Proiettato a Cinquefrondi il cortometraggio “In attesa dell’avvento”, vincitore al festival di Venezia
redazione | Il 17, Dic 2011
Presente alla proiezione, tenutasi nella sede del Kollettivo Onda Rossa, uno dei due registi Artuto Lavorato
di DANILO LORIA
Proiettato a Cinquefrondi il cortometraggio “In attesa dell’avvento”, vincitore al festival di Venezia
Presente alla proiezione, tenutasi nella sede del Kollettivo Onda Rossa, uno dei due registi Artuto Lavorato
di Danilo Loria
CINQUEFRONDI (RC) – Grande successo di pubblico per la proiezione del cortometraggio “In attesa dell’avvento” dei registi calabresi Arturo Lavorato e Felice D’Agostino, vincitore della sezione “Orizzonti” della 68^ Mostra del Cinema di Venezia. L’iniziativa organizzata dal gruppo di sinistra della cittadina pianigiana, il Kollettivo onda rossa, ha visto la presenza di numerosi giovani, i quali hanno potuto, a fine proiezione, porgere domande al regista di Nicotera. La motivazione del riconoscimento internazionale a D’Agostino e Lavorato, è stata: “Dando nuova energia alla lunga tradizione di cinema che utilizza materiale d’archivio, “In attesa dell’avvento” crea un prisma cinematografico che esplora i lati oscuri delle politiche passate e delle cruciali implicazioni sulle incertezze del presente”. L’opera è dedicata a Nicola Zitara, economista di Siderno scomparso di recente, il principale teorico del neomeridionalismo, coniatore della definizione dell’unità d’Italia come “nascita di una colonia”. Non a caso i due documentaristi considerano questa come un’opera preparatoria al nuovo lungo “Contro il risorgimento”, ancora in fase di ricerca e scrittura. Nella dedica finale del film compare a fianco al nome di Zitara quello di Ciccio Svelo, avvocato di Reggio Calabria, in riferimento a tante battaglie politiche e civili, anch’egli scomparso da pochi mesi. Venti minuti contro 150 anni di storia dell’unità d’Italia, in sintesi questa potrebbe essere la definizione del corto. A seguire i due documentaristi ci sono gli stessi compagni di viaggio degli ultimi film, i paesani di Nicotera Marina e Nicotera Superiore, Francesco Saverio Pagano e Toni Capua, ormai preziosi collaboratori dei registi, e Jerri Gallone e Giuseppe Carbone. Lavorato ci dice sul significato del film che “se si riconosce che il Mezzogiorno è una colonia, la lotta per il suo riscatto deve essere condotta su due binari: il binario nazionale contro lo sfruttamento esterno e il binario sociale contro le classi mediatrici della soggezione”. Ed ancora “1861 – 1971 – 2011. Date e puntelli della retorica ufficiale a formulare e riformulare l’interpretazione della storia avvenuta. L’Unità d’Italia e le sue celebrazioni ci colgono in questo difficile 2011 con una retorica che cozza forte contro gli irrisolti della storia italiana. Giocando allora con questa banalità della storia fatta a date, incuneiamo in questo binomio celebrativo il 1971 della rivolta a Reggio Calabria”. Lavorato conclude dicendo: “Il passato oscuro che ritorna con le sue ombre inquietanti a turbare l’ordine retorico con cui si vorrebbe governare un presente di crisi”.
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