L’energia del futuro? Dentro una goccia di acqua marina
redazione | Il 06, Feb 2012
Università di Washington: dagli oceani può essere ricavata energia pulita
di MARIA RITA CURINGA
L’energia del futuro? Dentro una goccia di acqua marina
Università di Washington: dagli oceani può essere ricavata energia pulita
di Maria Rita Curinga
L’energia solare è una delle risorse rinnovabili, e non inquinanti, che solo di recente viene presa in considerazione dall’uomo, ma vi è qualcun altro (un microogarnismo) che ci ha preceduti.
In una goccia d’acqua sono presenti milioni di microorganismi che però non potevano essere analizzati nello specifico dalle tecniche attuali.
La svolta relativa a questa tipologia di studio si è avuta da ricercatori americani dell’Università di Washington a Seattle sotto la guida di Vaughn Iverson, chiarendo la ricerca sulla rivista Science. Gli stessi ricercatori affermano che le funzioni ecosistemiche dei principali gruppi di organismi rimangono misteriosi.
È stata sperimentata una nuova tecnica per poter analizzare da molto vicino la sequenza genomica dei milioni di microorganismi presenti in una semplice goccia di acqua marina. La particolarità della tecnica utilizzata dai ricercatori consiste nel poter analizzare le comunità microbiche direttamente nel loro ambiente naturale, e non in laboratorio.
L’acqua analizzata dai ricercatori, proveniente dall’estuario di Puget Sound, nello Stato di Washington, ha permesso di ottenere la sequenza genomica di un organismo in particolare, molto primitivo appartenente al gruppo degli Euryarchaeota. Questo microoarganismo è utilissimo per comprendere la mappatura genomica della proteorodopsina, che è una molecola fondamentale per comprendere il meccanismo utilizzato per raccogliere l’energia dalla luce solare.
Questa particolare molecola permetterebbe a molti batteri marini di utilizzare l’energia della luce solare. Fiorentina Ascenzioni, microbiologa dell’Università La Sapienza di Roma, ha affermato che questo tipo di scoperte sono utilissime per comprendere come i vari ecosistemi si “autogestiscono”, e come apportare incentivi nello sviluppo della costruzione della vita artificiale in laboratorio.
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