Bocciatura del rendiconto: Berlusconi ha il dovere di dimettersi
redazione | Il 13, Ott 2011
Finiamola con la storiella che Berlusconi è stato eletto dal popolo e che solo il popolo è sovrano per quanto attiene alle sorti del governo. Sì, la Costituzione sancisce il principio della sovranità del popolo alla base della Repubblica, ma immediatamente dopo precisa che il popolo la esercita “nelle forme e nei limiti” della legge!
di LUIGI PANDOLFI
Bocciatura del rendiconto: Berlusconi ha il dovere di dimettersi
Finiamolacon la storiella che Berlusconi è stato eletto dal popolo e che solo il popolo è sovrano per quanto attiene alle sorti del governo. Sì, la Costituzione sancisce il principio della sovranità del popolo alla base della Repubblica, ma immediatamente dopo precisa che il popolo la esercita “nelle forme e nei limiti” della legge!
La materia è tecnica, ma con forti implicazioni politiche. L’art. 81 della Costituzione stabilisce che “Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo”. E se le Camere bocciano il provvedimento presentato dall’esecutivo? Su questo la Costituzione non dice nulla. E vero però che in alcuni manuali di diritto costituzionale, ma anche per opinione della generalità dei costituzionalisti italiani, la mancata approvazione del bilancio dello Stato è equiparata ad un atto di sfiducia nei confronti del Governo.
Su questo punto potrebbe nondimeno soccorrerci quello che in diritto è chiamato “istituto dell’analogia legis”, vale a dire la possibilità, in assenza di norme esplicitamente previste nell’ordinamento per una data fattispecie, di ricorrere a disposizioni che si occupano di casi similari ovvero di materie analoghe.
Nel caso degli enti locali la mancata approvazione dei bilanci di previsione comporta lo scioglimento dei rispettivi consigli. Se invece a non essere approvato è il conto consuntivo si può addivenire alla nomina di un commissario ad acta per l’approvazione dello stesso.
Si capisce che nel caso dello Stato la faccenda acquista significati e valore molto diversi. E una pedante applicazione dell’istituto dell’analogia legis sarebbe beninteso impossibile.
E tuttavia da quelle norme dettate per gli enti locali si ricava una conclusione inoppugnabile: la mancata approvazione dei bilanci o dei rendiconti, in quei casi, travolge, definitivamente o temporaneamente, gli esecutivi e le maggioranze inadempienti.
Qualcuno può affermare che la mancata approvazione del rendiconto dello Stato è meno grave della mancata approvazione di un bilancio o di un consuntivo comunale? Eddai!
Di fronte alla gravità di ciò che è accaduto ieri alla Camera, Berlusconi dovrebbe perlomeno sentirsi in dovere di rassegnare le dimissioni. D’altro canto cosa deve accedere di più nel nostro paese perché un Presidente del Consiglio, un ministro, si scollino dalla loro poltrona?
Finiamola anche con la storiella che Berlusconi è stato eletto dal popolo e che solo il popolo è sovrano per quanto attiene alle sorti del governo. Sì, la Costituzione sancisce solennemente il principio della sovranità del popolo alla base della Repubblica, ma immediatamente dopo precisa che il popolo la esercita “nelle forme e nei limiti” della legge!
Luigi Pandolfi
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