A Gioia Tauro la protesta contro i rifiuti della Basilicata Corteo con numerosi sindaci per chiedere chiarezza sulla vicenda
di Letizia Dato
GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – La giornata di oggi si è aperta con una grande denuncia fatta dai cittadini gioiesi: lo smaltimento illecito dei rifiuti tossici. “Gli angeli stroncati dal tumore: Gioia Tauro piange i suoi morti”. Questo lo striscione che ha aperto il corteo di protesta che poi ha portato i numerosi partecipanti davanti ai cancelli della Iam. Tutti uniti per chiedere trasparenza sullo smaltimento di rifiuti ritenuti pericolosi provenienti dall’impianto di Viggiano (Potenza) e diretti, come sostengono i magistrati di Potenza, verso il depuratore Iam di Gioia Tauro.
Sei le persone iscritte nel registro degli indagati per alterazione dei codici di identificazione. Questa è l’accusa della Procura di Potenza che sostiene che quasi 29mila tonnellate di rifiuti tossici sono stati smaltiti illecitamente nell’impianto di depurazione gioiese. Solo le indagini porteranno alla luce la verità.
Sorretto dai membri dell’Associazione contro i tumori “Gli angeli della piana”, capitanata dal presidente Pino Pratticò, che è scesa in campo per ribellarsi dopo le ultime notizie sui rifiuti tossici ed emersa dall’inchiesta “Tempa Rossa”. Insieme al “Comitato Fiume”, alle associazioni del territorio, ai sindacati ed ai sindaci, alla rappresentanza di numerosi studenti, Gioia Tauro ha deciso di lottare, protestare e denunciare la presenza di oltre mille casi di cancro presenti nella sola cittadina Gioiese. Tutti uniti hanno chiesto che venga fatta chiarezza denunciando un possibile legame tra gli smaltimenti illeciti e i numerosi casi di neoplasie e di mortalità che si sono registrati a Gioia Tauro e nelle zone limitrofe.
La manifestazione ha visto la partecipazione dei sincdaci di Cinquefrondi, Michele Conia; di Melicucco, Francesco Nicolaci; di Polistena, Michele Tripodi; di Bisignano, Damiano Grispo; di Palmi, Giovanni Barone; di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà. Presente anche il presidente della provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa. Primi cittadini che, insieme agli abitanti del quartiere Fiume, hanno manifestato la loro preoccupazione per i risvolti che potrebbe avere sulla salute della popolazione e che potrebbero derivare dallo smaltimento di tali sostanze. Chiedono chiarezza e soprattutto che i “bottini” non arrivino più. Chiedere la verità sulla vicenda è un diritto fondamentale perché non si può lucrare sulla vita delle persone. Verità che arriverà, si spera, dall’esito delle indagini.