A causa del riscaldamento del mare nell’Adriatico stanno arrivando nuove specie di squali
Ago 09, 2018 - Giovanni D'agata
Negli ultimi anni si sono susseguiti sempre con maggior frequenza
avvistamenti nel Mediterraneo, l’ultimo a Maiorca, dove il più
temibile dei predatori del mare, il gigantesco squalo bianco è stato
fotografato lo scorso 28 giugno vicino all’isola abitata di Cabrera,
a sud di Maiorca. Ma anche l’Adriatico di recente è stato meta di
specie di squali che mai in precedenza o assai raramente si erano
viste nuotare nelle acque del bacino ad est della Penisola Italiana.
Esperti del Dipartimento di studi marini dell’Università di Spalato
in Croazia, ed in particolare Alen Soldo, hanno affermato che a causa
del riscaldamento del mare, nel Mar Adriatico si è registrato un
crescente numero di specie invasive, altrimenti inusuale per le
regioni che si affacciano sullo stesso. Il dato più eclatante e che,
in base alle statistiche disponibili, ogni settimana una nuova specie
entra dal Mar Rosso nel Mediterraneo. Tra queste specie vi sono gli
squali, le cui abitudini e movimenti sono influenzati anche
dall’aumento della temperatura. Gli stessi, infatti, eviterebbero le
zone che diventano troppo calde, ed essendo in cerca di cibo
esplorerebbero nuovi areali. Presumibilmente il temibile squalo tigre,
responsabile di numerosi attacchi nel Mar Rosso, è già entrato nel
Mediterraneo. Tuttavia, non è ancora visibile nell’Adriatico, a
differenza del grande squalo bianco. Il più mastodontico di questi
vertebrati si adatta a diverse gamme di temperatura. E nell’Adriatico
è legato alle migrazioni del tonno. Così come i branchi di tonno si
spostano, così è possibile che li segua lo squalo bianco – spiega
Soldo – e aggiunge che è un abitante occasionale del Mare Adriatico.
Il problema è che non si può far nulla. Ci sono troppe variabili che
non possiamo influenzare – dice Soldo. Ovviamente le statistiche di
attacchi di squali nei nostri mari ci dicono che è più facile essere
colpiti da un fulmine che subire un’aggressione da parte di un
pescecane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei
Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]”, che sottolinea come il
fenomeno che si sta studiando del diffondersi di specie di squali non
endemiche è qualcosa cui dovremo adattarci senza dover temere di fare
un bagno in tutta tranquillità nei nostri luoghi tradizionali di
balneazione.