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TAURIANOVA (RC), SABATO 18 GENNAIO 2025

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A tu per tu con lo scrittore Gioacchino Criaco Approdonews intervista in esclusiva l'autore di Anime nere

A tu per tu con lo scrittore Gioacchino Criaco Approdonews intervista in esclusiva l'autore di Anime nere
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di Diego Licopoli

A colloquio con Gioacchino Criaco, scrittore calabrese di grandissimo spessore, giunto al successo col suo primo romanzo “Anime Nere” da cui è stato tratto l’omonimo film per la regia di Francesco Munzi, vincitore di ben nove David di Donatello. Uno stile di matrice noir, quello di Criaco, il quale, dopo Corrado Alvaro, mette in risalto la storia e la cultura dell’Aspromonte, facendole collimare con la dura realtà della ‘ndrangheta, la quale esiste e dilaga perennemente, in una regione radicata alle proprie origini, ed alla propria storia. Gioacchino Criaco, tesse le sue trame proprio in questa cornice, permettendo di osservare sotto un’altra prospettiva , la vita pastorizia e rurale dei paesini arroccati all’Aspromonte, innestandoliin una realtà ben definita ed elaborata, creando una sorta di “nuovo Far West” che carpisce il lettore dalla prima all’ultima pagina.

Lei é stato considerato il fautore del “noir calabrese”, qual è il suo pensiero su questo appellativo?

Certo, una parte di ciò che scrivo ha una matrice noir, pensò però che ci sia una tradizione letteraria tutta calabrese e vorrei che i miei romanzi venissero considerati come espressione di questo filone, che ha nell’epica la sua connotazione maggiore.

Nei suoi romanzi mette in risalto la cruda realtà della ndrangheta, cosa ne pensa della mafia in Calabria?

Non scrivo di criminalità, se non in quanto essa rientri nelle vicende dei miei personaggi, che stanno al centro delle mie storie, con le loro contraddizioni, il contrasto fra bene e male. la mafia, ovviamente, in Calabria c’è, ma sempre più spesso sta diventando un elemento consolatario, che permette a un’intera società compromessa di sentirsi migliore.

Il film “Anime nere” tratto dal suo omonimo romanzo ha vinto nove David di Donatello ed ha partecipato al festival di Venezia, come si sente dopo questo traguardo?

I numerosissimi premi dati al film, i suoi successi internazionali, vanno alla mia gente, sono il riconoscimento alle capacità artistiche che la Locride sa produrre. Senza il contributo fondamentale dei calabresi, il film non sarebbe mai nato.

Nella sua ultima opera “Il saltozoppo” Lei mette in risalto anche l’aspetto culturale e folcloristico della Calabria, ci vuole dare qualche ragguaglio sul romanzo?

Nel saltozoppo do conto di quanti a quali fatti stanno, storicamente, alla base di scelte criminali, che non sempre sono il frutto, banale e tragico, del male umano, e racconto di una cultura profonda che ha attraversato la nostra terra, con la speranza che ritorni a scorrere e purghi i calabresi dalla cronaca nera.

Pensa che altre sue opere diventeranno dei film?

Ci sono nuovi approcci col mondo del cinema, alcune proposte abortite. Darò la mia collaborazione a chi avrà voglia di essere leale con la mia terra, e non asseconderò istinti fuorvianti e intenzioni manipolatorie.

In conclusione, quali sono i suoi programmi per il futuro?

Sto finendo un romanzo, che narrerà di quanta ribellione buona ci sia stata in Calabria, annientata dalla mafia ma, soprattutto, da uno Stato che non ci volle migliori.