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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 24 DICEMBRE 2024

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Accettiamo di convivere con 55 bombe atomiche pronte ad esplodere?

Accettiamo di convivere con 55 bombe atomiche pronte ad esplodere?

| Il 24, Feb 2012

“No al Rigassificatore” è questa la voce che si alza da tutta la piana di Gioia Tauro

di DOMENICO FAZZARI

Accettiamo di convivere con 55 bombe atomiche pronte ad esplodere?

“No al Rigassificatore” è questa la voce che si alza da tutta la piana di Gioia Tauro

 

di Domenico Fazzari

 

 

“No al Rigassificatore” è questa la voce che si alza da tutta la piana di Gioia Tauro. Dopo l’approvazione, da parte del Governo, del decreto sul rigassificatore di Gioia Tauro insorge la protesta dei cittadini che sembrano aver colto i rischi che la creazione dell’opera comporterebbe. La prima voce contro il rigassificatore è del sindaco, della stessa cittadina in cui l’opera dovrebbe sorgere, Renato Bellofiore che classifica l’opera come “inadeguata, inopportuna e pericolosa”.

La seconda voce è quella alzata a Taurianova dalla “Sinistra ecologia e libertà” che, oltre a mettere in evidenza i rischi in cui incorrono i cittadini della piana, o meglio, di tutto il paese, lancia un appello per “costituire un Comitato che dica no al rigassificatore e sottoporre le popolazioni locali a un referendum”.

La realizzazione dell’opera, come affermato dalla voce di Taurianova, sembra sia soltanto una speculazione finanziaria. In Calabria già si esporta energia più di quanto se ne consuma, non dimenticando poi che vi è una legge la 92/2008 che assicura, anche in caso di non utilizzo dell’impianto, una copertura per 20 anni di una quota pari al 71,5% dei ricavi di riferimento.

Ciò non può che farci riflettere sull’utilità di detta operazione.

Non va però nemmeno lasciato in secondo piano il rischi ambientale che noi tutti corriamo. Il Pentagono afferma che in caso di incidente “l’energia sprigionata da una gasiera con un serbatoio di 125.000 metri cubi sarebbe equivalente a 55 bombe atomiche”. Il punto sconcertante è la portata del rigassificatore di Gioia Tauro appunto pari a 125.000 metri cubi. Per altro, in caso di incidente, definito improbabile ma non impossibile, il gas freddissimo sprigionato a contatto con l’acqua molto più calda creerebbe una nube esplosiva che la minima scintilla farebbe esplodere.

Accettiamo di convivere con 55 bombe atomiche pronte ad esplodere? Accettiamo il rischio di saltare in aria? Abbiamo bisogno di avere una espansione di malattie tumorali? Ma il Governo ha tenuto in considerazione tutto ciò?

Mi auguro, condividendo la proposta della “Sinistra ecologia e libertà”, la creazione di un Comitato che faccia sentire la propria voce ed apra gli occhi al Governo sui rischi che la creazione dell’opera comporterebbe.

di Domenico Fazzari

redazione@approdonews.it