Monti a Napolitano: “Vado fino in fondo”
redazione | Il 11, Mag 2012
“Caro presidente, sono determinato a realizzare il mandato che mi ha affidato”
Monti a Napolitano: “Vado fino in fondo”
“Caro presidente, sono determinato a realizzare il mandato che mi ha affidato”
“Caro presidente, sono determinato” a realizzare il mandato che mi ha affidato, certo che l’Italia saprà trovare forze ed unità per uscire dalla crisi. Questo è il regalo che Mario Monti ha voluto inviare a Giorgio Napolitano nel giorno in cui il Capo dello Stato festeggia il sesto giro di boa al Quirinale. Ha davanti un anno ricco di incognite e una sola certezza: a novembre si avvierà il semestre bianco. Il premier ha voluto così rassicurare il presidente della sua “determinazione” a portare a termine la missione affidatagli dal Capo dello Stato, confermando ancora una volta che le fibrillazioni dei partiti non lo stanno portando a gettare la spugna e che il faro di riferimento è ben piantato sul colle più alto. Si profilano però dodici mesi durissimi da qui alla fine del settennato: lo confermano le parole dello stesso Napolitano che non ha nascosto la propria “forte preoccupazione” per il perdurare della crisi economica, l’aumento della disoccupazione e le difficoltà nel far riavviare la crescita. Ma non solo: il sesto anniversario del presidente cade in un momento di estrema difficoltà politica per il Governo Monti sempre più alle prese con gli spasmi dei due partiti di riferimento, Pd e Pdl, al cui interno il livello di ebollizione si avvicina al rosso. Quella che i media unanimemente definiscono la sua “creatura”, cioé l’esecutivo dei tecnici, non è riuscito a far abbassare lo spread come lo stesso Monti prevedeva e il treno delle riforme viaggia ad una velocità inferiore a quella degli eventi in atto. Un clima cupo aleggia sull’Italia e Monti oggi ha parafrasato proprio Napolitano per spandere un po’ di ottimismo e fiducia, sperando che ne ricada un po’ anche sulle forze di maggioranza: “Il Paese sta attraversando una fase difficile della sua storia ma, come Lei ama dire, l’Italia ce la farà perché è proprio nei momenti di difficoltà che emerge – ha scritto Monti a Napolitano – lo spirito di una nazione forte e capace di guardare lontano”.
A Napolitano va il plauso quasi unanime delle forze politiche che hanno sottolineato il suo ruolo di garanzia, “la serietà e il rigore”. Ma è sempre Mario Monti a spiegare indirettamente la forza del rapporto esistente ancora oggi tra palazzo Chigi e Quirinale: “Per il Governo, e per me personalmente, lei rappresenta un punto di riferimento sicuro, una fonte di ispirazione che ci permette di impegnarci con determinazione nella realizzazione del mandato che ci ha affidato”, ha assicurato il presidente del Consiglio. Parole forse dettate dall’esigenza di rassicurare il Colle visto che, raccontano ambienti della maggioranza, il premier si sarebbe sfogato proprio con il Quirinale, lamentandosi degli attacchi di alcuni esponenti di partiti della maggioranza. Critiche, a detta di Monti, ingenerose soprattutto visto il difficile compito cui l’Esecutivo è stato chiamato. Uno sfogo che, secondo le stesse fonti, il premier avrebbe concluso sottolineando di non dover restare a palazzo Chigi per forza. Un piccolo sfogo, appunto, che forse – proprio con il messaggio a Napolitano – il Prof. ha voluto ridimensionare. Premier e presidente comunque battono sugli stessi tasti, quello della necessità di un accordo europeo per favorire la crescita, quasi alternandosi negli appelli. “La crisi dell’eurozona ha condotto i governi degli stati membri a spostare in avanti le frontiere delle decisioni e responsabilità comuni. Ma l’avanzamento del processo di integrazione non si può fermare alla sfera delle politiche di bilancio per fini di consolidamento fiscale e di stabilizzazione finanziaria. Deve promuovere convergenze tra le economie, prospettive di rinnovata, più intensa e sostenibile crescita su scala europea”, ha ribadito solo ieri Napolitano.
PASSERA, A RISCHIO LA TENUTA SOCIALE – “Il disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro in Italia è più ampio di quello che le statistiche dicono. E’ a rischio la tenuta economica e sociale del Paese”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera parlando all’assemblea di Rete Imprese Italia
DISAGIO RIGUARDA FINO 7 MILIONI DI PERSONE -“Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone”. E’ quanto ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera parlando del disagio sociale e diffuso legato alla mancanza di lavoro. “Se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti ma anche tenuta economica e sociale del Paese” , ha spiegato poi il ministro
‘UE SMETTA DI PARLARE DI CRESCITA, LA FACCIA’ – “L’Europa non ha saputo garantire se stessa. Deve tutelare i suoi segmenti più deboli . Deve smettere di parlare di crescita, ma farla, con l’intelligenza di saper distinguere gli investimenti che creano sviluppo”. Così il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, all’assemblea di Retre imprese Italia.
CONFINDUSTRIA, LA RIPRESA SI ALLONTANA – “In Italia la ripresa si allontana”: così il Csc nella Congiuntura flash. “La domanda interna (specie i consumi) cala più del previsto e l’export ha perso slancio rispetto a qualche mese fa, nonostante il commercio mondiale vada meglio. Il credit crunch si è ulteriormente accentuato”.
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