Medico aggredito al Riuniti di Reggio, l’indignazione di Nucera
redazione | Il 03, Lug 2012
“Ripristinare i posti fissi di polizia in tutti gli ospedali di una certa importanza, lasciando alla polizia privata il compito di vigilare per la sicurezza nei reparti e per salvaguardare i beni strumentali”
Medico aggredito al Riuniti di Reggio, l’indignazione di Nucera
“Ripristinare i posti fissi di polizia in tutti gli ospedali di una certa importanza, lasciando alla polizia privata il compito di vigilare per la sicurezza nei reparti e per salvaguardare i beni strumentali”
“L’aggressione subita da un medico ospedaliero sabato scorso ai ‘Riuniti’ di Reggio Calabria è la spia di un profondo malessere che segna sempre più in maniera drammatica la vita interna dei centri di ricovero e cura della Calabria”.
E’ quanto afferma il segretario-questore del Consiglio regionale, Giovanni Nucera (Pdl).
L’esponente politico che era intervenuto nei giorni scorsi sulla vicenda del piccolo Umbaca di Locri, “apprezza il comunicato del dott. Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria, che ha posto in maniera compiuta le carenze che possono influenzare talune atteggiamenti che danno luogo ad episodi gravissimi e determinano un clima di insicurezza sul lavoro e sulla serenità di centinaia di operatori della sanità. Non è il caso di proseguire nella classifica degli episodi che hanno come vittima medici in servizio negli ospedali pubblici – osserva Nucera – quanto piuttosto evidenziare carenze strutturali che determinano l’insorgere di simili deprecabili episodi di aggressione, per chi li attua e per chi li subisce. Non c’ è dubbio – prosegue Giovanni Nucera – che negli ospedali della regione persistono problemi di sicurezza e di agibilità: per essere chiari, la scelta di chiudere i posti fissi di polizia sta contribuendo, almeno nella nostra realtà, ad aumentare la casistica delle aggressioni, nonostante l’affidamento dei servizi di vigilanza a imprese private. Una divisa dello Stato – afferma ancora Nucera – è sempre tale nell’immaginario collettivo, mente un vigilantes, sempre da tale punto di vista, appare come deterrente minore. Che fare? Innanzitutto, ripristinare i posti fissi di polizia in tutti gli ospedali di una certa importanza, lasciando alla polizia privata il compito di vigilare per la sicurezza nei reparti e per salvaguardare i beni strumentali. E’ solo un esempio, ma siamo tutti consapevoli che nei reparti di ‘pronto soccorso’ e di ‘osservazione breve’, si concentrano in maniera talvolta abnorme carichi di lavoro per medici ed infermieri che non sempre riescono a fronteggiare. Da qui, nervosismi, qualche eccesso verbale, che possono incendiare gli animi e si trasformano in atti di violenza inaccettabili. Appare pertanto quantomai urgente ed improcrastinabile riorganizzare tutto il sistema della medicina del territorio valorizzando il ruolo e la funzione del medico di famiglia nel rapporto con gli assistiti. Non è pensabile che un servizio primario ed urgente possa essere trattato alla stregua di odiose pratiche burocratiche che incattiviscono gli utenti, creano malumori e determinano inefficienze. Il dovere della buona politica – sottolinea Giovanni Nucera – è mettere in campo quei provvedimenti utili a disinnescare quello che mi permetto di definire, come ‘il corto circuito della tolleranza e dei buoni comportamenti’. Da qui, l’intervento del dottor Pasquale Veneziano è senza dubbio un buon punto di partenza perché ha il pregio di porre questioni non di semplice difesa ordinistica, ma amplia il discorso a largo raggio sul ‘sistema sanità’, che non può essere oltre implementato sulle compatibilità di pura finanza, ma necessità di interventi che garantiscano l’effettiva fruibilità del diritto costituzionale del diritto alla salute”.
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