Mimmo Petullà insignito del premio Calabria alla Cultura
redazione | Il 11, Nov 2011
Riconoscimento al sociologo taurianovese per il volume intitolato “Islam, un viaggio nella provincia di Reggio Calabria tra storia passata e configurazioni socio-antropologiche”
di SALVATORE LAZZARO
Mimmo Petullà insignito del premio Calabria alla Cultura
Riconoscimento al sociologo taurianovese per il volume intitolato “Islam, un viaggio nella provincia di Reggio Calabria tra storia passata e configurazioni socio-antropologiche”
TAURIANOVA – Il sociologo ed epistemologo delle religioni Mimmo Petullà è stato insignito del Premio Calabria “Omaggio alla Cultura”. L’importante riconoscimento gli è stato conferito dal Circolo di Cultura e di Relazioni Internazionali Villa San Giovanni – giunto al suo cinquantesimo anno di operosa vita – di cui, da sempre, è infaticabile presidente Giuseppe Morabito. Nel corso della serata – alla quale hanno presenziato diverse autorità – si è tenuta anche una tavola rotonda sul dialogo interreligioso nella cultura di oggi che ha visto gli interventi dello stesso Petullà, di padre Stefano De Fiores (illustre mariologo calabrese, anche lui insignito del Premio Calabria per la saggistica) e di Hezzat Hassan, docente universitario. Di alto spessore la giuria letteraria, che era composta da Sabino Acquaviva, Isabella Camera D’Afflitto, Silvio Castro, Claudio Lo Jacono, Niva Lorenzini, Federica Troisi, Giuliana Toso Rodinis e Giovanna Trisolini. Il Premio Calabria allo studioso taurianovese è stato assegnato per il volume “Islàm, un viaggio nella provincia di Reggio Calabria tra storia passata e configurazioni socio-antropologiche presenti”. Il volume (edito da Depa Comunication di Gioia Tauro nel 2006) illustra alcuni aspetti del culto religioso islamico, ovvero le preghiere, i riti e le istituzioni presenti in modo analogo in tutte le religioni monoteistiche dovute agli influssi storico-culturali. Al riguardo l’autore osserva che “Le religioni esplicano funzioni culturali importanti a livello di individuo e di collettività”. Con riferimento alle vicende internazionali, Petullà sottolinea i limiti di operatività in un contesto di terrorismo strisciante e dalle preoccupazioni derivanti dal “dibattito interno a certe aree del mondo arabo-musulamo” e dai problemi generati dalla “composita e pressante dinamica migratoria”, con la notevole presenza di immigrati dalla cultura diversificata non sempre facile da gestire, considerate le difficoltà economiche delle nuove presenze, il cui linguaggio è molto variegato e le cui esigenze spingono a delinquere o a procurarsi il denaro giovandosi della droga. Altra tensione – rileva ancora lo scrittore – deriva dal dilagante fondamentalismo e dalla richiesta di mantenere, nel Paese ospitante, regole, valori e cultura diversi, anche mediante il “riconoscimento formale della sua identità culturale e dei diritti ad essa connessi” con la costruzione di moschee e luoghi di preghiera. L’importante riconoscimento culturale (dall’interessato dedicato alla comunità taurianovese) giunge quale meritato ristoro per il costante impegno di analisi e di scrittura di Mimmo Petullà, che, benché giovane, ha già al suo attivo – oltre al libro sull’Islàm – diverse altre pubblicazioni su importanti tematiche religiose, studiate per lo più da originali e ben argomentati punti di vista evitando accuratamente il rischio di banalizzare la materia.
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