“A Rende rischio sismico elevatissimo” Miceli (M5s): "Manna attivi gli strumenti di prevenzione necessari"
RENDE – La notte del 24 agosto alle ore 03:36 un terremoto di magnitudo locale 6.0 è avvenuto tra le province di Rieti e Ascoli Piceno provocando 296 vittime. La Calabria ha una pericolosità sismica molto alta (per frequenza e intensità dei fenomeni accaduti in epoca storica), una vulnerabilità altissima (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione molto alta (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale in zone interessate da faglie attive).
La nostra Regione è dunque ad elevato rischio sismico, in termini di vittime, danni alle costruzioni e costi diretti e indiretti attesi a seguito di un forte terremoto. Il Comune di Rende, in particolar modo è classificato in zona 1, la più pericolosa. Il nostro territorio è attraversato da un sistema di faglie in piena attività, come quella della Valle del Crati, che ha già originato il terremoto catastrofico del 1183 e i terremoti del cosentino del 1835, 1854 e 1870.
Il Movimento 5 Stelle ritiene che si possa fare molto in termini di prevenzione, programmazione e progettazione, non solo in termini di ricostruzione, a terremoto avvenuto. Non dobbiamo essere bravi solo nel fronteggiare le situazioni di emergenza. È inconcepibile e inaccettabile, ad esempio, che ci possano essere edifici strategici, come le scuole, che non rispondano a norme antisismiche.
Abbiamo quindi interrogato il Sindaco in merito al rischio sismico nella nostra città e quali strumenti di prevenzione sono attivi o debbano essere ancora urgentemente attivati nel Comune di Rende. Ci riferiamo ad esempio al Piano di Protezione Civile comunale, perché è necessario che la popolazione tutta sia al corrente di dove siano le Aree di Attesa nel nostro Comune da raggiungere in caso di calamità naturale e quali siano le procedure adottate per evacuare il proprio quartiere. Piano che esiste, ma non è presente sul portale on line del Comune, perciò il cittadino non può venire agilmente a conoscenza di punti di ritrovo e vie di fuga se non recandosi al Comune e chiedendo copia del Piano medesimo. Sarebbe il caso di rendere il più agevole possibile la consultazione di questo documento e di istruire un’esercitazione che coinvolga l’intera cittadinanza.
Vogliamo poi sapere se e quando sono state effettuate analisi di vulnerabilità e verifiche sismiche di edifici pubblici e opere strategiche e rilevanti, a cominciare dalle scuole e dalle strutture da utilizzare in caso di calamità naturali e indicate nel Piano di Emergenza. E chiediamo anche cosa è stato fatto nel nostro Comune in merito alla microzonazione sismica, per individuare le aree che possono amplificare lo scuotimento del territorio e la risposta sismica locale. In particolare si vuole sapere se il territorio rendese è stato già mappato nella cartografia geologica del territorio italiano (iniziata nel 1988). Si chiede, infine, se, sui 409
comuni calabresi, il Comune di Rende rientra nei 50 Comuni che hanno avuto l’approvazione della microzonazione da parte della Regione e della Commissione Nazionale oppure nei 199 che sono in fase di istruttoria oppure nei 160 Comuni di cui non si ha nessuna notizia.
In Calabria e a Rende deve essere intrapresa un’azione diagnostica e sistematica che interessi tutto il territorio. Non si può consegnare un bene comune come la tranquillità e la stessa vita dei nostri cittadini all’imprevedibile.