Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 21 SETTEMBRE 2024

OSPEDALE POLISTENA, CHI REMA CONTRO? ORE 19,30 LIVE IL DIRETTORE LUIGI LONGO
Torna su

Torna su

 
 

A rischio chiusura la tenenza della Finanza di Amantea Interrogazione di Nesci e Menichino (M5S)

A rischio chiusura la tenenza della Finanza di Amantea Interrogazione di Nesci e Menichino (M5S)
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

«È inaccettabile che in una terra a forte rischio ‘ndrangheta come Amantea (Cosenza) si sia deciso di chiudere la tenenza della Guardia di Finanza per meri calcoli ragionieristici e per un risparmio di soltanto 20 mila euro all’anno». È quanto dichiarano la deputata M5s Dalila Nesci e la consigliera comunale M5s Francesca Menichino, secondo le quali «lascia senza parole la decisione di togliere il presidio di legalità ad Amantea, città dove operano diverse organizzazioni criminali e dove, peraltro, tutti i diversi episodi criminali occorsi nell’ultimo periodo richiederebbero non una rinuncia ad un presidio di legalità, ma al contrario un innalzamento del livello di controllo e di sicurezza».

Nesci, che a riguardo ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Interno e dell’Economia, ha chiesto al Governo «quali urgenti provvedimenti vogliano intraprendere per evitare la chiusura della tenenza della Guardia di Finanza in un territorio in cui è necessario garantire la presenza dello Stato». Una soluzione è stata prospettata dalla stessa Menichino che nei giorni scorsi ha inviato una lettera all’Agenzia dei Beni Confiscati, «per verificare se uno degli immobili confiscati alla criminalità organizzata possa ospitare la Tenenza della Guardia di Finanza».

Nesci e Menichino concludono: «Bisogna necessariamente trovare una soluzione per evitare la chiusura del presidio. La ‘ndrangheta non aspetta altro per brindare ai nuovi affari con i colletti bianchi e per inserirsi nelle attività, negli appalti e nelle aziende con l’obiettivo di ripulire il denaro proveniente da attività illecite. Se vogliamo che sia lo Stato a vincere sull’antistato, bisogna trovare una soluzione comune. Dinanzi al pericolo ‘ndrangheta, non può esserci in uno Stato civile la priorità del calcolo ragionieristico».