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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 19 SETTEMBRE 2024

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Catanzaro, arrestati due estremisti di destra per la rissa al centro sociale

Catanzaro, arrestati due estremisti di destra per la rissa al centro sociale

| Il 20, Dic 2011

A 14 mesi di distanza dai fatti ecco i primi provvedimenti. In quell’occasione un giovane fu accoltellato

Catanzaro, arrestati due estremisti di destra per la rissa al centro sociale 

A 14 mesi di distanza dai fatti ecco i primi provvedimenti. In quell’occasione un giovane fu accoltellato

 

(ANSA) – CATANZARO – A 14 mesi di distanza dalla rissa davanti al centro sociale Riscossa di Catanzaro del 30 ottobre 2010 nel corso della quale un militante di sinistra fu ferito gravemente a coltellate, arrivano i primi provvedimenti della magistratura. La Digos catanzarese ha infatti arrestato e posto ai domiciliari per rissa due esponenti dell’estrame destra cittadina, Carmelo La Face, di 33 anni, e Vincenzo Marino, di 32. Ad un terzo, Salvatore Mazza (30), è stato notificato un provvedimento di obbligo di firma. Manca, invece, il nome dell’accoltellatore materiale. Nessuno, tra i protagonisti di quella serata, ha voluto o saputo fare il suo nome e nessuno è stato in grado di fornirne una descrizione che consentisse agli investigatori di risalire alla sua identità. A dire il vero le richieste dell’accusa erano state più pesanti: per La Face e Marino, il pm Alessia Miele aveva chiesto l’arresto in carcere per tentato omicidio e rissa e per Mazza i domiciliari insieme ad altri dei dieci indagati in stato di libertà Valerio Bagnato (26) e Carlo Cassala (26), ritenuti entrambi responsabili di tentato omicidio. Le richieste del pm, però, si sono scontrate con la decisione del gip che ha contestato solo il reato meno grave e per tre dei cinque indagati. Nella sua richiesta, la Procura ricostruisce tutte le fasi della rissa e del successivo accoltellamento di un giovane del Riscossa, grazie sia alle testimonianze de protagonisti, che hanno iniziato a collaborare con gli inquirenti dopo le reticenze iniziali, sia grazie alle indagini della Digos e ad alcune intercettazioni ambientali fatte nella stanza di ospedale in cui era stato ricoverato La Face, che nella rissa riportò la frattura del braccio. E’ lui stesso, parlando con un amico, a fornire uno spaccato di quanto accaduto la sera del 30 ottobre 2010 davanti alla sede del centro sociale Riscossa. “Te l’ho spiegato come è andata – dice La Face – schiaffi, pugni e calci. Loro picchiavano e io salivo, loro picchiavano ed io salivo. Mi hanno chiuso la porta in faccia. Hanno avuto paura perché avevo la faccia piena di sangue. Se eravamo tre in più gli sfondavamo tutto”. Dalle intercettazioni emerge anche come il padre di uno degli arrestati, Marino, parlando con lo stesso La Face si dica intenzionato a fornire agli inquirenti la sua “verità” per alleggerire la posizione del figlio e degli amici. Una “verità” che, a suo avviso, vedeva i militanti di destra aggrediti a bastonate dagli esponenti della sinistra. Per l’accusa, tuttavia, i fatti si svolsero in maniera diversa. Furono gli esponenti dell’estrema destra a passare davanti alla sede del centro sociale ed a sbeffeggiare i “rivali” per poi lanciare un mattone contro una delle finestre della sede, rompendola. Un gesto che provocò la reazione dei frequentatori del Riscossa e che portò ad una rissa nella quale ci furono feriti da entrambe le parti, tanto che per rissa sono stati indagati, già un anno fa, anche alcuni militanti di sinistra. Dopo quell’episodio, però, a distanza di poche ore, per gli inquirenti Marino, La Face e Mazza avevano organizzato “una vera e propria spedizione punitiva nei confronti dei giovani del collettivo Riscossa”, che si concluse con l’accoltellamento di Ruben Munizza, raggiunto da due fendenti alla schiena sferrati da un uomo la cui identità resta ancora misteriosa.