A Catanzaro in mostra le opere di Giuseppe Barilaro "Visitazioni & Rivisitazioni" è il titolo della mostra, a cura di Ghislain Mayaud, visitabile alla Galleria Verrino dal 12 al 23 dicembre
Con il patrocinio della Fondazione Rocco Guglielmo, del Comune di Cotronei, dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, e dell’Associazione P-ART, si inaugura sabato 12 dicembre alle ore 18.00, presso la Galleria Arte Spazio di Luigi Verrino a Catanzaro, la mostra “VISITAZIONI & RIVISITAZIONI” dell’artista Giuseppe Barilaro.
Scrive Ghislain Mayaud, curatore della mostra, “Giuseppe Barilaro penetra il terreno delle origini formali bruciando superficie e ferendo a morte nel suo passaggio, l’irruente materia. Consolidare la freschezza dell’intuito iniziale, sapere allontanare o ritrovare nel dialogo creativo la forma primitiva, chiarisce la struttura dell’immagine elaborata sulla tela. L’indagine è lì. Due storiche e consolidate scuole pittoriche duellano nello stesso campo d’azione per perdere entrambe: la reperibilità della figura rappresentativa o narrativa e l’uso della materia come urgenza linguistica primaria. Sorgono identità ai margini della ragione dove delicati contrasti di colori offrono una notevole semplificazione alla lettura imbevuta da una specie di ottocentesco moralismo.
Due grandi sistemi supportano generalmente la costruzione di un evento pittorico. Il primo accade quando è il disegno a determinare la creazione di un dipinto, l’altro succede mentre sono le masse di colore a scatenare la composizione e le forme. In queste opere la sintesi tra disegno e cumulo magmatico diventa naturale, immobile, senza l’ordine del tempo. Sfuggiti da superficiali titoli, prigioniere stoffe illuminano mute tenebre. L’opaco bianco formula inchiodate isole di luce che lanciano persistenti speranze in segno di pace. Il movimento del braccio di Giuseppe è intuitivo, incontrollabile in questo soggettivo percorso che oltrepassa apparentemente stili diversi. Nessuna linea assomiglia all’altra, neanche un angolo gestisce la probabile rinascita di consolatorie inquadrature. È la distruzione della composizione e della simmetria, pari a un’esplosione incontrollata. Nervosamente organizzata, la materia nega un momentaneo riposo. Le tensioni derivate dagli urti tra i rossi e gli avvolgenti neri giustificano ogni replica compositiva. Il superfluo è stato implacabilmente cancellato, rimangono sulle tele le tracce ribelli di una precisa indagine plastica.”