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TAURIANOVA (RC), VENERDì 08 NOVEMBRE 2024

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Droga: smantellata a Roma un’organizzazione riconducibile alla ‘ndrangheta

Droga: smantellata a Roma un’organizzazione riconducibile alla ‘ndrangheta

| Il 10, Nov 2011

30 arresti e 2,6 tonnellate di sostenze stupefacenti sequestrate

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Droga: smantellata a Roma un’organizzazione riconducibile alla ‘ndrangheta

30 arresti e 2,6 tonnellate di sostenze stupefacenti sequestrate

 

 ROMA – Una ramificata e agguerrita organizzazione criminale, riconducibile alla ‘ndrangheta calabrese, è stata smantellata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma. La banda importava ingenti carichi di cocaina dal Sud America, approvvigionata direttamente dai cartelli colombiani. Sono 30 le persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emesso dal gip presso il Tribunale di Roma per associazione a delinquere e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Dall’alba i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma stanno eseguendo arresti, perquisizioni e sequestri in Calabria, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Puglia e Lazio, nei confronti dei componenti dell’organizzazione criminale della ‘ndrangheta, dedita al narcotraffico, smantellata dagli stessi militari dell’Arma. Il gruppo criminale introduceva la droga in Italia nascondendola in container con merce legale, trasportati dal Sud America attraverso navi mercantili per conto di ditte di import-export costituite ‘ad hoc’. Nel corso dell’indagine, in pochi mesi, i carabinieri hanno intercettato due container inviati dall’organizzazione, sequestrando 2.200 chili di cocaina presso nei porti di Gioia Tauro e Livorno. Altri 400 chili erano stati sequestrati dalla polizia colombiana a Bogotà. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 11 presso la Procura della Repubblica di Roma.

“Questa volta non riescono a trovarla”. Erano sicuri di farla franca, certi che il maxi quantitativo di droga, cocaina purissima, sarebbe arrivata in Italia senza intoppi. Ma al porto di Livorno, nell’aprile scorso, i carabinieri del nucleo investigativo di Roma sono riusciti a scovare all’interno di un container circa 1.200 kg di droga, occultata in prodotti alimentari, lattine di “palmito”, a bordo di una nave cargo proveniente dal Cile. Un sequestro record che unito a quello effettuato il 12 novembre dello scorso anno a Gioia Tauro, 1000 kg trovati sempre a bordo di una nave, e i 400 kg sequestrati nel settembre del 2010 a Bogotà, rappresentano uno delle più importanti operazioni svolte in Italia contro il narcotraffico. Droga appartenuta ad una sola organizzazione criminale che riusciva a nascondere, come accertato dagli inquirenti, la droga anche in bambole di legno, in materiale di imballaggio di pannelli e parquet in legno, in telai in metallo di carrelli agricoli. In totale sono 30 le ordinanze di custodia cautelare eseguite su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, dal responsabile Giancarlo Capaldo e dai pm Diana De Martino e Maria Cristina Palaia e che hanno colpito una organizzazione operante in più località italiane e all’estero, responsabile dell’importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal sudamerica, in particolare dalla Colombia. E proprio in Colombia che gli inquirenti, grazie alla collaborazione dei colleghi sudamericani e quelli britannici, hanno arrestato questa notte Alessandro Pugliese, gestore di un ristorante e ritenuto l’anello di collegamento tra il gruppo criminale colombiano e quello italiano composto da personaggi di origine calabrese riconducibili a Vincenzo Calabrese, morto ammazzato lo scorso 12 marzo in un agguato a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Nel corso di una conferenza stampa colonnello Lorenzo Sabbatino, responsabile del nucleo investigativo di via In Selci, ha spiegato che la droga era destinata al mercato del nord Italia ed Europa. Una volta giunta sul mercato la cocaina avrebbe fruttato circa 500 milioni di euro. “Come una piccola Finanziaria”, ha affermato il comandate provinciale dell’Arma, Maurizio Mezzavilla. Gli atti dell’inchiesta saranno ora trasmessi, per competenza, alla procura di Reggio Calabria.

redazione@approdonews.it