A Vibo Valentia il Festival per l’economia Mosler e la teoria economica neo-keynesiana: "Ampliare il deficit pubblico per far ripartire l'Italia"
Quello che si sta consumando oggi in molti Stati aderenti all’Unione europea è “il più grande crimine della democrazia”. Nessun futuro può essere garantito di questi tempi alle generazioni la cui aspettativa, invece, sarebbe quella di un immediato quanto possibile inserimento nel mercato del lavoro. Il concetto è brutale ma drammaticamente veritiero: “Se non si interviene subito nella definizione di una nuova politica economica europea, i giovani hanno altissime probabilità di diventare nuovi disoccupati”. L’analisi della scuola economica Modern money theory, impiantata su un ragionamento neo-keynesiano, la cui testa pensante è l’americano Warren Mosler, trae origine dai problemi che segnano l’evoluzione della società di molti Stati membri dell’Unione europea, dall’ancora incompiuta identità politica comune e dalla squilibrata unione monetaria. Nell’ultima giornata del Festival per l’economia, al Sistema bibliotecario vibonese, Mosler in persona ha presentato a Vibo ai ragazzi delle scuole il suo ragionamento, affinché possano acquisire consapevolezza rispetto a quanto la politica economica europea sta attuando, determinando “la ferita inflitta alle nuove generazioni”.
“In una buona economia – ha chiarito il teorico, rivolgendosi ai ragazzi –, quando siete a scuola, le aziende cercano di convincervi a lavorare per loro. In una buona economia, le aziende competono per acquisire nuovi lavoratori”. Nel sistema attuale europeo, al contrario, tre grandi piaghe fanno soffrire mezzo continente. Si tratta – come hanno spiegato nell’ambito dell’incontro Daniele Basciu (responsabile scientifico Mmt), Anna Maria Grazia Variato (docente di Economia monetaria dell’università di Bergamo) e Flavio Pressacco (professore emerito dell’università di Udine) – della disoccupazione, della inflazione e della distribuzione disomogenea della ricchezza. Utilizzando ad esempio l’esperienza dell’antica Pompei, Mosler ha spiegato agli studenti come funziona l’economia in un sistema senza distorsioni. “Lo Stato – ha detto – batte moneta, la spende e solo dopo impone la tassazione. La moneta che viene prodotta, però, non deve essere interamente tassata, questo significa che lo Stato deve spendere più di quanto tassa, per consentire alle persone di produrre risparmio”. Concetti illustrati praticamente, allo scopo di dare ai ragazzi una definizione di deficit pubblico, fissato oggi per volontà dell’Europa al limite del 3 per cento.
“La prima proposta che presento all’Italia – ha detto Mosler – per ripartire è di dare un ultimatum all’Europa, affinché fissi il deficit all’8 per cento, basterebbe questo per uscire dalla crisi. Se la Bce rifiuta di farlo, allora il Paese può passare ad un’altra valuta: la nuova lira. Si dovrà, quindi, spendere e tassare in nuova lira, tenendo presente che deve restare un margine di risparmio e le tasse non devono superare la spesa. Inoltre, non si deve realizzare la conversione forzata dei depositi di euro in nuova lira. Solo così i depositi saranno garantiti al 100 per cento”. Il tutto a patto che lo Stato si doti di buoni regolatori che sappiano vigilare sulle banche, nell’adozione del nuovo sistema.
Un sistema che, allo stato attuale, ha determinato per molti Stati iniquità e problemi, per i quali, nell’ambito del Festival, l’Europa è stata messa sul banco degli imputati. Un processo “mediatico” si è tenuto al Polo culturale “Santa Chiara”, in un’udienza in cui il Movimento europeo, con Pier Virginio Dastoli e Francesco Pacilè, ha presentato l’accusa, controbilanciata dalla difesa del docente universitario Andrea Lanza e dal deputato Pd Marina Berlinghieri. Mancata leale cooperazione fra Stati aderenti da un lato e unione dei popoli con libera circolazione e garanzia della pace dall’altro. In mezzo un sistema nel quale non viene garantito neppure un corretto contrasto alla criminalità organizzata di stampa mafioso. Le argomentazioni presentate, in un processo presieduto dal sindaco Elio Costa, senza braccio sanzionatorio, hanno permesso all’Europa di essere assolta, solo perché il fatto non costituisce reato. Contemporaneamente, in un’altra sala, la trattazione dei certificati di credito fiscale, a cura di Marco Cattaneo (presidente di Cpi) e Giovanni Zibordi (strategist di Cobraf.com), coordinati da Gabriele Fusca (commercialista).
La Costituzione rappresenta la base della democrazia in Italia. I principi ivi espressi orientano da sempre la legislazione. Con la presentazione del libro “La Costituzione nella palude” di Luciano Barra Caracciolo, presidente della VI sezione del Consiglio di Stato, al 501 Hotel, si è parlato della mancata costruzione europea ai valori fondanti la nostra Carta Costituzionale, a partire dalla lesione della sovranità democratica nazionale dei diritti sociali. Un appuntamento condiviso con l’ordine degli avvocati che ha visto confrontarsi, in un tavolo lavori aperto, oltre l’autore, Cesare Pozzi, professore di economia industriale presso la Luiss di Roma e Romina Raponi, avvocato del Foro di Roma. L’incontro, coordinato dall’avvocato Sergio La Grotteria, ha fatto emergere una visione più profonda dell’Europa che – secondo il pensiero dominate- garantisce la pace, il benessere e la prosperità. A parlare sono i fatti: i trattati europei descrivono un concetto di società in conflitto con la nostra Costituzione e con il rispetto dei diritti fondamentali contenuti. Questo libro, come rimarcato dal presidente Caracciolo, vuole essere invito ed ausilio per fare un’operazione di salvezza collettiva, a difesa della democrazia.
Ha chiuso la seconda edizione del Festival l’incontro avente come tema “La disciplina della Pubblica amministrazione, quale migliore assetto normativo nell’interesse generale?”. Ai sopracitati Romina Raponi e Luciano Barra Caracciolo, si sono aggiunti i contributi di Alessandro De Salvo, Rete Mmt e Antonio Buccarelli, magistrato della Corte dei conti.