A Flavio Giurato il premio “Giorgio Lo Cascio” 2018
È Flavio Giurato il vincitore del “Premio Giorgio Lo Cascio” 2018, il
riconoscimento nato nel 2005 a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio
(Catanzaro), assegnato a cantautori di valore fuori dai circuiti mainstream
e diretto da Enrico Deregibus.
La premiazione si terrà in estate a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio in
occasione di un concerto di Giurato. La data verrà annunciata prossimamente.
La manifestazione intende ricordare Giorgio Lo Cascio, storico cantautore
romano scomparso nel 2001. Con lui Francesco De Gregori all’inizio della
carriera aveva formato il duo “Francesco e Giorgio” e successivamente,
anche con Antonello Venditti e Ernesto Bassignano, “I giovani del Folk” (i
“quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulle spalle” di “Notte
prima degli esami” di Venditti).
Flavio Giurato è, come recita la sua scheda biografica, “il segreto meglio
custodito della musica italiana”. Artista di culto per addetti ai lavori e
appassionati, è autore di tre album meravigliosi tra il 1978 e il 1984: Per
futili motivi, Il tuffatore e Marco Polo. In particolare “Il tuffatore” lo
fa conoscere al pubblico più attento di quegli anni. I videoclip estratti
dall’album saranno parte fondante del programma Mr. Fantasy condotto da
Carlo Massarini.
Dopo un lungo periodo di pausa nel nuovo secolo è tornato all’attività. Nel
2004 la casa editrice No Reply, decide di pubblicare “Il tuffatore.
Racconti e opinioni su Flavio Giurato” un libro di racconti ispirati alle
canzoni dei primi tre dischi del cantautore. Con l’occasione, a vent’anni
di distanza da “Marco Polo” e in allegato al libro, esce un disco live, il
primo e l’unico della sua carriera.
Nel 2007 arriva un nuovo disco di inediti, “Il manuale del cantautore”.
Negli ultimi anni la sua attività si intensifica, sia per quanto riguarda i
concerti che i dischi: nel 2015 esce “La scomparsa di Majorana”, nel 2017
“Le promesse del mondo”, dischi assai considerati dalla critica.
Il Premio Lo Cascio è organizzato dall’Associazione Primavera Andreolese
con il patrocinio della Regione Calabria e dell’amministrazione comunale di
Sant’Andrea Apostolo dello Ionio. La direzione artistica è di Enrico
Deregibus, autore fra l’altro della biografia di Francesco De Gregori “Mi
puoi leggere fino a tardi”.
Negli anni precedenti il riconoscimento era andato a Max Manfredi (2005),
Pino Marino (2006), Rudy Marra (2007), Sulutumana (2008), Carlo Fava
(2009), Susanna Parigi (2010), Marco Ongaro (2011), Luca Gemma (2017).
Il Premio è stato assegnato da una ampia e prestigiosa giuria coordinata da
Deregibus e comprendente: Roberta Balzotti (Tgr Rai), Marcello Barillà
(Obiettivo Calabria), Stefano Bartolotta (Indie-roccia.it), Alberto
Bazzurro (Musica jazz), Maurizio Becker (Classic rock), Mario Bonanno
(Mescalina), Andrea Caponeri (Radio Orvieto web), Roberto Caselli (Jam-TV),
Massimiliano Castellani (Avvenire), Stefano Crippa (Manifesto), Enrico de
Angelis (storico della canzone), Paola De Simone (Radio in Blu), Salvatore
Esposito (Blogfoolk), Claudio Fabretti (Ondarock), Leonardo Follieri
(Jam-TV), Ambrosia J. S. Imbornone (Rockerilla), Annino La Posta
(saggista), Elisabetta Malantrucco (Rai), Michele Neri (Vinile), Bruno
Palermo (CrotoneNews.com), Francesco Paracchini (L’isola che non c’era),
Fausto Pellegrini (Rainews), Andrea Podestà (Nuova scuola genovese),
Giordano Sangiorgi (Mei), Paolo Talanca (Fatto quotidiano), Gianluca Veltri
(Mucchio selvaggio), Gianni Zuretti (Buscadero).
IL PREMIO E GIORGIO LO CASCIO
Dagli anni Settanta S. Andrea Ionio ha ospitato spesso cantautori italiani
che, pur non avendo un grande successo commerciale, hanno fatto la storia
della musica di qualità. L’istituzione, nel 2005, di un premio dedicato
alla canzone d’autore rappresenta un’ulteriore tappa di questo percorso e
l’idea di intitolare il riconoscimento a Giorgio Lo Cascio nasce dal fatto
che nel 1977 proprio S. Andrea ospitò un concerto dell’artista romano
scomparso nel 2001. Gli organizzatori di quello spettacolo conservano un
bellissimo ricordo di quell’evento e per questo hanno voluto ricordare un
artista sottovalutato.
Giorgio Lo Cascio, prematuramente scomparso a soli 48 anni nel 2001, nei
primi anni ’70 fu tra i promotori della cosiddetta “scuola romana”, che si
riconosceva nel Folkstudio di Trastevere. Lui, Antonello Venditti,
Francesco De Gregori ed Ernesto Bassignano danno vita ad un quartetto, “I
giovani del Folk”. Erano legati, i quattro (“quattro ragazzi con la
chitarra ed un pianoforte sulle spalle” come canta Venditti in “Notte prima
degli esami”) dallo stesso amore per il folk, la canzone d’autore, la
poesie e la politica. Giorgio artisticamente era il figlio di Cohen,
Francesco di Dylan, Antonello di Elton ed Ernesto di Tenco. Le loro prime
canzoni erano piene di rabbia, vino, donne, funerali immaginari, aquiloni,
soldati, treni e sogni di libertà. Dopo le prime apparizioni al Folkstudio,
Lo Cascio insieme a De Gregori (di cui era fraterno amico) diede vita ad un
duo, Francesco e Giorgio, assimilabile per alcuni versi a quello di Simon &
Garfunkel. Lo Cascio è però stato un’artista dotato di una personalità
autonoma. I suoi testi ci mostrano una vena intimista, quieta, fatta di
piccoli sentimenti che proprio dalla semplicità traggono la loro
profondità; il tutto espresso attraverso una musica acustica, arpeggiata,
che non disdegna però di arricchirsi tramite gli apporti del moog, del
flauto, del pianoforte, delle percussioni. Durante gli anni ’70 ha avuto
una produzione da cantautore politico, meritevole di essere riscoperta.
Insieme a Venditti e De Gregori, firmò un contratto discografico per la IT.
Mentre Venditti e De Gregori prepararono “Theorius Campus”, il loro esordio
discografico, lui incise “La mia donna”, disco un po’ acerbo, molto
acustico, poco competitivo rispetto ai brani dei vari cantautori che
stavano venendo a galla e di scarsissimo successo. Riemerse nel 1976,
grazie all’etichetta Divergo. Il disco prodotto, “Il poeta urbano”, album
politico molto bello, assai personale, faticò però a farsi strada. Limitati
furono anche i concerti tenuti da Lo Cascio, che l’anno dopo incise (sempre
con la Divergo) un nuovo album, “Cento anni ancora”. Anche questo disco non
ebbe fortuna, nonostante i brani fossero assai validi. Dopo un nuovo
singolo, “Cosa c’è che non va”, sigla del programma tv “Tra scuola e
lavoro”, sparì dalle scene. Molti anni dopo, partecipò ad un gruppo
estemporaneo, denominato U.A.F.F., messo in piedi da vari cantautori allo
scopo di fornire un supporto economico al “Folkstudio” in difficoltà. Uscì
poi un suo nuovo disco, “Il vaso di Pandora”, con Stefano Iannucci. Lo
Cascio è stato ospite del Premio Tenco nel 1975, 1978 e 1983.