Crisi agrumicola, Nicolò: “La rinnovata attenzione è un segnale positivo”
redazione | Il 06, Mar 2012
“Occorre elevare il tavolo di confronto ed aprire la strada di un dialogo con i ‘global player’ del settore al fine di modificare orientamenti e normative che finora hanno solo prodotto crisi e abbandono della terra”
Crisi agrumicola, Nicolò: “La rinnovata attenzione è un segnale positivo”
“Occorre elevare il tavolo di confronto ed aprire la strada di un dialogo con i ‘global player’ del settore al fine di modificare orientamenti e normative che finora hanno solo prodotto crisi e abbandono della terra”
“La rinnovata attenzione politica ed istituzionale sulla crisi agrumicola in tutta la Piana di Gioia Tauro è il segnale positivo del carattere unitario che sta maturando attorno ad un comparto in cui gravitano centinaia di produttori e numerose famiglie, le cui prospettive sono poste in seria discussione da non condivisibili logiche di mercato”.
E’ quanto afferma in una nota il Vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò.
“Rosarno e la Piana di Gioia Tauro sono nuovamente al centro di una iniziativa che ha come obiettivo il recupero di una delle produzioni tipiche calabresi, come l’agrumicoltura, che ancora oggi rappresenta una fonte di reddito, seppure messa a rischio da incertezze legislative nazionali e comunitarie e dai grandi interessi rappresentati dai così detti ‘global player’, le cui sedi legali sono spesso ubicate al di la dell’Atlantico. Ci sono però le condizioni – prosegue Alessandro Nicolò – di condizionare positivamente talune strategie che penalizzano non solo l’economia calabrese e nazionale, e che trovano cointeressenza con i temi della salute e dell’ambiente, introducendo modifiche legislative orientate ad innalzare il contenuto minimo delle componenti naturali di base nella produzione di bibite a base di arancia. E’ certamente un problema di interessi, ma qui devono giocare un ruolo nuovo le istituzioni comunitarie e nazionali, imponendo una rivisitazione dei criteri produttivi, soprattutto aumentando la base minima richiesta per definire una bibita ‘a base di arancia’. E’ quello che stanno chiedendo i produttori calabresi e le loro associazioni, è quello per cui si sta battendo la Regione, per non disperdere un patrimonio storico ed una tipologia produttiva che, stando a tutte le indicazioni sanitarie internazionali, contribuisce a migliorare e difendere l’organismo umano. Occorre – dice Alessandro Nicolò – elevare il tavolo di confronto ed aprire la strada di un dialogo con i ‘global player’ del settore al fine di modificare orientamenti e normative che finora hanno solo prodotto crisi e abbandono della terra. Credo – conclude il Vicepresidente del Consiglio regionale – che la vicenda abbia ormai raggiunto livelli di difficoltà tali, anche per le evidenti complicazioni sociali, che si rende necessario raccogliere questo momento di attenzione attorno a questa vertenza per trasformarne le criticità in buone opportunità. Il settore agrumicolo va salvaguardato e promosso – conclude Alessandro Nicolò – grazie anche alle riconosciute proprietà nutritive di una bevanda che contiene già allo stato naturale quelle componenti vitaminiche di cui l’organismo ha assoluto bisogno e che ne rappresentano il valore aggiunto in termini economici e commerciali”.
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