A Taurianova durante gli scavi per una perdita d’acqua (?), è stata scoperta una straordinaria opera di (quel che resta di) interesse archeologico Teseo e Roy gemellati per una via d’uscita comune tra le insidie di tre “minotauri” o forse quattro?
redazione | Il 14, Ott 2024
Di GiLar
C’è tutto un “outfit” intorno che gira ogni giorno… parafrasando la famosa canzone dei Matia Bazar ed è quello che in certo senso è l’atmosfera taurianovese, e non solo dall’avvento della Capitale Italiana del libro, che precisiamo è un importante riconoscimento per la città (insieme agli “ei fu” 500 mila euro).
Ieri è stata una giornata “non facile” per il sindaco Biasi detto Roy perché sono venute al pettine alcuni “nodi” che si portava da tempo (e che noi lo scriviamo da alcuni mesi, non ultimo dai selfie estivi degli eventi). Un “infernale” Consiglio Comunale in cui c’è stata la netta presa di posizione di tre Consiglieri comunali che hanno nei fatti sancito una “rottura” con il resto della maggioranza amministrativa, differenziandosi con il passaggio “premiale” da “alzatori di mano (in questo caso pigiatori di tasti, e non è una parolaccia né un’offesa. “Pigiatori” nel senso di spingere un tasto)” a Consiglieri che votano o che non votano.
In questo momento noi immaginiamo il sindaco Biasi come se fosse dentro nel labirinto di Cnosso, ma a differenza di Teseo non cerca il Minotauro, ma solo una via d’uscita anche con l’aiuto di una Arianna di periferia purché doni il “filo” della salvezza.
Il grande cancelliere tedesco von Bismarck disse che la “politica è l’arte del possibile” perché alla fine la soluzione è sempre dietro l’angolo (ma quale angolo?).
C’erano due variazioni di bilancio da ratificare che riguardavano gli eventi estivi (come il concerto di Arisa), e da qualche tempo due consiglieri comunali, “giannettiani” per vocazione e per nome Mino Gallo e Francesco Bellantonio (da Ravenna), che insieme erano stati eletti nel gruppo del vicesindaco Nino Caridi, ma poi hanno costituito un gruppo autonomo in Consiglio Comunale dal nome federalista, “Autonomia per la politica” che di questi tempi, parlare di “Autonomia” in Calabria è quasi un rischio… ma ieri mattina quella parola “Autonomia” si è materializzata in Consiglio Comunale con l’apertura di una crepa nella maggioranza quando entrambi hanno dichiarato il loro voto contrario alle variazioni di bilancio, motivo per il quale si è dovuti sospendere il Civico Consesso per qualche minuto, riprendendolo poi con il ritiro dei due punti all’OdG per poi riproporli nella prossima convocazione.
A loro si è aggiunta un’altra contrarietà, un’ulteriore lesione nella crepa, ovvero il leghista Rosario Di Giorgio il quale ha dichiarato anch’esso il voto contrario. E Vannacci muto!
Su 11 voti, 3 contrari (ne restavano 8 alla maggioranza) che sommandoli ai 6 della minoranza il rischio era alto, a volte è meglio una ritirata tattica che rischiare una Waterloo.
Ma il dato politico qual è? Che Biasi dovrebbe riflettere su quel tempo che rimane del suo mandato e come portarlo a termine perché ieri c’è stata una “confusione” tra cronaca e note stampa che in tanti non hanno ben capito (e ne è stata prova la pazienza di chi scrive in quanto ha dovuto ricaricare nello spazio di poco tempo tre volte il cellulare). Biasi deve decidere cosa fare da grande come Sindaco della città perché le parole hanno un peso specie se dette in un contesto istituzionale, quando Bellantonio dice che non voterà e che c’è uno “scollamento” tra Consiglieri e Giunta, afferma una cosa gravissima. E quando Gallo dichiara che non voterà più variazioni di bilancio che riguardano cultura ed eventi, il problema è serio ed è anche mirato perché non è solo amministrativo, ma anche politico. E se a questi si aggiunge (per gli eventi) anche Di Giorgio e aggiungiamo, se a questi si aggiunge qualcun altro (noi lo sappiamo, ma non ci crediamo e anche se ci crediamo non lo sappiamo anche se c’è, ma pensiamo che non c’è e anche se c’è non lo sappiamo), e beh, la frutta è secca, non più fresca.
Biasi è un politico di grandissima esperienza, non è uno sprovveduto, sa quello che dovrebbe fare e sa che deve inevitabilmente mettere in discussione la sua squadra con qualche innesto, d’altronde gli innesti in natura donano linfa vitale. Non sarebbe una sconfitta, ma sicuramente un rinvigorire della sua azione amministrativa nella volata finale del suo mandato con dei nuovi gregari di validi che lo aiuterebbero nello sprint finale e sicuramente lo (ri)farebbero (ri)vincere. Ma già noi, in quel 2020 quando nacque il Biasi IV, avevamo scritto dopo aver letto la squadra amministrativa, anzi ci siamo domandati, “Ma Biasi quanto riuscirà a tenere?”, non come durata del mandato, ma come stabilità fisica e mentale visto che doveva fare tutto lui. E la dimostrazione è nelle parole di Gallo e Bellantonio quando affermano che non hanno nulla contro Biasi, e che non è una sfiducia nei suoi confronti e che non ce l’hanno con lui, il problema non è Biasi, il problema è “culturale”, ma non da ora, da diversi mesi.
Parliamoci chiaro c’è una squadra amministrativa che vive all’Avenue des Champs-Élysées e chi “sporca le mani” tutti i giorni come il vicesindaco Nino Caridi che sembra un Mario Bros all’interno di un videogame rappresentato dalle tante problematiche della città e che al contempo è anche uno scudo e un “filtro” per l’Amministrazione per le tante “benedizioni” che riceve, sia dal vivo che via social.
Roy Biasi che conosciamo dal 1997 è un sindaco, un politico con una grande esperienza sulle spalle e al di là delle opinioni politiche si possono avere, ha una grande storia dietro le spalle fatta di vittorie e di sconfitte, com’è giusto che sia negli eventi naturali della politica.
La minoranza fa il suo lavoro e non potrebbe fare altro, non credo che sia una detrattrice né una nemica della città, Biasi deve aspettarsi anche di peggio di quanto ha subito fino ad ora, non troverà mai, almeno da una parte della minoranza una mano d’aiuto specie nell’ambito del centrosinistra perché sarebbe politicamente innaturale se fosse il contrario, Capitale Italiana del libro o meno. E questo Biasi lo sa benissimo in quanto quando lui c’era negli anni passati, c’erano i partiti politici e l’opposizione era davvero una brutta gatta da pelare.
Comprendiamo che un sindaco deve a prescindere difendere le proprie scelte, deve tutelare l’immagine della sua squadra e difenderla a spada tratta, ma la politica è anche variabilità degli infiniti, un petalo di una rosa che vola via, ma uno stelo che rimane, la politica è “sangue e merda” ci diceva Rino Formica, e anche questo consultando la memoria storica, Biasi lo sa!
Biasi è l’artefice del suo destino amministrativo, lui solo ha il potere salvifico (che non c’entra nulla Salvini), quel che resta, raggiungendo l’ultimo sprint ma con un solo motto, quello socratico, del sapere di non sapere…