Rifiuti tossici nella galleria della Limina
redazione | Il 02, Nov 2011
Polisena scrive alle istituzioni locali
di DANILO LORIA
Rifiuti tossici nella galleria della Limina
Polisena scrive alle istituzioni locali
CINQUEFRONDI (RC) – Dopo le dichiarazioni di un geometra 84 enne, originario della Calabria, circa lo smaltimento di rifiuti radioattivi nella costruzione della Sgc Jonio-Tirreno che collega Rosarno con Gioiosa Jonica, interviene Aldo Polisena con una lettera inviata poche settimane fa al sindaco di Cinquefrondi Marco Cascarano, al presidente del consiglio comunale Giancarlo Raso e al presidente della comunità montana Rosario Galluccio. Polisena, socialista zavetteriano, già leader dell’Udeur di Maropati, già assessore comunale a Cinquefrondi nella giunta guidata da Michele Galimi e assessore presso la comunità montana versante “Tirrenico Settentrionale”, afferma che “varie e insistenti sono le voci che vorrebbero il nostro territorio coinvolto nello smaltimento di rifiuti radioattivi da parte di organizzazioni criminali e mafiose. Il susseguirsi di avvenimenti e prese di posizione di alcuni enti come il comune di Mammola, impongono ad ognuno di noi, nell’ambito delle proprie competenze, di attivare i meccanismi necessari a difesa della salute della gente e della salvaguardia del nostro territorio”. Proprio nella difesa del territorio e per il rispetto dell’ambiente, secondo Polisena, dovrebbero impegnarsi le istituzioni, le associazioni e i liberi cittadini. “Già la nostra zona è a rischio – precisa Polisena – da un punto di visto dell’inquinamento, a causa di scelte pericolose come il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro e oggi apprendiamo che la Piana è stata destinazione finale di rifiuti nocivi che sono stati la causa primaria di malattie pericolose che hanno dilagato nei nostri paesi”. Si attendono ancora le risposte ufficiali delle istituzioni cittadine cinquefrondesi. E’, invece, intervenuto nella vicenda il sindaco di Mammola Antonio Longo chiamando in causa, attraverso una missiva, il prefetto Luigi Varratta e l’Arpacal.
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