A Palmi la prima assemblea locale del PCI Prossima tappa sabato a Polistena
Come da programma, si è svolta a Palmi la prima assemblea locale del PCI. Durante il dibattito, aperto e coordinato da Francesco Stilo, sono stati affrontati diversi temi. Dopo un inquadramento della situazione internazionale, che vede un’Italia ai margini dei “giochi” che contano, oppressa dalle politiche di austerità che le strutture dell’UE applicano con particolare durezza verso i paesi considerati periferici (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna) e una NATO (l’alleanza militare a guida USA a cui l’Italia aderisce) in espansione, a danno della pace e della stabilità mondiale, non sono stati trascurati gli argomenti di carattere nazionale. La crescita della disoccupazione e del precariato, la crescente emigrazione giovanile verso i paesi considerati più ricchi ed attrattivi, l’arrivo di ingenti flussi migratori dai paesi poveri e devastati dalle guerre, del nord africa e del vicino oriente, la sfiducia verso le istituzioni della repubblica e il non voto, costituiscono importanti fattori di destabilizzazione per tutto il paese. In questo contesto la Calabria si trova in una condizione ancora più critica, essendo divenuta “periferia della periferia”. Il calo demografico, la Calabria è da poco scesa al disotto dei 2 milioni di abitanti, la carenza infrastrutturale, l’emergenza ambientale costituita dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici e dall’incerto funzionamento del sistema di depurazione, a danno dell’ambiente, del turismo, ma soprattutto della salute dei cittadini, in questo senso i casi di tumore sono più che triplicati rispetto agli anni ’70, non lasciano intravedere, almeno nel breve periodo, un’inversione di tendenza. I comunisti, in questo senso, si propongono di mettere in campo ogni possibile sforzo per costruire una Calabria e in generale un mondo migliore, per le generazioni che più di tutte potrebbero pagare un prezzo salato rispetto a scelte spesso dettate dal cieco interesse, se non da un’ingiustificata ignoranza.
All’interno del progetto nazionale per la ricostruzione del PCI, che avrà come prossime tappe l’assemblea di Polistena di sabato 11 giugno ed il congresso nazionale di Bologna che si terrà nei giorni 24, 25 e 26 dello stesso mese, i comunisti palmesi porteranno una voce decisa. Palmi infatti, per la propria posizione geografica e per la propria storia, ha tutto il diritto di rivendicare politiche che la facciano uscire dall’attuale stato di isolamento e arretramento sociale. La chiusura dell’ospedale, l’ipotizzata chiusura del tribunale, lo scarsissimo sviluppo turistico del tutto inconcepibile, rappresentano soltanto alcuni esempi di come una consistente parte della classe dirigente palmese, non abbia saputo o voluto difendere gli interessi popolari dei propri concittadini e soprattutto delle fasce più deboli. I comunisti fanno appello alle forze sinceramente democratiche e progressiste della città, affinché Palmi possa riconquistare il posto che le spetta.
Oltre a Lorenzo Fascì, che in qualità di referente provinciale del coordinamento per la democrazia costituzionale ha focalizzato il proprio intervento sulle contraddizioni di una riforma che di democratico ha ben poco, ed a Nicola Limoncino, che, coerentemente alle proprie scelte politiche ha ribadito l’urgenza di superare le divisioni, invitando i tanti comunisti divisi ad aderire al nuovo PCI, hanno preso la parola: il sindaco di Polistena Michele Tripodi, l’ex assessore alla pubblica istruzione Francesco Barbaro, il compagno Altomonte di Gioia Tauro, l’ex sindaco di Seminara Antonio Bonamico, l’avv. reggino Fabio Violi, Mario Sprizzi, il sidernese Damocle Argirò, l’arch. Antonio Ruoppolo, Angela Stilo, Giuseppe Celi. Ha concluso il dibattito Michelangelo Tripodi.
Infine sono stati denunciati con forza i tentativi di ostacolare la campagna referendaria per il NO portata avanti dal comitato cittadino coordinato da Carmen Campesi, ed espressa vicinanza verso chi è stato ingiustamente attaccato per aver chiesto legittimante chiarezza sulla vicenda del PSC.