A Cittanova “Costruiamo strade di memoria” Domenica l’iniziativa con Vimodrone in nome di Ciccio Vinci e Lea Garofalo
«Dobbiamo mettere in rete le persone, perché sono le persone che fanno la
differenza. Perché hanno competenza, conoscono, si applicano. E perché non
dimenticano che prima di tutto sono cittadini e credono nella Costituzione,
nello Stato». Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico,
aveva costruito sulle persone la forza e l’urgenza del gemellaggio tra i
Comuni di Vimodrone (Mi) e Cittanova (Rc). Era il primo aprile, giorno in
cui nella cittadina lombarda veniva sottoscritto l’atto, e Romani spiegava:
«È, questo, un tempo della paura e della rabbia, un tempo in cui ci si
chiude e si alzano muri. Ecco perché la giornata di oggi è importantissima:
è un ponte che apre, il gemellaggio aiuta a consolidare la responsabilità
prima ancora che la legalità. Noi non possiamo essere disorganizzati». Era
partito tutto il 10 dicembre 2016, quando don Luigi Ciotti, inaugurando a
Vimodrone la titolazione della biblioteca a Lea Garofalo e a Cittanova il
Polo della legalità a Ciccio Vinci, aveva stimolato i due sindaci a
iniziare un percorso condiviso. Antonio Brescianini e Francesco Cosentino
hanno iniziato da allora, e quella giornata, la prima di un lungo percorso,
che domenica 23 aprile approderà a Cittanova, aveva permesso di stabilire i
punti focali della strada da costruire insieme.
«Questo» aveva aggiunto Romani «sta diventando un Paese di favori,
piuttosto che di diritti. Sono sempre di più i sindaci minacciati perché
portano trasparenza dove c’era opacità, ma c’è una diffusa illegalità di
massa. La cultura dei furbetti e dell’opportunismo è il terreno fertile in
cui cresce la criminalità organizzata. C’è ancora tanto da fare. Abbiamo
fatto passi importanti, guai a negarlo. Ma dobbiamo continuare a farlo
contemporaneamente, anche nella prevenzione. Noi con Avviso Pubblico
facciamo formazione agli amministratori non per puro esercizio di sapere,
ma per creare una rete in cui chi ha sperimentato cose che funzionano mette
a disposizione informazioni ed esperienze. La cosa più importante è sapere.
Un territorio che alza le orecchie e apre gli occhi può fare la differenza,
decidendo da che parte stare. Nei fatti, non solo con le parole».
Forti e importanti, gli interventi del primo incontro, moderato dal
coordinatore di “Libera Informazione” Lorenzo Frigerio, che condurrà anche
la mattinata del 23 aprile.
Interventi senza sconti, come quello di Alessandra Dolci, magistrato della
Dda di Milano. Partendo dalle dichiarazioni dell’ex prefetto di Milano
Lombardi, nel 2010 (“a Milano e provincia la mafia non esiste”), Alessandra
Dolci aveva spiegato: «Chi non sa non vede. Chi non conosce il fenomeno
mafioso non è in grado di coglierne i segnali. Non ci siamo difesi. Non li
abbiamo respinti. Ci hanno colonizzato. Altro che anticorpi. Gli anticorpi
non hanno funzionato perché gli ‘ndranghetisti sono visti come operatori
commerciali. Ben vengano gemellaggi come quello di stamattina: io conosco
ben altri tipi di gemellaggi, quelli del lato oscuro della forza. Posso
farvi molti esempi del tipico pragmatismo lombardo, in cui c’è la completa
sostituzione di rappresentanti della ‘ndrangheta rispetto alle
istituzioni». Esempi, nomi e cognomi, per chiarire che «finché non li
vedremo come un corpo estraneo, allora loro continueranno ad avere il
sopravvento. Continueranno a vincere loro».
Toccanti i ricordi di Francesco Vinci, attraverso un video, e di Lea
Garafolo, attraverso l’intervento dell’avvocato Enza Rando: «Lea sarebbe
contentissima di sapere che questa biblioteca è stata dedicata a lei: le
biblioteche erano i luoghi che amava di più delle città in cui ha vissuto.
Mi diceva sempre “io voglio vita, non voglio morte”. A me Lea ha insegnato
molto. Ad esempio che tutte le mafie sono venute al nord. Lea ha lasciato
un esempio importante per molte donne di ‘ndrangheta che stanno andando dai
magistrati in Calabria a chiedere di salvare i figli».
Chiaro il percorso ribadito dal sindaco Brescianini: «Partiamo dalla
responsabilità, per consegnare il testimone fatto di valori reali ai nostri
giovani». E chiarissime le suggestioni ricordate dal sindaco Cosentino:
«Dovete costruire le città educative: così ha detto don Ciotti a Cittanova
ed ha ripetuto a Locri. Un’esortazione che non dobbiamo mai smettere di
fare nostra. Noi amministratori dobbiamo essere e dare l’esempio. E
dobbiamo guardare sempre ai nostri ragazzi, per dare loro la forza di
crescere con i valori di giustizia, legalità e impegno che fanno la
differenza. E creano rete».
Il percorso è lungo, intreccia memoria e impegno.
*Domenica 23 aprile, alle 10, il Polo Solidale per la Legalità di Cittanova
ospiterà la prossima tappa. “Costruiamo strade di memoria” non è solo il
titolo dell’incontro, che metterà in rete familiari delle vittime innocenti
delle mafie, sindaci, rappresentanti degli istituti scolastici e cittadini:
è la volontà dei due sindaci, di Avviso Pubblico e di Libera di lavorare
per dare seguito al gemellaggio. Che è molto più di un gemellaggio: è uno
scambio continuo di memoria che si fa impegno.*
*Lorenzo Frigerio modererà gli interventi di don Pino Demasi, referente di
Libera Piana, di Matteo Luzza, responsabile regionale di Libera Memoria, di
Maria Antonietta Sacco, neo vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico,
del Presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto,
dell’assessore al Welfare, Pubblica Istruzione, Lavoro e Politiche
Giovanili Federica Roccisano e dei sindaci di Vimodrone e Cittanova,
Antonio Brescianini e Francesco Cosentino.