Narcisismo d’Europa, dramma d’Italia
redazione | Il 05, Mag 2012
Le considerazioni sulla crisi che attanaglia la nazione, di Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista Scopelliti presidente di Reggio Calabria
Narcisismo d’Europa, dramma d’Italia
Le considerazioni sulla crisi che attanaglia la nazione, di Oreste Romeo, coordinatore provinciale della lista Scopelliti presidente di Reggio Calabria
Riceviamo e pubblichiamo:
L’attualità della cronaca è carica di tristissimi presagi per l’immediato futuro della Nazione. Ogni giorno si apprende di un suicidio, si legge di una eclatante protesta, insomma si prende coscienza delle più varie ed estemporanee forme che può assumere lo sconforto che ormai assale il cittadino comune.
I media ci consegnano notizie la cui genesi non risiede nei soli effetti della terrificante crisi finanziaria che investe il nostro Continente, narciso verso il proprio blasone al punto di diventare superficiale rispetto alla aggressività sul mercato messa in campo dall’avanzata di potenze economiche come la Cina e l’India..
In un quadro per nulla rassicurante, le misure che il governo nazionale ha già messo in campo e quelle, ulteriori, che esso si appresta ad assumere per fronteggiare una crisi che appare irreversibile, non possono rivendicare uno stato di farisaica neutralità: esse assurgono senza ombra di dubbio al grado di concausa del dramma vissuto dagli Italiani.
Si ricorderà che in Italia, come era già avvenuto nell’autunno del 1994 a seguito di un avviso di garanzia notificato urbi et orbi prima di rivelarsi una bufala di dimensioni planetarie, la prima “risposta” alla crisi devastante è stata quella di “rimuovere” il Governo eletto dalla Nazione.
A tale risultato si è giunti grazie a manovre dirette (e ci risiamo!) da un Capo dello Stato che aveva in comune con il cursus honorum del suo predecessore del 1994 un passaggio dal Viminale.
Svanita l’euforia che seppe solo suscitare l’abbandono ad inappropriati brindisi con i quali fu salutata la “rimozione” di chi venne strumentalmente dipinto come la causa di tutti i mali, ivi compreso il furto del Colosseo, ben presto si è manifestata la portata della manovra del Governo dei Professori, che ne sono i successori.
Anch’essi hanno tradito le attese degli esilaranti beoni della prima ora, tant’è che l’abbassamento dello spread è rimasto solo al livello di pia illusione.
Del pari delusi, sono rimasti coloro che teorizzavano l’immediata ripresa del Paese grazie ad una spietata lotta all’evasione.
Evasione fiscale che nessuno nega, visto che esiste, ma certamente non negli scenografici termini capziosamente ostentati dalle prediche grazie alle quali i demagoghi del momento altro non fanno se non mistificare la realtà, sino a piegarla e renderla funzionale alla loro, personale autoreferenzialità.
Ormai, sono passati sei mesi da allora, e dunque è il caso di cominciare a porsi qualche interrogativo dettato dalla quotidianità, dalla realtà che vive ogni famiglia italiana non senza qualche preoccupazione.
Siamo ancora sicuri che il regalo fatto agli Italiani dai Professori, ossia un sempre più gravoso, cervellotico e composito fardello di tasse ed imposte da immolare sull’altare di un’Europa che esiste solo nelle aride menti dei banchieri teutonici, famelici cannibali del nostro tempo, non sia evitabile con l’adozione di misure in linea con la realtà che si vive alle nostre latitudini?
Adesso che in Italia si manifesta, sempre più nitida, la fotografia di un Popolo di “evasori forzati”, non per scelta, ma per necessità, il condono fiscale al quale s’era timidamente accennato la scorsa estate è ancora una iattura, o non avrebbe piuttosto il pregio di assicurare giustizia sostanziale e porre (tardivo) rimedio a tante inefficienze che, a voler tutto concedere, rappresentano una concausa delle problematiche demagogicamente sbandierate in materia di fisco da alcuni partiti politici che prima di esporsi dovrebbero presentare infinite scuse ai loro stessi sostenitori?
Non è forse il caso che vadano in malora i falsi moralisti, le cui prediche, i cui velleitari vaniloqui, oltre all’odio sociale che si coglie addirittura negli spot televisivi, hanno solo sortito l’effetto, delirante e perverso, che il peso maggiore della crisi oggi finisca per ricadere, di fatto, sui redditi fissi e sui pensionati, vero pilastro della nostra Nazione?
E il Popolo delle partite Iva?
Si esclude che a qualcuno possa sfuggire il carattere, meramente virtuale, dell’impegno fiscale al quale sono tenuti i ceti produttivi, visto e considerato che essi sono costretti, in gran parte ed in numero sempre più crescente, a gettare la spugna davanti alla incombente scure di Equitalia.
Imprenditori, artigiani, professionisti, costituiscono il tessuto produttivo del Paese e sono i primi a risentire negativamente della mancanza di liquidità nel circuito, ed è ormai noto a tutti che le loro speranze si scontrano, fino a tragicamente frantumarsi contro le sistematiche chiusure delle banche, la cui azione è indiscutibilmente indirizzata alle speculazioni finanziarie, non già, come dovrebbe essere, finalizzata alla realizzazione della solidaristica funzione sociale alla quale esse stesse, per prime, dovrebbero obbedire.
Quella sulla inevitabilità del condono fiscale, sarà pure un’idea balzana, ma la portata della crisi è tale che l’Italia merita di essere prontamente “resettata”, principalmente sotto questo versante, tenuto conto che nel rapporto tra lo Stato ed il Cittadino, il primo certamente non può permettersi il lusso di scagliare alcuna pietra a fronte delle inefficienze che ne inficiano l’attività che dovrebbe mettere al servizio del secondo.
Chi mantiene tra le proprie mani il timone dell’Italia non può nascondersi dietro il petto di chi è in prima linea, e dunque la soluzione di apportare drastiche riduzioni delle risorse da destinare all’azione degli enti locali, resa sempre più asfittica, riporta molto indietro, al tempo di qualcuno che preferì lavarsene le mani.
LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE, il Coordinatore Provinciale di Reggio Calabria Avv. Oreste Romeo
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