Omicidio a Gerocarne. Ucciso un giovane di 31 anni
redazione | Il 22, Set 2012
Antonino Zupo è stato ucciso intorno alle 11. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’operazione “Ghost”
Omicidio a Gerocarne. Ucciso un giovane di 31 anni
Antonino Zupo è stato ucciso in località contrada Comunella intorno alle 11. Sul posto si trovano gli inquirenti che hanno avviato le indagini. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’operazione “Ghost”
GEROCARNE (VV) – Un giovane di 31 anni, Antonino Zupo, è stato ucciso nei pressi di Gerocarne in località Contrada Comunella intorno alle 11 di questa mattina. Sul posto si trovano gli inquirenti che hanno avviato le indagini per risalire agli autori dell’omicidio. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’operazione Ghost. Secondo una prima ricostruzione stamane alcuni sconosciuti hanno raggiunto l’abitazione di Zupo e lo hanno avvicinato sparandogli contro diversi colpi d’arma da fuoco. La vittima è morta sul colpo. L’uomo era stato condannato in primo grado ad otto anni nell’ambito del processo Ghost contro il traffico di droga. Recentemente gli è stata inflitta un’ulteriore condanna a sei anni di reclusione nel processo ‘Impeto’. I carabinieri stanno sentendo i familiari e gli amici della vittima per accertare se ultimamente l’uomo avesse avuto contrasti con altre persone. I militari stanno verificando anche se stamane la vittima aveva qualche appuntamento. Negli ambienti investigativi si ipotizza che l’omicidio sia maturato nell’ambito della criminalità locale che gestisce il traffico della droga.
L’operazione Ghost fu condotta dalla Squadra Mobile di Vibo il 26 gennaio del 2011 e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva portato all’arresto di 40 persone tra Pizzo, considerata la piazza dello spaccio di droga (cocaina, marijuana e hashish) e Gerocarne vero centro operativo nel quale avveniva il trattamento dello stupefacente proveniente dal Nord Italia. Attività gestita, secondo l’accusa, anche da Antonino Zupo che poteva fare affidamento su una fitta rete di pusher. Alla luce delle risultanze investigative a suo tempo collegate all’operazione antidroga Ghost «emerge che Zupo è stato effettivamente il principale collaboratore, uomo di fiducia e costante referente di Piero Sabatino. Non vi è dubbio, inoltre, che la partecipazione, insieme ai vari altri associati, alle operazioni aventi ad oggetto l’acquisizione di significative partite di stupefacenti, richiedendo un adeguato grado di pianificazione, organizzazione e cooperazione plurisoggettiva sia nelle fasi preliminari che in quelle susseguenti al fatto della detenzione di notevoli quantitativi di droga, appaia un dato univocamente indicativo di “affectio societatis”», cioè di appartenenza al sodalizio».