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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Accusati di aver abusato di una tredicenne nel Reggino, c’è la revisione del processo I fatti risalgono al 2016 e la prima udienza del nuovo processo di secondo grado é stata fissata per il 16 giugno davanti alla Corte d'appello di Catanzaro

Accusati di aver abusato di una tredicenne nel Reggino, c’è la revisione del processo I fatti risalgono al 2016 e la prima udienza del nuovo processo di secondo grado é stata fissata per il 16 giugno davanti alla Corte d'appello di Catanzaro

La Corte d’appello di Catanzaro ha accolto la richiesta di revisione del processo a carico di Lorenzo Tripodi e Michele Nucera, di 28 e 29 anni, che erano stati condannati a 6 anni di reclusione con l’accusa di avere abusato nel 2016 a Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) di una tredicenne.
Altre quattro persone coinvolte nella stessa vicenda, Davide Schimizzi, di 29 anni, condannato a 9 anni, Giovanni Iamonte, di 37 (8 anni e 2 mesi), Antonio Verduci, anche lui di 29 (6 anni e 6 mesi), e Domenico Mario Pitasi, di 31 (10 mesi solo per favoreggiamento personale) non hanno chiesto la revisione della sentenza a loro carico, emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria e diventata definitiva nel marzo del 2022, La richiesta di revisione era stata presentata dai difensori di Tripodi e Nucera, gli avvocati Baldassarre Lauria e Maria Domenica Vazzana, e dall’associazione “Progetto innocenti”.
“Siamo convinti – affermano, in una dichiarazione, gli avvocati Lauria e Vazzana – dell’innocenza dei nostri assistiti.
Abbiamo esaminato con molto scrupolo e attenzione le nuove prove e non abbiamo alcun dubbio in questo senso. Lorenzo Tripodi e Michele Nucera sono vittime di un clamoroso errore giudiziario che va al più presto corretto. C’é da considerare che i fatti sono maturati in un contesto socio-culturale molto degradato. Le indagini poco accurate hanno generato un forte pregiudizio che ha influenzato la decisione dei giudici”.
La prima udienza del nuovo processo di secondo grado é stata fissata per il 16 giugno davanti alla Corte d’appello di Catanzaro (ANSA).