La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 07, Giu 2012
Taurianova. Cosa è rimasto degli anni Novanta?
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Taurianova. Cosa è rimasto degli anni Novanta?
a cura di Giuseppe Larosa
Potrei iniziare con Virgilio e sue “Bucoliche”, troppo facile però, sostituendo Taurianova al posto di Roma e scrivere «V’è una città che chiamano Roma (Taurianova). Io, stolto, o Melibeo, la credetti simile alla nostra, dove noi pastori spesso usiamo avviare la tenera prole del gregge (…)». E, tralasciando per opportunità varie e comprensibili, nonché per acclarate scaramanzie chi in questo paese è “accolito”, “lacchè” e “cullatore di pecore”, e citando, scusandomi per il mio prendere spunto ed approfittare di qualche aforisma, nei riguardi di chi gli da fastidio questo mio modo di scrivere, ma almeno io mi faccio capire: Kraus, quando disse che «L’aforisma non coincide mai con la verità: o è una mezza verità o è una verità e mezza». Cercherò di descrivere, senza la benché minima paura di essere smentito, una “verità e mezza”, l’altra mezza semmai ci fossero due verità la lascio a chi si sentirà toccato, sfiorato ed anche non “cagato”. E per farla apposta contro gli insofferenti abbondo pure con Flaubert, «Quando si guarda la verità solo di profilo o di tre quarti la si vede sempre male. Sono pochi quelli che sanno guardarla in faccia». E guardiamole per una volta le cose in faccia. Che devono per forza di cose essere guardate con riferimenti storici senza faziosità alcuna né stravolgendo verità già scritte, insieme ai reali personaggi che hanno redatto…oddio redatto è una parola impegnativa, diciamo meglio “imbrattato” le pagine amministrative e politiche di un paese, tenuto sotto scacco per molto tempo da “mezze verità”, “venditori di fumo” e “sorrisi per l’occorrenza”.
Un paese in cui poche frasi tengono banco come: “allarme sociale”, “inagibilità democratica” e “paura” ed aggiungiamo a questi anche “incompetenza”, “dilettantismo” e “sbando”, il tutto per i tanti episodi di criminalità che ricattano una città oltre all’incapacità di reagire ed altro, ma molto altro ancora.
Partiamo, ad esempio, dal lontano 1993 in piena tangentopoli, presi da un enorme scatto di orgoglio e ribellione la città ovvero i cittadini di Taurianova, a seguito di un periodo nero intriso di morti ammazzati sulle strade e di uno scioglimento per infiltrazione mafiosa, il primo Comune d’Italia a subire questo estremo provvedimento. Un poeta, un medico ed un senatore della Repubblica, un uomo proveniente dalle file del vecchio partito comunista italiano, stravince al ballottaggio contro chi rappresentava in un cetto qual modo quella maggioranza sciolta per mafia e che aveva candidato a sindaco il democristiano Luigi Cordova. Il suo nome era Emilio Raber Argiroffi. Quell’amministrazione ha raccolto le redini, anzi le ceneri di una realtà seriamente compromessa e nonostante la sua malattia, Argiroffi portò avanti per quattro anni, fino alla scadenza naturale del mandato un processo di rinnovamento non con poche difficoltà e resistenze, tinte anche da eventi giudiziari che avevano portato all’arresto di alcuni componenti della sua maggioranza (poi prosciolti). Ma chi li aveva denunciati? Ma soprattutto perché questa denuncia e rovinare delle persone che avevano solo la “colpa” di fare parte di una parte politica avversa a chi li aveva denunciati? Bè….stendiamo (per ora) un velo pietoso, non è così on. Angela Napoli? Ma, nonostante tutto ciò, si finisce la consiliatura positivamente e con un bilancio comunale attivo, insieme anche a qualche residuo trovato in corso d’opera da parte della fortunata amministrazione che seguirà e che li spenderà fino all’ultimo centesimo ed anche di più, ma sì abbondiamo!
Nel 1997, elezioni post Argiroffi, a sorpresa la città (ri)cavalca l’onda dell’orgoglio ed elegge un giovane avvocato, Rocco Biasi, cambiando rotta politica perché quel centrosinistra non convinceva e soprattutto non si faceva capire durante i comizi elettorali….altro da dire non so….ma forse è meglio.
Di quella maggioranza fa parte, tra gli altri anche, indovinate chi? Sì proprio lei, la “pasionaria” dell’antimafia, una donna militante del vecchio Movimento sociale italiano, eletta deputato (per meriti dell’onda emotiva di un imbonitore che sapeva solo sorridere e che tartassava le persone ad ogni ora in televisione), nelle elezioni del 1994, quelle del “miracolo italiano”, “dell’unto del Signore”, quelle che poi si sono rivelate un grande bluff. La donna in questione è Angela Napoli. La signora (anche) della “questione morale” in deroga. Quella che poi si era materializzata nel 2004 e non prima (di questo e di altro ne riparleremo nella prossima tappa). Ma la morale si sa, è sempre un’agire continuo e va di pari passo con la logica, essa non ammette errori; o lo si è per sempre o qua si gioca con le biglie a chi li lancia più lontane facendo un grosso botto….come le grandi cazzate. Qualcuno presente in quel consiglio comunale ancora le spara oggi con la stessa intensità.
Ma cos’è successo in quegli anni? Tutto tranne che un atteggiamento consono alla “Morale”, quello degli illuministi come Kant, Voltaire o l’autore dell’Emilio, J.J. Rosseau. Accadde che un consigliere eletto dal popolo in una coalizione che aveva perso le elezioni “folgorato sulla via di Damasco” o meglio sulla via di Biasi, migrava dalla coalizione del perdente Ninì Crea, alla maggioranza, salvando l’elezione a sindaco e contribuendo fattivamente a essere presente (a volte con orari strani e giorni prestabiliti) in tutti i consigli comunali per poi “volare” altrove…e volavo alto ed a caro prezzo. Il suo nome era Papalia, all’epoca era un personaggio con il suo quarto d’ora di popolarità. Quello di Warhol che asseriva che tutti ne hanno diritto in questa vita. Il tutto perché al povero e giovane Biasi, per i soliti opportunismi di qualche assetato di potere aveva abbandonato la nave (qualcuno poi era rientrato ed è rimasto fedele nei secoli). Lasciando il povero sindaco dal facile sorriso in panne e senza maggioranza. Però, e qui che inizia il gioco e come dice un detto americano (non australiano), “quando il gioco si fa duro sono i duri che iniziano a giocare”, oddio, ho esagerato, vabbè, ehm…però mi piace la frase e non la cancello, il tasto “del” non lo schiaccio! Perché tutto questo? Ed a che “prezzo”? Il prezzo potrebbe essere un’opzione interessante da sapere. Il giovane sindaco dal facile sorriso (sempre lo stesso in ogni circostanza), aveva una maggioranza in parità, dieci a dieci, e con il voto in più del Papalia: ecco come di incanto siamo undici a dieci: è fatta! In condizioni “morali” e normali da rispettare, si sarebbe andato subito ad elezioni. Personalmente, sono convinto che Biasi in quel caso, avrebbe stravinto al primo turno. Ma bando alle ciance, tra i consiglieri di “parità” chi c’era? Lei, sì proprio lei, la grande fautrice della “questione morale” del giorno dopo, l’on. Angela Napoli che reggeva la maggioranza ad un sindaco che poi, in seguito, descrive come uno dei peggiori quasi come il peggiore che Taurianova abbia mai avuto. L’on. Napoli quella maggioranza la reggeva anche bene, con orari e giorni compatibili con i lavori parlamentari, ed ecco, come per magia, si convocava un consiglio comunale…..sempre questo per la “questione morale”. Ah, povero Enrico Berlinguer che di quella “Questione” aveva fatto una ragione di vita, in quegli anni, chissà quante volte si è rivoltato nella sua tomba. Ed a tal proposito mi piacerebbe chiedere alla Napoli, a distanza di anni, cosa ne pensa di questo “Affaire” Papalia e perché è rimasta dentro quella maggioranza. Lì, proprio lì, la “questione morale” non trovava posto?
In quegli anni ci sono stati i primi concorsi per vigile urbano, qualcuno l’ha vinto ed altri no…ed è normale che tutto sicuramente si è svolto correttamente dato che c’era un’onorevole che ha fatto della legalità la sua bandiera, quindi tutto è andato come doveva andare……………(sic).
Quegli anni hanno dato un tocco di splendore alla città, le strade si affollavano, le feste e gli sperperi si alternavano con la costruzione di piazze. E che diamine! Quelle cose in quel periodo erano giustificate ed andavano fatte, dopo un lungo periodo di buio pesto per Taurianova. C’era stato un cambio generazionale della politica, erano stati mandati a casa i vecchi tromboni, quelli che si presentavano con le stesse facce ed un vestito che già da nuovo odorava di naftalina. Erano i tempi dove negli angoli della villa (precisamente in un angolo maledetto), si dibatteva di politica in maniera seria e si dialogava anche con quelli della maggioranza, con dibattiti accesi ed a volte con lo spirito goliardico che ne conseguiva.
Erano i tempi in cui chi aveva lasciato la maggioranza dell’epoca, gli dava contro dicendo, ai tempi del primo Natale, quello del 1997, “Biasi…Biasi…chi capudannu chi ti trasi”, non erano sicuramente seguaci di Cassandra in quanto da lì a dieci anni lo stesso Biasi veniva eletto per tre volte consecutive, dico tre volte compreso il mandato illegale (sic!). E di capodanni ne sono entrati a iosa….
Si vedevano cose di tutti i colori, tipiche del paese, ricordo con il sorriso in volto, molta gente che….ehm, mi verrebbe da fare i nomi però farei “gossip”, parlare agli angoli della villa inveendo contro il sindaco dal sorriso facile, dicendone di tutti i colori, mandando anche bestemmie a volte, e poi, siccome il sottoscritto abitava nei pressi dell’abitazione di quel sindaco, li ritrovava lì, dentro quella casa con sorrisi smaglianti e pieni di gioia come se andassero ad accendere candele di gioia….ed amore…attrezzate anche di “lingua”….leccante!
Erano i tempi in cui per la prima volta vidi a Taurianova i fenomeni sociali dei cosiddetti “leva e porta” e degli “sciacqua-lattughe”, così come della presenza di personaggi “oscuri”, stile Richelieu, ma in senso buono, collaboratori gratuiti o segretari particolari del sindaco che davano spunto ad accese discussioni, del tipo “secondo me quello se sta lì, lo fa perché deve guadagnare qualcosa”; erano i tempi dei goliardici volantini anonimi e di tanto altro ancora….! Ma devo dire che la città era tutta uno “spettacolo”. Sono stati anche i tempi dei soldi dei terreni di Olmolongo, a proposito, ma poi si è saputo che fine hanno fatto quei soldi della vendita di quei terreni? Lo chiedo non solo a quella maggioranza, ma anche a lei, sì proprio a lei che all’epoca stava in maggioranza, on. Napoli.
Erano i tempi in cui quella maggioranza consiliare (o degli alzatori di mano senza il dono della parola tranne la “pasionaria”), era coesa perché c’era un sindaco che sapeva tenerli bene oltre a sbeffeggiare la minoranza (sempre con i suoi sorrisi), avendo il dono della loquacità e della spontaneità come punti di forza, ma erano doni destinati a finire….ma questa è un’altra storia…..che sarà ripresa nella prossima tappa, quella che va dal 2001 al 2006….
I fatti ed i personaggi in questa descrizione non sono stati inventati, ma sono reali e tuttora viventi ed anche (ahimé) attivi! E chi non è stato menzionato non gioisca, se è stata toccata solo una parte perché tutti saranno presenti insieme ed “appassionatamente”.
Alla fine Argiroffi (che forse i “giovani professionisti” del Partito democratico, così attivi, non ricorderanno)non “ha lasciato solo poesie” come il giovane sindaco diceva durante i comizi elettorali, ci ha anche lasciato tutto questo come eredità…..oltre ai sorrisi si intende.
E per ritornare alla questione morale, stavolta voglio proprio abbondare con Ernest Hemingway «E’ morale ciò che ti fa sentir bene dopo che l’hai fatto, è immorale ciò che invece ti fa sentire male». Chissà…..se arriverà qualche mal di pancia…..
1. (continua….)
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