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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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Polistena, duro attacco di Gino Strada alle carenze sanitarie Il fondatore di Emergency in visita alla struttura territoriale gestita dall'associazione a cinque anni dalla sua apertura. "La sanità si sta sgretolando per colpe politiche e dei medici dediti al profitto" le sue parole pungenti - GUARDA IL SERVIZIO

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di Giuseppe Campisi

Polistena – «Possibile che nella valle del Panjshir si possano fare 9000 parti all’anno e nella Piana di Gioia 8 consultori non abbiano nemmeno gli ecografi?». Con questo interrogativo il fondatore di Emergency Gino Strada ha iniziato il suo intervento per celebrare i 5 anni dell’apertura del poliambulatorio di Polistena, ora guidato da Alessia Mancuso Prizzitano, affondando, come sempre, con il suo ragionamento, schietto e senza peli sulla lingua, il dito nella piaga di una sanità calabrese e nazionale eterodiretta da una politica troppo impastata di finanza e burocrazia e molto poco rivolta alle vere esigenze dei pazienti. Una «sanità che era la più bella del mondo e che ora sta sgretolandosi per responsabilità della politica ed anche dei medici dediti al profitto. Allora, cominciamo a produrre sanità in questa regione dove vi è una offerta enorme di medicina privata forse perché vi è una oggettiva carenza di quella pubblica!».

La stoccata che fa ben comprendere come Strada non sia solo venuto in Calabria a ritirare il premio Ippocrate, promosso dai suoi colleghi dell’ordine reggino, od a Polistena per fare passerella – cosa peraltro non in linea con il personaggio molto schietto ed affatto convenzionale – ma piuttosto per chiamare le cose col loro nome e per mettere, ancora una volta, ciascuno di fronte alle proprie responsabilità. La cronaca della serata racconta dei saluti in apertura di Michele Tripodi, sindaco della città, che ha ricordato ad una gremitissima sala – alla presenza di numerosi sindaci del territorio (Panetta per Galatro, Conia per Cinquefrondi, Zampogna nella doppia veste di consigliere metropolitano e sindaco di Scido solo per citarne alcuni) del neo senatore pentastellato Fabio Auddino, ed autorità militari – come Emergency a Polistena insista in una struttura confiscata e l’alto valore umano dell’operato dell’associazione seguìto dall’intervento del dg dell’ Asp reggina, Giacomino Brancati, che ha cercato di spiegare come tra mille difficoltà si tenti di garantire ai cittadini il diritto alla salute costituzionalmente garantito anche grazie a preziose collaborazioni come quella di Emergency particolarmente significative per gestire l’assistenza verso i migranti.

«Le critiche di Emergency sono sempre costruttive» ha dichiarato a seguire il prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari affatto dimenticando che «la Piana ha bisogno di tante risposte» ma anche della necessità di fare rete di fronte ad una solidarietà «che qui si fa carne viva» senza tralasciare la problematica che ancora attanaglia la tendopoli di San Ferdinando. Don Pino Demasi, referente di Libera per la Piana, ha ricostruito l’excursus che ha permesso sinergicamente di aprire il poliambulatorio di Emergency partendo dalla rivolta dei migranti di Rosarno del 2010 persone, prima di allora, ritenute invisibili, di una Piana che, in quell’occasione, «tace e dimentica, che ha paura più dei migranti che della ndrangheta». Un bene confiscato pronto a ritornare alla collettività svolgendo un ruolo fondamentale «per la tutela della salute dei migranti e non solo. Perché dobbiamo finirla di fare distinzioni: la costituzione parla di individui, non di cittadini».

È toccato ad Alessia Mancuso Prizzitano rivelare i dati dell’impegno profuso sul territorio dalla struttura di Emergency Polistena dalla data dell’insediamento ad oggi, con ben 6455 pazienti visitati ed oltre 13.000 prestazioni sanitarie erogate, non solo ai migranti ma anche all’utenza urbana, con un invio al pronto soccorso di solo un 2% di casi. Restano però, e forti, le criticità sull’inesistente rete dei trasporti e sulla carenza di volontari, note dolentissime sulle quali i responsabili di Emergency hanno voluto ampiamente sensibilizzare politica, istituzioni e cittadini a fare di più mentre la presidente Rossella Miccio ha chiarito la progressione della mission dell’associazione che da assistenza sanitaria alle vittime di guerra è passata ad occuparsi anche della carenza sanitaria nel tessuto sociale italiano per «un bisogno trasversale»con il primo ambulatorio a Palermo nel 2006 ed il secondo a Marghera «perché abbiamo scoperto un paese frammentato sotto il profilo della salute». Quindi l’esperienza del Polibus, l’ambulatorio mobile, che nella Piana ha avuto una delle prime aree di utilizzo fino alla nascita dell’ambulatorio fisso con l’apertura, nel 2013, di Emergency Polistena «per dare risposte a bisogni che prima erano negati».

«Qui in fondo non c’è poi tanta differenza con Khartum (la capitale del Sudan dove Emergency è presente con un centro cardiochirurgo, nda) perché dopo 25 anni non si può parlare ancora di emergenza ma di dato di fatto e qui non sono arrivate solo braccia ma persone e dovremmo sentire tutti il bisogno di realizzare l’uguaglianza dei diritti». Infine, le conclusioni sferzanti di Gino Strada: «Il profitto in medicina è il 30% del budget. Se dessero a noi in Italia le strutture da gestire restituiremmo al pubblico qualche milione di euro all’anno. Il problema del servizio pubblico sono le convenzioni con i privati ed i medici corporativi che hanno sviluppato una particolare affezione per il denaro. Bisogna ricordare che la medicina è un gesto scientifico ma anche di solidarietà umana. E molte cose sono possibili mettendo da parte il profitto, basta provarci.»