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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 DICEMBRE 2024

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“L’editto di Laratta”

“L’editto di Laratta”

| Il 29, Mag 2012

Le opinioni di Oreste Romeo (Lista Scopelliti presidente)

“L’editto di Laratta”

Le opinioni di Oreste Romeo (Lista Scopelliti presidente)

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Pochi giorni orsono, è stato diramato e reso pubblico il calendario delle manifestazioni alle quali il ben noto On. Franco Laratta ha affidato la promozione della sua ultima fatica letteraria, il cui titolo, espressione di una demagogia ormai dilagante, viene in questa sede taciuto a fronte della captatio benevolentiae che sembra averlo ispirato.

Da chi si è visto assegnare il copyright delle vicende reggine ci si attendeva in Città che anche l’incantevole e suggestiva location delle spiagge del Mito potesse ambire ad esser scelta per concorrere alla diffusione del Verbo.

Così non è stato, ma l’apparenza non deve trarre in inganno.

Ben presto, infatti, ha ricevuto secca smentita l’idea che l’esclusione della Città della Fata Morgana dalle sedi di presentazione del libro potesse essere allineata con una volontà di far cadere nell’oblio il forzato “impegno reggino” del Parlamentare.

E dunque, l’on. Laratta non ha tradito le attese: puntualmente, nella mattinata di ieri, Egli si è pronunciato, interrogandosi pubblicamente, sulla notizia diffusa da un quotidiano regionale in ordine alle vicende relative ad un concorso pubblico che una professionista reggina, ritenutasi ingiustamente penalizzata da un iter procedimentale apparsole distante anni luce da schemi di linearità, ha deciso di affidare all’attenzione della magistratura.

Colpisce, benché non più di tanto, che la folkloristica prosa dell’Onorevole abbia tradito le attese, e ciò lo si percepisce a fronte della mancata esposizione degli elementi di “giudizio” in forza dei quali Egli non ha esitato un solo istante ad idealmente quanto apoditticamente cestinare le doglianze della professionista rimasta esclusa da quel concorso, definite con sintetica supponenza “palesemente infondate” e dunque meritevoli di una vera e propria fatwa perché mirate “a gettare fango e discredito” all’indirizzo di un compagno di Partito: ciò che avrebbe avvicinato i tempi di Stalin ai ricordi dell’asilo!

In buona sostanza, l’occasione è stata colta al volo per l’improvvisazione di una sorta di rivoluzione copernicana grazie alla quale il Deputato, nei fatti, si è ritrovato ad ineffabilmente esprimere la più convinta abiura al più intransigente giustizialismo che pur ne connota irrimediabilmente il DNA.

Insomma, ognuno vede che l’on. Laratta, ex abrupto, s’è ritrovato ad assumere l’inusuale habitus di alfiere di un garantismo che sembra rispondere più ad esigenze di casta che ad una convinta adesione ai troppo spesso vituperati principi costituzionali vigenti in materia.

Come sempre, sarà fatta chiarezza sulla vicenda di quel concorso, come è giusto che sia, ma ciò non dipenderà affatto dall’editto diffuso ieri da San Giovanni in Fiore dal degno rappresentante di una fazione politica ancora molto distante dal venir fuori dallo stato di commissariamento in cui versa principalmente a causa della ideologica e settaria zavorra di un doppiopesismo misto ad interessato strabismo giudiziario, l’uno e l’altro funzionali all’inseguimento di improbabili rivalse elettorali ed all’esigenza di nascondere una fin troppo palese incapacità di conferire apprezzabili contributi al processo di modernizzazione ed affermazione della causa della comunità calabrese tutta.

Ma vi è di più!

In preda a considerevole dose di sconcerto si è costretti a constatare come il doppiopesismo del Deputato abbia investito anche il diritto-dovere di informare che fa capo alla Stampa, alla quale l’Onorevole ha sostanzialmente rimproverato, sempre nel perentorio comunicato di ieri, la ciclica diffusione di notizie destinate a non incontrare il suo gradimento.

Poco importa se da altra nota diffusa nella mattinata di ieri dal Sindacato dei Giornalisti Calabresi si è appreso in ambito regionale che l’On. Laratta non fa parte dei suoi iscritti, e ciò induce a pensare che l’aliud pro alio sul ruolo di giornalista, ontologicamente distinto da quello del pubblicista, al più possa esser stata una scusabile concessione alla umana civetteria.

Rileva, invece, la necessità di interrogarsi sulla credibilità, aritmeticamente prossima allo zero, delle iniziative sul punto del Partito Democratico.

Nei locali della Provincia di Reggio Calabria, sul finire dello scorso anno, un convegno sulla Libertà di Stampa fu l’occasione perché il PD censurasse immaginifici bavagli, all’incirca come i cani possano abbaiare all’indirizzo della luna, sicchè il poco invidiabile stato che caratterizza il tentativo di quella settaria fazione di uscire da un risalente isolamento rispetto al tessuto sociale può dirsi compendiato in una efficace espressione del nostro idioma carica di disincanto e saggezza: “belli frasi, belli paroli, ma …. tutti carrichi senza brisculi”

Avv. Oreste Romeo, COORDINATORE PROVINCIALE REGGIO CALABRIA LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE

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