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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 GENNAIO 2025

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Motovedette libiche sequestrano 3 motopesca mazaresi

Motovedette libiche sequestrano 3 motopesca mazaresi

| Il 08, Giu 2012

A bordo una ventina marittimi. Sindaco Mazara: ‘Trovare soluzione’

Motovedette libiche sequestrano 3 motopesca mazaresi

A bordo una ventina marittimi. Sindaco Mazara: ‘Trovare soluzione’

 

 

(ANSA) MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) – “Questo fermo fa crescere la tensione nella marineria siciliana ed in quella di Mazara del Vallo in particolare. Mi auguro che la vicenda venga chiarita al più presto e le barche possano tornare al lavoro senza alcuna preoccupazione per i marittimi imbarcati sugli stessi natanti. Attendiamo gli sviluppi e siamo convinti che le nostre autorità diplomatiche faranno di tutto perché venga restituita serenità alle famiglie dei pescatori fermati ed a tutta la marineria”. Lo dichiara il Sindaco di Mazara del Vallo, on. Nicola Cristaldi, dopo che tre pescherecci di Mazara del Vallo sono stati sequestrati ieri a 40 miglia dalla costa libica da una motovedetta del Paese nordafricano. I pescherecci – il ‘Boccia’, l”Antonino Sirratò ed il ‘Maestrale’ – sono stati dirottati nel porto di Bengasi. Della vicenda si sta occupando l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.

La Libia di Gheddafi non c’é più, ma il copione si ripete, a dispetto dei cambiamenti, uguale a sé stesso. Tre motopesca della flotta di Mazara del Vallo sono stati sequestrati in serata dalla motovedette libiche. Secondo le prime informazioni comunicate via radio mentre il sequestro era in corso, le imbarcazioni si trovavano tra le 30 e le 50 miglia dalla costa di Bengasi, il porto in cui sarebbero stati dirottati. A bordo dei tre pescherecci si dovrebbero trovare una ventina di marittimi. Non sono stati sparati colpi di arma da fuoco per fermare le imbarcazioni, ma i militari libici sarebbero saliti a bordo.

Si tratta del secondo fermo nel dopo Gheddafi. Il primo risale al novembre del 2011. Protagonista del sequestro, il peschereccio ‘Twenty two’, fermato dai militari libici a 35 miglia dalla costa, in acque internazionali, e rilasciato dopo cinque giorni grazie ad una pronta attivazione della Farnesina che, tramite l’Unità di crisi e l’ambasciata d’Italia a Tripoli ha subito posto il caso all’attenzione della nuova dirigenza libica. Il presidente del Distretto produttivo per la pesca (Cosvap) di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo – che negli ultimi anni ha stabilito rapporti di cooperazione con diversi Paesi africani – ha già interessato della nuova vicenda il governatore libico Abu Ajar e il viceministro dell’Agricoltura, con delega alla Pesca, Adnan Jibrial. Tumbiolo ha provveduto anche ad informare l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, ancora all’oscuro del sequestro. “Confidiamo – ha dichiarato Tumbiolo – in una veloce e pacifica soluzione di questa crisi. I buoni rapporti istaurati tra la Libia e la Sicilia nel settore della pesca ci dovrebbero in tal senso essere di aiuto”.