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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 15 GENNAIO 2025

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Per la prima volta a Catanzaro l’intervento al cuore con il prelievo della vena endoscopica

Per la prima volta a Catanzaro l’intervento al cuore con il prelievo della vena endoscopica

| Il 27, Set 2012

L’operazione è stata portata a termine con successo dall’equipe del professor Attilio Renzulli

Per la prima volta a Catanzaro l’intervento al cuore con il prelievo della vena endoscopica

L’operazione è stata portata a termine con successo dall’equipe del professor Attilio Renzulli

 

 

CATANZARO – Concluso con successo l’intervento al cuore con il prelievo della vena endoscopica. Per la prima volta, presso il Policlinico catanzarese (Germaneto), è stata eseguita l’importante novità nel campo della microchirurgia a cuore battente che prevede il prelievo della vena senza incidere sulla gamba ed ottimizzando oltre i tempi tecnici di intervento anche la tempistica di ripresa del paziente. Sostanzialmente, con una piccola incisione si estrae il pezzo di vena necessario e l’intervento che solitamente richiedeva 5/6 ore, di fatto si riduce a tre (tempistica approssimativa anche in virtù dell’intervento da eseguire). Dunque, ancora un successo per l’equipe del professor Attilio Renzulli.  Il paziente su cui si è intervenuto è il 70enne Mario Marrella, giunto presso la struttura sanitaria catanzarese con crisi di angina instabile ed edema polmonare: <<Diagnosticato e individuato il problema – ha spiegato il professor Renzulli – è stata proposta la soluzione e programmato l’intervento chirurgico con tecniche moderne della cardiochirurgia a cuore battente e, relativo prelievo della vena attraverso una tecnica mini-invasiva. Non è una novità – ha altresì spiegato il luminare – ma, nell’ottica della nostra regione, in cui la sanità è sempre nella tempesta e sempre sottoposta a tagli sulle spese sanitarie, ed anche con un intervento di bypass aorta-coronarico si rappresenta l’efficienza del sistema sanitario pubblico>>. L’auspicio di Renzulli e degli affermati professionisti calabresi è che si smetta di puntare sulla sanità privata ma si concentrino sul servizio pubblico e, piuttosto che aprire nuovi centri, si opti sulla sistemazione di quelli già esistenti mettendoli nelle condizioni di operare di più e meglio. Nell’intervento eseguito sul paziente napitino, ad affiancare Renzulli ci sono stati anche i dottori Giuseppe Musolino e Lucia Crisostomo, professionista negli interventi a cuore battente, ma, purtroppo, da 8 anni ancora con un contratto a termine. <<Anzichè magnificare le strutture private, perchè non puntare sulle eccellenze? – l’amaro quesito di Renzulli, secondo il quale – ciò frenerebbe anche l’emigrazione sanitaria (e le lunghe file di viaggi della speranza n.d.r.) verso mete settentrionali o estere. Abbiamo emigrazioni sanitarie fisiologiche verso le grandi strutture del nord e quelle patologiche, verso case di cura e centri del nord ove obiettivo non è la salute del paziente ma il lucro, a beneficio dei gruppi privati settentrionali>>. Intanto, però, il piano di rientro miete tagli importanti tanto che il reparto di cardiochirurgia del primario Renzulli registra il 120 per cento di occupazione posti letto e, talvolta, qualche paziente è costretto a scendere in altri reparti per cedere il posto alle emergenze: <<i politici dovrebbero venire a vedere la nostra attività e non orientarsi sulla corrente politica. Ma, penso che presto crollerà questo sistema fatto di interessi e conflitti di interessi. Inoltre, in materia di spending review, ritengo che non si possa applicare un taglio lineare del 5 per cento a carico di chi non lavora, piuttosto che togliere la pensione ai falsi invalidi e i benefici ai politici>>. Infine, il professionista – dal curriculum di tutto rispetto e che ha in attivo anche importanti riconoscimenti internazionali – solleva un importante problema: il suo reparto è sprovvisto di assistenza psicologica sui pazienti nelle fasi pre e post operatoria nonchè ambulatoriale che ritiene importante ma, a quanto pare ad impedire la realizzazione di detto programma è, ancora una volta, il piano di rientro.