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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Laura Cirella: “Siamo tutti Claudio”

Laura Cirella: “Siamo tutti Claudio”

| Il 14, Apr 2012

Solidarietà al giovane che ha subito l’aggressione omofoba. L’omofobia è un cancro sociale

Laura Cirella(Sel): “Siamo tutti Claudio”

Solidarietà al giovane che ha subito l’aggressione omofoba. L’omofobia è un cancro sociale

 

 

REGGIO CALABRIA – Leggere ciò che è accaduto al giovane Claudio fa davvero molto male. Rabbia, dolore, sconcerto, un mix di sensazioni che ti fanno gridare “ma perché?!”, anche se non esiste alcun logico e ragionevole motivo a ciò che è successo ieri sera. Perché dare un cazzotto gratuito a un ragazzo, perché insultarlo e dileggiarlo perché è omosessuale?! Ma soprattutto, una volta giunto in ospedale, laddove Claudio avrebbe dovuto sentirsi semplicemente al sicuro, perché ancora umiliarlo?! Questa storia è davvero raccapricciante.

Claudio ha subito una doppia aggressione omofoba, una violenza discriminatoria e machista della quale questa società è intrisa fino al collo, compresa la nostra “tranquilla” cittadina, una Reggio che non si scompone mai, che non si indigna né si stupisce di fronte a nulla. Non so se mai sono accaduti fatti analoghi a Reggio; mi fa pensare che questo drammatico fatto sia accaduto adesso che sta crescendo pian piano la mobilitazione e l’attenzione per i diritti civili e che le tematiche lgbt cominciano ad essere discusse di più, ora che si sta cercando di rompere il velo del silenzio e si sta cominciando a pretendere attenzione, anche dalla politica e dalle istituzioni. La politica e le istituzioni però devono rispondere.

Dalla politica è giusto pretendere azioni concrete tese alla diffusione di una cultura del rispetto e della non discriminazione. Urge una legge nazionale contro l’omofobia, più volte affossata in Parlamento, e l’impegno ad adoperarsi per il raggiungimento di una società normale. Si normale. Perché quello che è accaduto a Claudio non è normale. Chi lo ha picchiato così come chi gli ha barbaramente consigliato di recarsi da uno psicologo per “curare” la sua omosessualità sicuramente ne necessita in prima persona, di uno bravo!, come si suole dire in questi casi. Sento di riporre fiducia nelle forze dell’ordine e mi auguro che chi ha insultato, picchiato e umiliato Claudio venga perseguito per i reati che ha commesso. Ritengo che immediati provvedimenti debbano essere presi nei confronti del personale paramedico che ha assistito Claudio in ospedale riservandogli nuovi insulti e nuova violenza, questa volta psicologica ma ugualmente dolorosa come il cazzotto ricevuto poco prima. Non è minimamente accettabile che un infermiere si lasci andare ad esternazioni omofobe trattando Claudio come un malato perché omosessuale. L’omosessualità non è una malattia. L’omofobia lo è. E’ un vero e proprio cancro sociale. La dirigenza degli Ospedali Riuniti deve dare una risposta a Claudio e a tutti noi e deve intraprendere immediatamente tutte le azioni necessarie, anche disciplinari, affinché ciò che è accaduto non si verifichi mai più.

A Claudio va la nostra totale vicinanza, solidarietà e ammirazione per la forza che ha dimostrato nel denunciare pubblicamente ciò che gli è accaduto. Tutti coloro che ogni giorno si battono per una società dove tutti gli esseri umani siano liberi ed eguali in dignità e diritti oggi si sentono feriti e offesi. Per questo non possiamo che dire con forza che SIAMO TUTTI CLAUDIO.