Accuse al futsal Polistena, interviene Aspi “Luigi Monti” "La nostra cittadina non è mai stata protagonista negativa di violenza nei campi"
Polistena – “Assistiamo, rammaricati, alla ennesima querelle nel mondo dello sport della nostra regione. Oggi leggiamo, con non poco stupore, alcune dichiarazioni rese dal presidente del asd Città di Cosenza calcio a 5 (Giuseppe Fuoco, ndr), in merito ad ipotetiche minacce ricevute dallo stesso e dalla sua squadra nella nostra cittadina, ad opera (a loro dire) di dirigenti del Futsal Polistena Calcio a 5”. Ad affermarlo, in una nota, è l’Aspi, storica scuola calcio legata alla “Comunità Luigi Monti” di Polistena.
“Siamo stati i primi a protestare, qualche anno fa, contro la violenza (verbale, e non solo) di cui siamo stati vittime in alcuni campi, arrivando al punto di ritirare simbolicamente la squadra dal campionato (ai tempi venne il prefetto, accompagnato dal questore e dalle istituzioni provinciali a “ri-accompagnare” l’Aspi in campo, in una iniziativa dal forte valore simbolico, ndr), quindi crediamo di essere titolati a poter dire la nostra su questa vicenda – ha continuato la società polistenese – affermando con forza e convinzione che la nostra cittadina non è mai stata (e ci auguriamo, mai lo sarà) protagonista negativa di violenza nei campi”.
“Tantomeno riusciamo ad immaginare – incalza l’Aspi – il dirigente del Futsal Letterio De Domenico utilizzare i toni intimidatori di cui il presidente Fuoco fa menzione. Forse il suo impegno quotidiano e il suo entusiasmo danno “fastidio” a qualcuno, invece.”
“Certamente un presidente che teme per l’incolumità fisica dei suoi giocatori ha il dovere di avvertire con effetto immediato le forze dell’ordine per evitare il peggio, e non giocare una partita “pro-forma” come si vuol lasciare intendere in questa triste vicenda”.
“Facciamo dunque appello – conclude la nota – alle parti in causa, affinché non si avveleni ancor di più il clima (già difficile) sportivo nella nostra regione. Lo dobbiamo ai nostri figli e a tutti quei ragazzi che hanno deciso, tra mille difficoltà, di restare e mettere radici nella nostra amata terra”.