“Un regime fiscale che il settore non è assolutamente in grado di sopportare”
redazione | Il 29, Dic 2011
E’ quanto afferma il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti
“Un regime fiscale che il settore non è assolutamente in grado di sopportare”
E’ quanto afferma il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti
“Occorre guardare ad un futuro completamente diverso da quello a cui abbiamo pensato sino ad oggi”.
Alberto Statti, presidente di Confagricoltura Calabria ha lanciato questo monito in occasione del Direttivo dell’Organizzazione.
“In agricoltura imprese e lavoro sono tutt’uno questo non va mai dimenticato. Va dato al lavoro una dimensione ed un’immagine trasparente e tutelata, bisogna trovare nuove regole che non inquinino il sistema, ma che non fermino lo sviluppo”.
Statti ha poi fatto un richiamo forte sulla manovra economica, che in pratica attua una duplicazione d’imposta sui fabbricati rurali, il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni e che per gli agricoltori equivalgono a mezzi di produzione .
“Con l’Imu sui fabbricati rurali l’equità prevista dalla manovra di fine anno si traduce in un’eccezionale sperequazione per il mondo agricolo”. E’ quanto afferma il Presidente di Confagricoltura Calabria rimarcando l’insostenibile peso della manovra per il settore.
Secondo i calcoli dell’ufficio studi di Confagricoltura, a fronte di un’incidenza sul Pil globale della nuova imposta patrimoniale pari all’1,3 per cento, si arriva al 4,5 per cento per il settore agricolo. Senza contare il peso della tassazione Imu sui fabbricati rurali.
La manovra mette a rischio migliaia di aziende anche quelle più strutturate e più robuste. Perché gli ulteriori sacrifici si sommano ad un quadro critico che ci portiamo dietro da anni, ad una globalizzazione non governata, ad una instabilità politica e decisionale per il settore.
Auspicavamo – continua il Presidente dell’Organizzazione degli Imprenditori calabrese – una manovra che non puntasse solo a far cassa nelle campagne, ma desse prospettive di sviluppo, favorisse l’esportazione, rilanciasse i consumi, desse prospettive occupazionali. Invece tutto ciò non è avvenuto”.
L’agricoltura, – secondo Statti – con la sua produzione al cento per cento di alta qualità e il made in Italy alimentare, sono la migliore immagine del Paese, poi invece, la politica la perseguita con un regime fiscale oppressivo, che il settore non è assolutamente in grado di reggere. Forse è il caso di ricordare alla politica che l’agroalimentare, nel suo insieme di agricoltura e industria di trasformazione, è il primo settore produttivo d’Italia ed è questa constatazione a rendere davvero impressionante il deficit di attenzione nei suoi riguardi”.
“Oggi – ha concluso Statti – questa manovra, così com’è, brucia il 10% del valore aggiunto prodotto in agricoltura, innescando una vera emergenza sociale, oltre che economica”.