Alcoa: operai in piazza a Roma
redazione | Il 10, Set 2012
Corteo per le vie della capitale
Alcoa: operai in piazza a Roma
Corteo per le vie della capitale
(ANSA) ROMA – Grossi petardi, fumogeni e suoni assordanti di trombette alla partenza del corteo a Roma degli operai Alcoa. In testa manifestano anche i sindaci del Sulcis mentre i lavoratori sardi, qualche centinaio, improvvisano piccole corse in gruppo per alcune decine di metri durante il corteo, che è diretto in via Molise davanti al ministero dello Sviluppo economico.
Momenti di tensione al corteo degli operai Alcoa che stanno cerando di sfondare un cordone della Polizia all’altezza del Ministero dello Sviluppo economico. Gli agenti hanno cercato di contenere l’avanzata dei manifestanti che spingevano in massa contro il cordone. Alcuni operai hanno lanciato diverse bombe carta verso le forze dell’ordine e i blindati. Già precedentemente i manifestanti avevano provato a ‘sfidare’ altri sbarramenti lungo la strada del corteo.
Il corteo raggiungerà via Molise, dove si trova il ministro dello Sviluppo economico e dove alle 12 è previsto un incontro da parte di una delegazione.
BONANNI IN PIAZZA, SUBITO SOLUZIONE – Subito una soluzione per l’Alcoa, che si incentri su un piano per l’energia a basso costo: ad invocarlo è il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, arrivato in piazza della Repubblica da dove è partito il corteo diretto al ministero dello Sviluppo Economico e dove il leader sindacale si è fermato a salutare i lavoratori sardi e i sindaci della zona. “Dobbiamo dare loro una prospettiva, allestendo, progettando e investendo su un piano per l’energia a basso costo. Questa è l’unica soluzione, lo dovrebbero sapere”, ha detto Bonanni, sostenendo che “il governo deve fare il suo dovere, deve prendere in carico la situazione perché non si può lasciare questa zona a se stessa: senza l’attività produttiva, c’é solo il deserto industriale e anche umano”.
Archiviata la giornata ad altissima tensione per il ritrovamento della finta bomba all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, sotto un traliccio di Terna, gli operai dell’Alcoa si preparano alla trasferta di Roma che si annuncia altrettanto ‘calda’. Oggi in occasione del vertice al ministero dello Sviluppo economico da cui dipendono le sorti dell’impianto del Sulcis, i sindacati hanno organizzato un corteo che sfilerà, guardato a vista da un imponente servizio di sicurezza, per le vie della capitale sino a raggiungere e presidiare la sede del Mise.
Dall’incontro operai, rappresentanti dei lavoratori e istituzioni locali si aspettano risposte sul futuro dello stabilimento sardo, cuore della produzione di alluminio primario in Italia, e sul destino di almeno 800 buste paga. Tutti confidano nell’apertura di una vera trattativa per la vendita della fabbrica, ma per sbloccare il negoziato serve la ‘firma’ su una reale manifestazione di interesse da parte delle uniche due multinazionali, le svizzere Glencore e Klesch, uscite timidamente allo scoperto per una possibile acquisizione. Molti i paletti posti dalle due società al Governo per l’apertura formale del negoziato, su tutti il problema dell’abbattimento dei costi dell’energia senza violare la normativa europea e la questione degli esuberi (Glencore punterebbe ad un dimagrimento di almeno 350 dipendenti). A gelare gli entusiasmi ci ha pensato il ministro Corrado Passera: “andremo avanti per mesi per cercare una candidatura ma bisogna avere il coraggio di pensare anche ad altre alternative. La verità – ha chiarito il responsabile dello Sviluppo economico – è che in questo momento non ci sono imprenditori pronti a farsi carico di questa azienda anche a fronte di un pacchetto energia compatibile con le regole europee e la disponibilità della Regione Sardegna”.E oggi da Cernobbio il ministro ha aggiunto come quella di domani per Alcoa “sarà una tappa importante”, per trovare soluzioni che siano comunque “economicamente sostenibili e rispettose delle regole europee”.
“In taluni casi ci riusciamo, in taluni non è possibile raggiungere quel risultato – ha aggiunto il ministro – bisogna favorire modelli di sviluppo diversi anche per quelle regioni che non possono più contenere modelli di sviluppo legati all’industria pesante”. Dunque in questo clima di incertezza, una Roma blindata accoglierà oggi un esercito agguerrito di 500-600 persone tra operai, sindacalisti, sindaci e amministratori del territorio ma anche commercianti, pastori e semplici cittadini. Il gruppo più numeroso, circa 400 persone, si raduna oggi alle 15.30 nel piazzale di Portovesme. Un’ora dopo partiranno in pullman alla volta di Olbia: circa quattro ore di viaggio per raggiungere il porto e prendere il traghetto della Tirrenia Nuraghes delle 22.30 diretto a Civitavecchia. L’altro gruppo, compresi i sindaci, partirà in aereo da Cagliari tra stasera e domani mattina con il primo volo. In campo a Roma un migliaio di uomini delle forze dell’ordine e luoghi istituzionali sorvegliati speciali. Rafforzato anche il servizio d’ordine predisposto dal sindacato per impedire l’infiltrazione di violenti nel corteo. “L’altra volta ci siamo arrampicati sul cancello del ministero, domani – avvertono i lavoratori sempre più arrabbiati – non sappiamo che cosa succederà…”.