A Bruxelles si discute di lotta alla criminalità organizzata Approfondimento sul tema promosso da Laura Ferrara (M5S)
Bruxelles – La criminalità organizzata non è un problema territoriale o del
Sud Italia, oltre i confini nazionali è più difficile riconoscerla per
questo trova terreno fertile. Laura Ferrara, eurodeputata del Movimento 5
Stelle, titolare del rapporto sulla lotta alla corruzione a alla
criminalità organizzata, si è fatta promotrice in questi giorni di
un’iniziativa di approfondimento sul carattere transfrotaliero delle mafie.
All’incontro oltre la Ferrara hanno preso parte studiosi, giudici,
investigatori, parlamentari e rappresentanti delle più importanti agenzie
investigative internazionali. Tra queste l’Europol, la polizia europea che
svolge azione di raccordo tra le strutture investigative dei ventotto stati
dell’Unione. Tra i relatori Anabela Gago, responsabile dell’Unità europea
contro il crimine organizzato; Roberto D’ Annunzio, desk italiano per
“Eurojust” (Unità di cooperazione giudiziaria della Ue); Fabrizio
Costantino, docente all’ Università di Trento; Bijorn Janson, vice
presidente dell’agenzia anti corruzione del Consiglio d’Europa; Antonio
Miceli, capo unità OLAF (Ufficio europeo per la Lotta Antifrode); Ignazio
Corrao, europarlamentare del “Movimento 5 Stelle” e il giornalista e
scrittore Arcangelo Badolati, capo servizio della “Gazzetta del Sud”.
“La strage di Duisburg e i tentacoli allungati sui fondi europei – commenta
la Portavoce pentastellata – come dimostrano Mafia Capitale e l’inchiesta
sul Cara di Mineo, mostrano come la criminalità organizzata si sia
globalizzata. In Europa ci sono 28 diritti penali che non dialogano fra di
loro”.
La proposta targata Movimento 5 Stelle, oltre a coinvolgere tutti i
cittadini, ha messo attorno allo stesso tavolo gli esperti del settore:
magistrati, l’Olaf, Eurojust, la Commissione europea.
L’obiettivo è quello di considerare la corruzione come una violazione di
diritti fondamentali e di armonizzare le normative europee.
I portavoce del MoVimento 5 Stelle Europa hanno aumentato la loro pressione
nei confronti delle Istituzioni europee firmando una dichiarazione scritta,
assieme ad altri parlamentari europei di tutti gli schieramenti politici,
in cui si chiede la creazione di un meccanismo di controllo degli Stati
membri, favorendo la condivisione di informazioni e buone pratiche,
individuando nuovi strumenti come una definizione comune di criminalità
organizzata.
Quella svoltasi nei giorni scorsi a Bruxelles è stata occasione di analisi
più profonda del fenomeno delle mafie, passate dal sequestro di persona e
dal traffico di droga ai “grandi business immobiliari e commerciali”, una
mafia capace d’ infilare suoi uomini tra le istituzioni, e gli arresti che
ogni giorno avvengono nel nostro Paese non possono che confermare questa
avvilente realtà.
Come sta reagendo l’Europa all’esportazione del fenomeno criminale? Il
fenomeno non pare sia percepito. Le agenzie europee all’unanimità hanno
ribadito l’esigenza di arginare le infiltrazioni mafiose in Europa mediante
un’azione di coordinamento e cooperazione sempre più efficace tra gli stati
membri e, anche, attraverso la nascita di una Procura europea in condizione
di coordinare e far da collante riguardo alle attività giudiziarie e
investigative avviate nei singoli Paesi.
È emerso in maniera condivisa dunque, l’emergenza di dotare tutti gli stati
Ue di una legislazione comune di contrasto alla mafia, e purtroppo
l’Italia, che storicamente si è dovuta adeguare per prima al suo contrasto,
vanta un metodi di investigazione e legislazione capaci da fare da modello
per tutto il territorio comunitario.