamo onestamente che il PdL non sì stia sottraendo a queste sfide ed anche che l’azione del governo nazionale pare si muova nella giusta direzione, per costruire faticosamente nella società italiana un nuovo patto sociale, un nuovo patto territoriale e un nuovo patto generazionale, orientati ed ispirati al bene comune della nazione per modificare il sistema politico, riformare e modernizzare il paese ed inaugurare così una nuova ed inedita stagione di “buona, politica “e di “buon governo”.

Ma la manovra non è bastata, e ora occorre subito riprendere con forza e determinazione il cammino delle diverse e complesse riforme mai come oggi necessarie ed obbligate.

Vogliamo, dunque, che nel PdL e anche nell’azione di governo, assumano sempre più, piena cittadinanza lecategorie fondamentali dell’economia sociale di mercato, a partire dalla centralità della famiglia -che è il primo bene comune- per tutte le politiche sociali e di welfare, in un dialogo fra pensiero liberale e dottrina sociale cristiana che è stata, e può ancora essere, in un tempo di crisi globale, fattore straordinario di sviluppo, di solidarietà e di crescita.

Diceva il Card. Bagnasco qualche giorno fa ad Ancona: “La Dottrina Sociale della Chiesa è un patrimonio provvidenziale, insuperabile per i cattolici che vogliono continuare o che si affacciano al servizio della “città”, sapendo che è “insieme” che si percorrono le vie del servizio se non si vuole essere velleitari ancorché generosi: “insieme”, senza avventure solitarie, per essere significativi ed efficaci: “insieme” secondo le forme storicamente possibili, con realismo e senza ingenuità o illusioni, facendo tesoro degli insegnamenti della storia”.

Accogliamo con gratitudine tale invito e lo rilanciamo ai Cattolici italiani consapevoli che tale ispirazione cristiana è laica, non confessionale, non clericale e non integralista; la laicità della politica è per noi un dato acquisito.

Stiamo con il Segretario Alfano senza se e senza ma e riteniamo con lui e con gli amici Giovanardi, Rotondi, Formigoni, Lupi, Mantovano, Roccella etc., che sia giunta l’ora di cambiare completamente l’aria nel partito.

Condividiamo totalmente il loro progetto culturale, prima ancora che politico, di ricostruzione e di radicamento sul territorio di un nuovo grande partito, democratico, interclassista, di ispirazione cristiana, alternativo alla vecchie e alla nuova sinistra, che esprime il consenso di più di un terzo degli italiani e che è iscritto fin da subito nella cultura politica del Partito Popolare Europeo.

Siamo disponibili al dialogo e alla costruzione “insieme”, con tutti i cattolici impegnati in politica e con tutti i moderati e i riformisti, di una casa comune all’insegna dei principi del popolarismo europeo, ma capaci di parlare e di coinvolgere credenti e non credenti.

Chiediamo a tutti, infine, una più condivisa e più incisiva partecipazione sia al processo di rilancio programmatico dell’azione di governo sia a quello del radicamento territoriale ed alla costruzione democratica del nuovo partito tramite il tesseramento e i prossimi congressi. 

Segreteria Provinciale Popolari Liberali nel PdL

redazione@approdonews.it