A Polistena è tornato in scena il cartellone “Teatro famiglie” Ieri la rappresentazione di "Cenerentola"
di Chiara Romeo
A Polistena è tornato in scena il cartellone “Teatro famiglie” della compagnia DRACMA, con il celebre spettacolo rivisitato di “Cenerentola”. I protagonisti: le sorellastre, interpretate rispettivamente da Mariliana Bergamo e Chiara De Pascalis; il principe da Antonio Miccoli; Cenerentola da Marina Tutusaus Farran ed infine la Matrigna da Fabio Tinella.
Lo spettacolo, nasce dall’incontro della compagnia teatrale “Factory” con la compagnia di danza “Elektra”. E l’obiettivo principale è la voglia di costruire assieme una nuova avventura che esplori un linguaggio nuovo ad entrambe le compagnie.
I costumi sono di Lapi Lou, mentre le scene sono curate da Piero Andrea Pati; le luci i colori e le musiche contemporanee di Davide Arsenio. Mentre le coreografie di Annamaria De Filippi e la drammaturgia nonchè regia è di Tonio De Nitto.
Le compagnie teatrali sono la Factory, una compagnia transadriatica, la compagnia Elektra e la Tir danza.
La “Tir danza” è di Modena ed è un ente produttivo che trova le sue radici nelle ricche esperienze teatrali degli anni ottanta, e che condivide dal 2012 con compagnia la Factory e la Elektra, il progetto artistico su Cenerentola. Essi si propongono come caratteristiche centrali, la qualità, l’innovazione che hanno come finalità, la diffusione della danza presso le giovani generazioni.
La danza contemporanea e il movimento, sono la colonna portante dello spettacolo, come sintomo di espressione linguistica principale, dove vengono in giust’appunto inserite poche battute e con un forte impatto, concentrandosi sulla mescolanza linguistica (francese, inglese e vari dialetti del sud: pugliese, napoletano, calabrese) e vena comica.
La storia. Lo spettacolo offerto ad un pubblico di età dai sei anni in su, viene narrato al tempo dei giorni nostri: Cenerentola, figura delicata che si muove sulle note di una pertinente danza classica, ella viveva orfana e confinata a fare la serva in casa propria per la sua super matrigna, la quale fa da è madre e padre. Nella stessa casa vivevano le sorelle “goffe e culone”.
Ai tempi della nostra storia c’era anche un principe timido e impacciato, che non era mai uscito dal regno e per farlo accasare ai regnanti, non era rimasto che organizzargli una festa di ballo, anzi due, forse tre.
Al centro del palcoscenico, sono in scena invidie e gelosie il tutto all’interno di un nucleo familiare, che sembra un mondo che presto potrà rivelarsi diverso da com’è o come dovrebbe essere. Un mondo, dove madri spregiudicate sono disposte a tutto pur di “arraffare” tutto quello che si può e che non si può ottenere. Applicando una persuasione, manipolando le figlie come marionette per raggiungere i propri fini. Così da trovarsi in un mondo di figlie ammaestrate, viziate e sorde nel comprendere e accettare l’altro. L’altro, inteso in casa propria, come la sorella più piccola, senza cipolle ai piedi, leggera e morbida come una piuma.
La commedia ha la pretesa di rappresentare il fallimento del “metodo matrigna”, inteso come “un’educazione cinica” e arrivista, impartita ai propri figli che non lascia spazio ai sentimenti.
E’ la storia di un incontro, ma che può essere un riscatto, per potersi ritrovare e capire, attraverso una lingua che in questo caso è rivestita dalla danza: fatta di parole enunciate senza la voce.
Lo spettacolo ha registrato una grande affluenza e partecipazione trascinante.