A Tabularasa il rock alternativo di Alessio Calivi Sonorità dark nel salotto buono della città come ricerca di nuove forme di comunicazione intergenerazionale
Piazza Italia a Reggio Calabria è passata dalla balera sensuale dei “tanghèri” Tanya Schaap e Sandor Kem al palco rock contestatore e graffiante di Alessio Calivi che in una calda serata di fine luglio ha proposto al pubblico alcuni brani del suo secondo disco dal titolo “Sirene, vetri, urla e paperelle”.
Il format ‘Tabularasa’ promosso da Giusva Branca e Raffaele Mortelliti si conferma con l’appuntamento di ieri sera come prospettiva culturale multiforme e variegata capace di parlare alla testa e alla pancia delle persone. Dagli ormai familiari divani bianchi condivisi con intellettuali, scrittori e giornalisti, al rock urlato dei giovani trentenni calabresi d’esportazione per trascorrere due ore decisamente alternative.
Generi diversi e discordanti per incontrare la società reggina in tutte le sue componenti. Calivi e gli altri musicisti (Fabrizio Murdolo al basso, Fabio Carimati alla batteria) provengono tutti dalla provincia di Reggio Calabria ma, come tanti coetanei inquieti e determinati, hanno deciso di spostarsi a Milano per inseguire i loro sogni polifonici. Anche lì la realtà è dura e segnata dalla precarietà ma questo costituisce uno stimolo creativo ulteriore per il giovane compositore marcandone vistosamente le canzoni dell’album segnate da rabbia e passione. Nel capoluogo lombardo Calivi ha conseguito il diploma all’Accademia del suono e si è specializzato nel campo del “sound engeneering”. Fra un lavoro saltuario e l’altro, una registrazione e un service musicale oggi continua a scrivere e a comporre come quando di anni ne aveva 14 e abbozzava le sue prime canzoni su un quadernone di appunti insieme alla sua prima band: i “Black Side” passando poi da un genere musicale all’altro fino all’attuale rock alternativo. Da allora di tempo ne è passato tanto e le incisioni hanno lasciato il posto alle registrazioni e le sperimentazioni sonore si sono susseguite senza soluzione di continuità. Adesso è la volta dei “ragazzacci” di Tabularasa con cui si era già incontrato l’anno scorso ravvivando un legame fra i due estremi d’Italia che non si è mai interrotto ma che anzi ha fornito ulteriori spunti creativi al musicista.
Sulla scena di piazza Vittorio Emanuele II ai piedi di un’altera statua all’Italia che sembrava quasi voler prendere le distanze dalle sonorità esplosive dei giovani musicisti, è andata in scena la ribellione sociale di Calivi che si è espressa attraverso percussioni dure, ritmi sincopati e testi graffianti. Atmosfere gotiche e tonalità pesanti per urlare istinti, desideri e angosce di un’intera generazione in una ricerca musicale continua.
Il prossimo appuntamento sarà il 30 luglio al Castello svevo di Cosenza ma l’estate è ancora lunga e tante suggestive location calabresi faranno da cornice alle esibizioni sonore di Calivi e dei suoi accompagnatori.